Il punto sul mercato di Integrae SIM

“La fiducia sui mercati non si costruisce con promesse, ma con azioni.” (Mario Draghi)
L’Italia prima della classe in Europa. Seduta contrastata sui listini europei, in recupero dai minimi ma prevalentemente negativa: STOXX 600 -0,2%, FTSE 100 +0,3%, DAX -1%, CAC 40 -0,1%, FTSE Mib -0,58%. La vera protagonista resta però l’Italia, che continua ad attirare l’attenzione degli investitori internazionali. Il differenziale (spread) tra i titoli decennali italiani e tedeschi è sceso sotto la soglia psicologica dello 0,9%, livello minimo dal 2010, in netta contrazione rispetto all’1,3% di aprile e al picco di 2,5% registrato nel 2022. Questo trend favorevole, accentuato dalla crescente convinzione di una Fed più accomodante e dal generale clima di fiducia sui mercati internazionali (con Wall Street a nuovi record), è fortemente legato alla svolta politica introdotta dal governo Meloni. A differenza delle amministrazioni precedenti, segnate spesso da conflitti interni alle coalizioni, Meloni ha saputo mantenere compatta la sua squadra e trasmettere con chiarezza una politica fiscale credibile. La gestione prudente del pesante debito pubblico (130% del PIL) ha convinto anche le agenzie di rating, con S&P che ha promosso l’Italia già ad aprile, e altre agenzie che lasciano intendere ulteriori possibili upgrade. Ad aumentare l’ottimismo ha contribuito il recente annuncio del Tesoro italiano di un programma di riacquisto da €5 miliardi, finanziato con liquidità disponibile. In sintesi, la fiducia nella stabilità politica e fiscale italiana sta facilitando una convergenza più ampia dei rendimenti nell’intera Eurozona.
Wall Street festeggia il voto sul maxi-pacchetto fiscale di Trump
A Wall Street continua la corsa, seppur con qualche oscillazione finale: Dow Jones +0,91%, S&P 500 -0,11%, Nasdaq -0,82%, Russell 2000 +0,94%. A guidare gli acquisti è stato il voto favorevole in Senato al gigantesco piano fiscale e di spesa promosso dal presidente Trump, da $3.300 miliardi. Il provvedimento ha ottenuto il via libera definitivo con il voto decisivo del vicepresidente Vance, che ha rotto una parità di 50 a 50. Cruciale è stato l’accordo raggiunto con la senatrice dell’Alaska Murkowski, convinta grazie a concessioni sulle riduzioni delle spese sociali nello Stato. Hanno invece votato contro i repubblicani Collins, Tillis e Paul. Il pacchetto fiscale, denominato ironicamente da Trump “Big, Beautiful Bill“, passa ora nuovamente alla Camera, dove potrebbe affrontare ostacoli per via dei profondi tagli alla spesa federale, della più rapida riduzione degli incentivi alle energie rinnovabili e delle modifiche al tetto delle deduzioni fiscali (SALT). La Commissione Regolamenti della Camera si è già riunita nel pomeriggio per preparare il voto, ma alcuni analisti temono che la legge possa non rispettare la scadenza autoimposta dai repubblicani del 4 luglio.
Powell mantiene la prudenza, dati USA indeboliscono la ripresa
Dal forum annuale della BCE a Sintra, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito ancora una volta il messaggio di cautela: la Fed intende aspettare ulteriori dati prima di eventuali tagli dei tassi, anche se non esclude possibili interventi già nella riunione di luglio. Powell ha confermato che nei prossimi mesi l’inflazione potrebbe mostrare una temporanea risalita. Sul fronte dei dati macroeconomici, l’ISM manifatturiero di giugno è risultato leggermente inferiore alle attese, con nuovi ordini deboli e un indice prezzi ancora elevato, pur in leggero calo mensile. In contrazione anche l’indice occupazionale del settore manifatturiero. Migliore del previsto invece il dato JOLTS sulle offerte di lavoro di maggio, anche se ancora all’interno di una fascia sostanzialmente stabile, con un lieve calo nel tasso delle assunzioni. La settimana macroeconomica prosegue oggi con la pubblicazione del dato sui nuovi occupati privati ADP, mentre giovedì arriverà il più atteso rapporto sui nonfarm payrolls di giugno, atteso attorno alle 115 mila unità, inferiore al mese precedente e con alcuni analisti che avvertono possibili rischi al ribasso. Questi dati saranno cruciali per determinare le prossime mosse della Fed, soprattutto in un contesto politico americano in cui il presidente Trump continua a esercitare pressioni per tagli immediati dei tassi.