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Insights 12 Set 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«Il dubbio è l’inizio della saggezza» (Aristotele)

I mercati azionari europei hanno chiuso la seduta di giovedì in territorio positivo, vicino ai massimi di giornata: STOXX 600 +0,5%, FTSE 100 +0,8%, DAX +0,5%, CAC +0,8%, FTSE Mib +0,89%, che si conferma sui massimi dal 2007. La giornata è stata dominata dall’attesa per la riunione della BCE, che ha lasciato invariato il tasso di riferimento per la seconda volta consecutiva. Le nuove proiezioni macroeconomiche hanno mostrato un profilo leggermente più prudente, con l’inflazione attesa scendere al di sotto del target del 2% già nel 2027.

Tuttavia, la banca centrale ha ribadito che l’orientamento rimane data-dependent e basato su un approccio riunione per riunione. La crescita è stata rivista al rialzo nel breve periodo, ma con un taglio marginale per il prossimo anno. L’attenzione resta quindi concentrata sull’evoluzione del quadro macro, soprattutto alla luce dei rischi geopolitici e della forza dell’euro.

Stati Uniti, inflazione e mercato del lavoro al centro

Dall’altra parte dell’Atlantico, i mercati azionari americani hanno chiuso in rialzo: Dow Jones +1,36%, S&P 500 +0,85%, Nasdaq +0,72%, Russell 2000 +1,83%. S&P 500 e Nasdaq hanno segnato nuovi massimi storici, consolidando i record di mercoledì, mentre il Russell 2000 si avvicina al picco registrato nel 2021. Segnale che in Usa le small cap sono al centro dell’interesse del mercato. Il focus è stato sul dato di inflazione: l’indice CPI di agosto ha mostrato un headline più caldo del previsto, ma un core in linea con le attese, alleggerendo il profilo di rischio di un ritorno dell’inflazione. Decisivo è stato il balzo delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, ai massimi da quattro anni, che ha rafforzato le aspettative per un taglio dei tassi di 25 punti base già la prossima settimana, e almeno 75 complessivi entro fine anno.

Sul fronte commerciale, fonti di stampa hanno riferito che l’Unione Europea difficilmente accoglierà la richiesta di Trump di aumentare i dazi contro Cina e India. Intanto, il mercato obbligazionario ha beneficiato di un’asta trentennale ben accolta, con forte domanda estera, che ha alleviato i timori sulle pressioni derivanti dai livelli elevati del debito sovrano.

Con l’IPO di Klarna il fintech rilancia le sfide nell’industria del credito

La notizia societaria di giornata arriva dalla Svezia con il debutto in Borsa della fintech Klarna Group. Le azioni sono balzate del 30% al primo giorno di contrattazioni a New York, aprendo a $52 contro un prezzo di collocamento di $40. L’IPO ha raccolto $1,37 miliardi, lasciando fuori circa metà degli investitori interessati, e ha portato la valutazione del gruppo a circa $20 miliardi. Si è trattato della quarta IPO più grande in termini di raccolta da inizio anno a Wall Street.

Per l’amministratore delegato Sebastian Siemiatkowski, l’operazione rappresenta un punto di svolta nella trasformazione del modello di business, sempre meno legato al solo “buy-now, pay-later” e sempre più orientato a una gamma completa di servizi bancari digitali, dai conti di risparmio alle carte di credito. Un segnale importante della vitalità del settore fintech, che nonostante le sfide legate a inflazione e regolamentazione continua ad attrarre capitali e attenzione.