Il punto sul mercato di Integrae SIM

“La fiducia nasce dal negoziato, la fretta dal bisogno di cassa.” (Paul Volcker)
Ogni rally ha un prezzo. I listini continentali hanno chiuso in territorio positivo: STOXX 600 +0,8%, FTSE 100 +0,1%, DAX +1,4%, CAC 40 +1,4%, FTSE Mib +1,5% oltre quota 40 mila, mentre Bruxelles prova a mettere al sicuro l’export prima del 1° agosto. Secondo Reuters la Commissione vorrebbe una tregua che congeli le tariffe USA (50 % su acciaio, 25 % su auto e 10 % sul resto) e blocchi futuri inasprimenti. Il Financial Times parla invece di un’intesa-lampo che accetti dazi universali al 10 %, sul modello britannico ma senza le clausole di favore ottenute da Londra per acciaio, auto e agrifood: una prospettiva che irrita diverse capitali europee. Fonti Bloomberg riferiscono che Bruxelles punta a carve-out mirati per aeromobili, spirits e i grandi costruttori tedeschi con impianti negli Stati Uniti, magari con un “sistema di offset” che consenta di esportare dai loro stabilimenti americani senza dazi. Se il negoziato dovesse saltare, l’UE avrebbe pronti controdazi fino a €116 miliardi: l’ultima carta per costringere Washington a trattare.
Il mercato assorbe il rischio tariffe e i nomi per il dopo-Powell
Seduta brillante a New York, dove gli indici hanno recuperato parte della flessione di inizio settimana: S&P 500 +0,61%, Nasdaq +0,94%, Dow Jones +0,49%, Russell 2000 +1,07%. Il clima rimane appeso alle mosse di Trump: dopo le lettere daziarie a Tokyo e Seul (25 % dal 1° agosto), la Casa Bianca promette nuove missive ma per ora evita l’Europa. Intanto circola l’ipotesi di un dazio “fino al 200 %” sui farmaci e di un 50 % sul rame, ulteriore segnale che la leva tariffaria resta il fulcro della politica fiscale statunitense. Sul fronte Fed, il presidente spinge per 300 bp di tagli e valuta la sostituzione di Powell: in pole Kevin Hassett e (di nuovo) il Tesoro Scott Bessent, mentre si allontana Kevin Warsh. I rendimenti in leggero calo, complice un’asta decennale ben accolta, e la forza dei mega-cap tech (Nvidia sopra i 4 trn $ di capitalizzazione) hanno dato fiato ai titoli growth.
Trimestrali al via: utili al minimo da inizio 2024, sei settori in positivo
La prossima settimana si apre la stagione del Q2: FactSet stima utili S&P 500 in crescita del 5 % a/a (dal 13,3 % del Q1), ricavi a +4,2 % e margini in discesa al 12,3 %. L’EPS bottom-up è stato rivisto al ribasso del 4,2 % nel trimestre, peggio delle medie a 5-10-15 anni. Attesi in crescita Communication Services, Technology (spinta dai semiconduttori) e Travel & Leisure; Energy resta il freno principale. Guardando avanti, il consenso vede utili +7,3 % in Q3 e +6,4 % in Q4, con un 2025 a +9,1 %. Le guidance faranno la differenza: l’effetto dazi, la traiettoria dei tassi Fed e le revisioni sui margini saranno i tre fari cui guarderanno gli investitori.