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Insights 25 Set 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«Il vero rischio non è puntare troppo in alto e fallire, ma puntare troppo in basso e riuscire» (Michelangelo Buonarroti)

Le Borse europee hanno chiuso miste la seduta di mercoledì: STOXX 600 -0,1%, FTSE +0,3%, DAX +0,4%, CAC -0,4% e FTSE Mib -0,13%. Il clima di risk appetite si è indebolito dopo i dati economici deludenti e i commenti prudenti del presidente della Fed Jerome Powell. In primo piano anche la geopolitica, con l’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Trump ha dichiarato che l’Ucraina può riconquistare tutti i territori occupati, citando le difficoltà economiche russe. Kiev ha accolto l’affermazione come un “cambio di passo”, ma non sono state annunciate nuove misure concrete, come ulteriori sanzioni.

Sul fronte macro, l’indice IFO tedesco sul clima d’affari ha deluso le attese, segnalando imprese meno soddisfatte delle condizioni attuali e più pessimiste sull’outlook. Il cancelliere Merz ha respinto le critiche sulle riforme sociali. La stampa riporta una possibile ripartenza dei negoziati commerciali UE-USA, mentre Washington ha confermato la riduzione dei dazi auto per l’Europa. Nel Regno Unito, il governatore Andrew Bailey ha segnalato ulteriori tagli ai tassi, nonostante le sfide legate all’inflazione persistente.

Stati Uniti, Powell frena l’ottimismo di Wall Street

A Wall Street la seduta di mercoledì si è chiusa in calo: Dow Jones -0,37%, S&P 500 -0,28%, Nasdaq -0,33%, Russell 2000 -0,92%. I listini hanno interrotto la corsa dei record registrati lunedì, con Powell che non ha fornito indicazioni su un possibile taglio dei tassi a ottobre. Le sue parole hanno evidenziato i rischi legati a inflazione e mercato del lavoro, sottolineando la complessità delle prossime decisioni di politica monetaria.

Il calo è stato amplificato dalla correzione del comparto Big Tech, dopo settimane di rialzi. I trader hanno inoltre guardato con cautela ai prossimi appuntamenti: l’uscita dell’inflazione PCE core di venerdì e la chiusura di mese e trimestre, fattori che potrebbero rappresentare un freno. Secondo Goldman Sachs, i fondi pensione statunitensi potrebbero vendere fino a 22 miliardi di dollari, uno dei flussi più rilevanti degli ultimi anni. Tra i fattori di pressione anche la sospensione dei buyback aziendali nel blackout period.

Automotive europeo sotto pressione

Nonostante l’allentamento dei dazi americani sulle importazioni europee di auto al 15%, con effetto retroattivo dal 1° agosto e l’estensione delle riduzioni a farmaceutica, aerospazio e metalli, il settore automobilistico del Vecchio Continente resta in difficoltà. A Francoforte Porsche ha guadagnato il +3,8%, beneficiando della notizia, ma il contesto rimane fragile. Stellantis ha annunciato lo stop alla produzione in diversi stabilimenti in Italia e Francia a causa del calo della domanda, in particolare per il diesel (-28% su base annua). L’impatto dei dazi USA, stimato in 1,5 miliardi di euro, e la concorrenza dei veicoli elettrici cinesi aggravano lo scenario.

Molti produttori, inclusa Porsche, stanno ridimensionando i piani più ambiziosi sull’elettrico, con utili in calo di 1,8 miliardi di euro. Le difficoltà emerse anche all’IAA Mobility 2025 hanno alimentato richieste di revisione del bando UE ai motori a combustione dal 2035. Alcuni osservatori criticano l’atteggiamento dell’industria, sostenendo la necessità di accelerare gli investimenti sull’EV e favorire nuovi player per fronteggiare la concorrenza cinese, piuttosto che puntare solo a consolidamenti e deroghe regolamentari.