Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Allontanarsi da ciò che offre il progresso aiuta” (Giorgio Armani)
Mercati europei positivi, ma i riflettori restano puntati sulla Fed
I mercati azionari europei hanno chiuso la seduta di giovedì con un tono positivo ma senza eccessi: STOXX 600 +0,7%, FTSE 100 +0,6%, DAX +0,5%, CAC +0,9%, FTSE Mib +0,49%, ma sotto i 42mila punti. A sostenere il sentiment è stato l’allentamento della pressione sui tassi, in seguito al rimbalzo dei Treasury USA e dei bond giapponesi dopo la debolezza del dato sulle offerte di lavoro negli Stati Uniti, che ha alimentato l’idea di un mercato del lavoro in rallentamento.
Sul fronte macro, il PMI dei servizi nel Regno Unito ha toccato il massimo da 16 mesi, mentre l’indice dei prezzi alla produzione dell’Eurozona è uscito sotto le attese, confermando segnali disinflattivi. A livello di comunicazione istituzionale, diversi esponenti della BCE hanno ribadito il favore verso una politica monetaria invariata nella prossima riunione.
Wall Street guarda ai dati sul lavoro e ai tagli Fed
Negli Stati Uniti, la seduta è terminata con indici in rialzo e vicini ai massimi di giornata: Dow +0,77%, S&P 500 +0,83%, Nasdaq +0,98%, Russell 2000 +1,26%. Lo S&P 500 ha aggiornato il massimo storico di chiusura, mentre Nasdaq e Dow si sono mossi poco sotto i rispettivi massimi di sempre. In evidenza ancora una volta i big tech, trainati da Amazon, protagonista grazie agli aggiornamenti sulla collaborazione con Anthropic.
In attesa dei nonfarm payrolls di oggi, il mercato ha trovato sollievo nei segnali di raffreddamento del mercato del lavoro, dopo il calo delle job openings. Il report ISM dei servizi ha segnalato un’attività in espansione, con un’accelerazione dell’inflazione marginale.
Fed e indipendenza sotto i riflettori
Rimane alta l’attenzione sul tema dell’indipendenza della Fed, con il Dipartimento di Giustizia che ha aperto un’indagine sulla nomina di Cook e Miran, accusati di conflitto d’interesse per essere stati in aspettativa dal Consiglio dei Consulenti Economici, mentre venivano valutati per il board della Federal Reserve.
Sul fronte commerciale, si attende un possibile accordo USA-Giappone sulle tariffe auto, mentre Trump punta a un’accelerazione dell’appello alla Corte Suprema sulla legittimità delle tariffe. Dall’amministrazione sono arrivate dichiarazioni più concilianti, escludendo per ora sanzioni secondarie contro la Cina.
Il contesto resta influenzato anche da fattori stagionali e da un’elevata volatilità obbligazionaria. In campo tecnologico, continua il consolidamento dell’hype AI, con segnali contrastanti tra aggiornamenti positivi e trimestrali deludenti nei settori semiconduttori e hardware.
Debolezza USA: preoccupazioni crescenti sull’occupazione
Sullo sfondo, il contesto macro americano si fa più incerto. Il numero di offerte di lavoro è sceso a luglio a 7,18 milioni, minimo degli ultimi 10 mesi, con i cali più marcati nei settori healthcare, retail e hospitality. Anche il Beige Book della Fed ha segnalato una spesa al consumo in calo, con salari non più sufficienti a compensare l’aumento dei prezzi. Diverse district Fed hanno riportato aumenti dei prezzi imputabili ai dazi.
Questo insieme di segnali, apparentemente negativi per l’economia reale, ha però rafforzato la narrativa di imminenti tagli ai tassi, già completamente prezzati per settembre. Una dimostrazione ulteriore di come la finanza possa spesso trovare slancio proprio da notizie che confermano una perdita di slancio dell’economia sottostante.