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Insights 7 Ott 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«La calma è la virtù dei forti» (Seneca)

Le borse europee hanno chiuso sostanzialmente piatte la seduta di martedì e all’interno di un intervallo ristretto: STOXX 600 invariato, FTSE 100 +0,1%, DAX +0,1%, CAC +0,1%, FTSE Mib -0,17%. Gli operatori sono rimasti concentrati sulle tensioni politiche francesi, che continuano a pesare sul sentiment.

Il presidente Emmanuel Macron ha concesso 48 ore al premier Lecornu per negoziare con i partiti e scongiurare un aggravamento della crisi. Nel frattempo, il ministro delle Finanze Bruno Le Maire si è dimesso per facilitare la formazione di un nuovo governo, dopo le contestazioni dei Repubblicani. Le agenzie di rating hanno già diffuso nuovi avvertimenti sul merito creditizio francese, mentre BCA Research ha definito i titoli di Stato del Paese “non investibili”.

Sul fronte macro e aziendale, i dati di LSEG I/B/E/S mostrano che le società europee si preparano a registrare una flessione dello 0,2% degli utili nel terzo trimestre, leggermente migliore rispetto al calo dello 0,6% atteso una settimana fa. Sarebbe comunque la peggiore performance trimestrale dal primo trimestre 2024. I ricavi delle società dello STOXX 600 sono attesi in contrazione dello 0,3% su base annua, dopo l’aumento del 4% registrato nel secondo trimestre. Le previsioni confermano un contesto di crescita fragile, ma anche una certa resilienza dei margini, con focus crescente sull’impatto dei tagli dei tassi BCE nei prossimi trimestri.

Stati Unit, si avvicinano le trimestrali

A Wall Street, la seduta di martedì si è chiusa in calo: Dow -0,20%, S&P 500 -0,38%, Nasdaq -0,67%, Russell 2000 -1,12%. Gli indici hanno interrotto la serie di sette rialzi consecutivi, dopo i massimi storici toccati lunedì. La correzione dei titoli a piccola capitalizzazione e la presa di profitto su alcuni nomi tecnologici hanno pesato sul mercato, nonostante il contesto di tassi più bassi.
La giornata è stata priva di nuovi catalizzatori, con gli operatori in attesa dell’avvio della stagione delle trimestrali del terzo trimestre. Sul fronte politico, la chiusura parziale del governo USA continua a rappresentare uno scenario di incertezza, ma senza impatti immediati sui mercati.

L’attenzione resta comunque concentrata sull’intelligenza artificiale, dopo la notizia del maxi accordo tra Advanced Micro Devices (AMD) e OpenAI per la costruzione di infrastrutture dedicate all’AI. L’intesa, che prevede la fornitura di 6 gigawatt di GPU AMD in più anni, rappresenta circa la metà del valore del contratto firmato da OpenAI con Nvidia. L’annuncio ha spinto AMD a guadagnare fino al 38%, registrando il maggior rialzo in quasi dieci anni. L’accordo prevede anche la possibilità per OpenAI di acquisire una partecipazione significativa nel capitale di AMD, segnalando l’evoluzione del settore verso alleanze strategiche di lungo periodo.

Intelligenza Artificiale , tra boom e rischio bolla

Non tutte le società legate all’AI hanno beneficiato del sentiment positivo. Secondo The Information, Oracle avrebbe registrato perdite per quasi $100 milioni nel trimestre concluso ad agosto sui noleggi di chip Nvidia Blackwell, con un margine lordo inferiore al 14%. L’articolo suggerisce che la causa potrebbe essere un ritardo nei pagamenti dei clienti, ma la notizia ha alimentato i timori di una bolla nel settore AI. Le vendite hanno colpito diversi titoli AI-adjacent, tra cui chipmaker, fornitori di componenti hardware e società energetiche legate al calcolo ad alte prestazioni, anche se molti hanno poi recuperato terreno.

Secondo il Financial Times, OpenAI avrebbe firmato contratti di calcolo per circa 1.000 miliardi di dollari nel 2024, una cifra che solleva interrogativi sulla sostenibilità economica dell’intero ecosistema. Lo stesso CEO Sam Altman ha ammesso che la redditività non è tra le sue priorità immediate, confermando che la corsa all’espansione resta la priorità assoluta.