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Insights 27 Set 2022

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Il problema con libere elezioni è che non si sa mai come andranno a finire” (Michajlovic Molotov)

Gli italiani hanno scelto. Per la prima volta da diversi anni, il Governo sarà politico e non tecnico, ovvero scelto dai cittadini. La reazione di mercati finanziari ai risultati delle elezioni in Italia è stata composta. La parola responsabilità è stata la più pronunciata nelle dichiarazioni a caldo dei vincitori. L’approccio è quindi di ascolto verso l’Europa, aprendo la strada a una negoziazione di carattere politico, che non dovrebbe portare a forzature o irrigidimento delle relazioni, che le parti non si possono permettere. I rapporti di forza nella coalizione di Centro Destra, che vedono il partito di Giorgia Meloni in netta maggioranza, rappresentano un ulteriore elemento di stabilità. Gli analisti di Credit Suisse si aspettano che il nuovo governo mantenga un dialogo costruttivo con le istituzioni europee e quotano il rischio di una Italexit trascurabile. Secondo Antonio Amendola gestore di AcomeA i movimenti dei mercati vanno gestiti giorno per giorno, ovvero in modo attivo selezionando aziende “buone in ogni contesto” ma che hanno perso terreno in Borsa per ragioni esogene. In questo contesto l’Euronext Growth Milan offre molte storie di valore e di crescita a valutazioni interessanti che possono essere scoperte attraverso le analisi dell’ufficio studi di Integrae Sim.

La guerra delle valute

La sterlina sta crollando con gli operatori che dubitano della sostenibilità del piano economico del nuovo governo britannico guidato dalla neo premier Liz Truss. Il Ministro delle Finanze britannico ha presentato il più grande pacchetto di tagli fiscali in oltre 50 anni di storia della nazione. Tagli che però verranno finanziati con il più grande aumento del debito dal 1972 nonostante Downing Street debba affrontare un rallentamento della crescita economica, un raddoppiamento del deficit e un inflazione oltre il 10%. Il Cable si trova sui minimi da 40 anni verso il dollaro. Siamo a un passo dalla parità tra le due valute. Nel corso dell’ultimo mese la svalutazione nei confronti del biglietto verde è del 9%, del 21% da inizio anno. Anche l’euro ha toccato il minimo da 20 anni ma si tratta di un movimento che difficilmente può essere collegato al risultato delle elezioni in Italia. Pesano negativamente le parole rilasciate ieri da Christine Lagarde di fronte al comitato per gli affari economici e monetari del parlamento europeo. La Banca Centrale Europea (BCE) prevede un forte rallentamento dell’attività economica della zona euro nel corso dei prossimi trimestri, e rischi al rialzo sulle prospettive di inflazione. Oggi sono attesi 2 importanti speech: alle 13:30 parleranno sia Powell che la governatrice della BCE. Alle 16 invece il rapporto sulla fiducia dei consumatori a settembre in Usa e la vendita di case nuove ad agosto. In entrambe i casi sono attesi dati sostanzialmente invariati rispetto alle rilevazioni precedenti.

Lo spettro della recessione

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha comunicato l’aggiornamento del quadro delle previsioni nell’interim semestrale, dipingendo un quadro complicato per l’Italia, ma non soltanto. Ancora complicate le aspettative di inflazione, a fronte di un rallentamento della congiuntura. Per l’Italia, rispetto alle stime di giugno, le previsioni sul costo della vita passano a +7,8% da +6,3% per quest’anno, +4,7% da +3,8% per l’anno prossimo. Quanto alla crescita, la previsione Ocse sul 2022 passa a +3,4% da +2,5% di giugno, mentre quella sul 2023 è corretta al ribasso a +0,4% da +1,2%. I nuovi numeri sul nostro Paese vanno comunque valutati nel quadro europeo. La stima dell’OCSE sulla crescita della zona euro è di +3,1% quest’anno e +0,3% il prossimo, quindi in entrambi i casi inferiore, anche se leggermente a quella sull’Italia. La recessione non è quindi ancora nei numeri ma gli analisti devono iniziare a considerarla un’opzione da inserire nelle proprie stime. Per il momento sull’indice S&P 500 i profitti aziendali sul 2023 sono ancora visti in crescita, ma in caso di recessione dovrebbero essere assunte flessioni nell’ordine del 30% su base annua. Evento non ancora totalmente scontato nelle quotazioni.