Il punto sul mercato di Integrae SIM

“In economia l’ovvio è spesso sbagliato.” (Milton Friedman)
Le borse europee hanno chiuso in rialzo la seduta di giovedì: STOXX 600 +0,5%, FTSE 100 −0,2%, DAX in progresso, CAC in territorio positivo, FTSE Mib invariato ma sui massimi. Il quadro macro resta sfumato con un focus sul Regno Unito il paese più fragile insieme alla Francia sul fronte politico e quindi osservato speciale degli investitori. Secondo l’ultima indagine della Bank of England segnala un lieve aumento delle aspettative di inflazione a un anno al 3,4% su media mobile trimestrale, mentre la misura a tre anni resta ancorata al +2,9%. Le imprese indicano una crescita dei propri prezzi al 3,8%, coerente con pressioni sui costi in moderato rialzo. Per la Banca d’Inghilterra (BoE) questo “ancoraggio di lungo termine” offre un po’ di conforto: la lettura è in linea con la visione dei membri più centristi e colombe, secondo cui l’attuale “gobba” dei prezzi non dovrebbe innescare second round effects.
Sul fronte salari, l’indagine rileva una dinamica annua al +4,6%, invariata, con aspettative a un anno ferme al +3,6% su base trimestrale ma in risalita al 3,8% nella sola lettura mensile. Tradotto: con il mercato del lavoro in graduale indebolimento, la traiettoria è coerente con una discesa delle retribuzioni nell’anno prossimo. In sintesi, il quadro britannico combina pressioni di breve con ancoraggio di lungo, lasciando alla BoE margini per una gestione graduale della politica monetaria.
Wall Street: nuovi massimi grazie all’IA e attesa shutdown
A Wall Street la seduta di giovedì si è rafforzata nel pomeriggio con una chiusura tonica: Dow +0,17%, S&P 500 +0,06%, Nasdaq +0,39%, Russell 2000 +0,66%. I tre principali indici hanno segnato nuovi massimi storici, in una giornata priva di driver significativi. In primo piano il rischio shutdown federale, fin qui percepito più come rumore di fondo, non sufficiente quindi per cambiare l’umore dei mercati, che come freno. Ma con la possibilità di cambiare passo se la chiusura si prolungasse o se la Casa Bianca procedesse con i licenziamenti minacciati.
Continua a sostenere il sentiment il rally dei semiconduttori e del tech legato all’IA, insieme a un rinnovato repricing verso una Fed più accomodante. Le aspettative di tagli ai tassi restano una coda favorevole, nella convinzione che il rallentamento del mercato del lavoro sia temporaneo. In assenza di alcuni dati ufficiali, cresce l’attesa per la stagione delle trimestrali, la riattivazione dei mercati dei capitali (IPO ed M&A), resilienza del consumatore e misure di mitigazione dei dazi. Sullo sfondo, tornano i dossier di “capitalismo di Stato”, con indiscrezioni su accordi mirati tra amministrazione e imprese in più settori.
Lavoro USA: segnali di raffreddamento e ombre sulla credibilità dei dati?
Il report ADP ha segnalato a settembre un calo inaspettato dell’occupazione nel settore privato. Parte della dinamica riflette un aggiustamento legato ai dati governativi utilizzati nel modello, ma la statistica conferma una tendenza di cautela nelle assunzioni, con crescita salariale in ulteriore attenuazione. Gli occupati che cambiano lavoro hanno registrato aumenti medi del 6,6%, minimo da un anno, mentre chi resta nella stessa azienda è al 4,5%. In mancanza del rapporto ufficiale, rinviato per lo shutdown, l’ADP diventa il termometro di riferimento, pur tra le note caute di chi continua a preferire le statistiche del Bureau of Labor Statistics (BLS).
Proprio qui si innesta un tema di fiducia: il licenziamento in agosto della commissaria del BLS dopo un dato deludente sull’occupazione e la successiva, contestata candidatura di un profilo politico poi ritirata hanno alimentato dubbi sull’indipendenza statistica. Per i mercati, una percezione di interferenza potrebbe complicare la lettura del ciclo, amplificando la volatilità su tassi, dollaro e azioni. Nel breve, però, la combinazione di dati più morbidi e attese di tagli continua a offrire una spinta tattica al rischio, mentre l’attenzione resta massima sul binomio occupazione–inflazione e sull’evoluzione del shutdown.