Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Chi risparmia aggiunge capitale al futuro.” (Adam Smith)
Azionario europeo in crescita moderata, ottimismo sui target di fine anno
Il sentiment delle Borse europee è sostenuto da una serie di aggiornamenti positivi sugli outlook di fine anno. Bloomberg ha segnalato una revisione al rialzo delle previsioni da parte degli analisti sell-side, con Goldman Sachs che ora prevede un target di 560 punti per lo Stoxx Europe 600 e JP Morgan che intravede potenziale di outperformance rispetto ai peer statunitensi.
A dispetto delle turbolenze politiche in Francia e delle incertezze sulla Fed, gli investitori restano quindi positivi sull’Europa. L’analisi del consensus raccolta da Bloomberg indica una media di target a 556 punti per il benchmark europeo entro dicembre. I timori di contagio dalla crisi francese sono stati ridimensionati e alcuni segnali positivi, come il rimbalzo fiscale tedesco e segnali di stabilizzazione macro, rafforzano la view. Ulteriore sostegno arriva da posizionamenti bassi dell’azionario nei portafogli e valutazioni ancora contenute rispetto a Wall Street. Tra i settori favoriti in caso di ripresa cinese, si segnalano materie prime, auto e beni di lusso.
Wall Street debole, focus sui dazi e su settembre
Wall Street riparte dopo il labour day con l’S&P 500 che ha toccato un nuovo massimo storico giovedì della scorsa settimana. Le big tech hanno perso terreno con Nvidia e Tesla tra i titoli più deboli. Il comparto tecnologico è sotto pressione per l’aumento dei costi legati ai dazi e per l’attenzione crescente sui margini dell’IA, complici nuove tensioni commerciali con la Cina.
Al centro dell’attenzione restano le segnalazioni di aziende che stanno trasferendo i costi tariffari ai consumatori, mentre la Casa Bianca si prepara a una nuova ondata di dazi (Sezione 232). Sul fronte macro, i dati PCE core di luglio sono risultati in linea con le attese (+0,3% sequenziale e +2,9% annuo), consolidando la narrazione di un’inflazione stabile. Tuttavia, i timori stagionali legati a settembre iniziano a pesare sui portafogli. Prossimo snodo: il report occupazionale di agosto, in uscita venerdì e sarà il dato macro più importante in vista della riunione della Fed di settembre.
Lagarde: vigilanza sulla Francia, ma il vero timore è la Fed politicizzata
In un’intervista a Radio Classique, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha sottolineato i rischi legati all’instabilità politica in Francia, pur escludendo al momento un intervento dell’FMI. Focus sulla disciplina fiscale e sulla gestione del differenziale Bund-OAT, che si è allargato fino a 80 punti base, ai massimi da gennaio (lo spread del BTP staziona a 90 punti). Lagarde ha ribadito l’impegno della BCE a mantenere la stabilità dei prezzi, pur in presenza di un’inflazione in fase discendente.
Ma è sugli Stati Uniti che Lagarde ha espresso le preoccupazioni più forti: ha avvertito che una possibile perdita di indipendenza della Federal Reserve, se il presidente Trump riuscisse a imporre un controllo politico diretto, rappresenterebbe “una minaccia sistemica per l’economia globale”. Il riferimento è alle recenti pressioni su Powell e alla nomina imminente di un nuovo presidente della Fed. Mercati e investitori monitorano con attenzione anche le posizioni di governatori più flessibili come Waller, fautore di un taglio dei tassi di 25 punti base già a settembre, da estendere nei mesi successivi.