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Insights 27 Giu 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Nei negoziati commerciali, la velocità è spesso nemica del risultato.” (Jean-Claude Juncker)

Borse verso i massimi, cosa le può fermare? Seduta poco mossa giovedì per le borse europee: STOXX 600 +0,1%, FTSE 100 +0,3%, DAX +0,6%, CAC 40 +0,1%, FTSE Mib +0,08%. Al centro dell’attenzione resta il dossier commerciale USA-UE. Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, l’UE starebbe cedendo alle pressioni economiche del presidente americano Trump, consentendo ora alle grandi società tecnologiche statunitensi di influire direttamente sull’applicazione del Digital Markets Act (DMA). Tale mossa potrebbe indebolire significativamente la regolamentazione digitale europea, sollevando preoccupazioni sulla sua effettiva efficacia futura. Questa evoluzione rispecchia le forti pressioni esercitate sulla Commissione Europea per arrivare rapidamente a un accordo commerciale. In particolare, il cancelliere tedesco Merz e la premier italiana Meloni hanno chiesto una maggiore rapidità nei negoziati. Tuttavia, Bruxelles teme che una conclusione troppo frettolosa possa portare a un accordo sfavorevole. Durante il vertice europeo in corso, la presidente Von der Leyen cercherà indicazioni dai leader UE sulla strategia da adottare, valutando se puntare a un accordo immediato con concessioni tariffarie parziali o prolungare i negoziati. Intanto, resta sul tavolo la proposta europea di dazi di ritorsione per €95 miliardi, a fronte della minaccia di Trump di applicare tariffe del 50% sui prodotti europei dopo la scadenza della tregua tariffaria del 9 luglio.

Wall Street vola verso i massimi, Fed sotto pressione politica

Seduta positiva a Wall Street con gli indici vicino ai massimi storici: Dow Jones +0,94%, S&P 500 +0,80%, Nasdaq +0,97%, Russell 2000 +1,68%. L’S&P 500 e il Nasdaq sono ormai a meno dello 0,1% dai loro record assoluti. Il mercato rimane in una fase di bassa volatilità, sostenuto da un clima favorevole alla riduzione dei tassi e da una rinnovata euforia sui titoli legati all’intelligenza artificiale, come testimoniato dall’ottima trimestrale di Micron. I riflettori restano puntati sulla crescente pressione politica esercitata dal presidente Trump sulla Fed, con la possibilità sempre più concreta che venga annunciato già entro l’estate un successore per il presidente Powell, il cui mandato scade nel maggio 2026. Il tema della riduzione dei tassi si intreccia anche con i segnali di debolezza emersi dai recenti dati macroeconomici USA. Sul fronte politico, prosegue la discussione sul disegno di legge di riconciliazione repubblicano, con divisioni ancora aperte su tagli al Medicaid e tetto delle deduzioni SALT, ma il passaggio finale resta comunque ampiamente previsto. Sul fronte commerciale, la Casa Bianca lascia intendere possibili annunci imminenti, confermando che la scadenza del 9 luglio potrebbe essere flessibile. Inoltre, il Tesoro USA ha annunciato la rimozione della controversa proposta fiscale “Sezione 899” (revenge tax) dalla legge tributaria, in cambio di concessioni fiscali da parte dei paesi del G7 verso le società statunitensi.

Trump prepara il dopo-Powell, mercato in attesa

Continua a tenere banco la questione del successore di Jerome Powell alla guida della Fed. Secondo fonti stampa, il presidente Trump starebbe valutando di annunciare il nome del nuovo presidente della banca centrale già tra settembre e ottobre, o forse prima. Trump, recentemente tornato ad attaccare Powell per la mancata riduzione dei tassi, ha dichiarato apertamente di avere già in mente tre o quattro possibili candidati. I nomi in pole position sono quelli di Kevin Warsh, ex governatore della Fed già considerato in passato, Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale (NEC), David Malpass, attuale presidente della Banca Mondiale, il governatore della Fed Christopher Waller e il segretario al Tesoro Scott Bessent. Tra questi, Warsh era stato il primo ad essere contattato in precedenza, anche se alcuni consiglieri vicini a Trump esprimono dubbi sulla sua passata politica monetaria troppo restrittiva. Waller, sostenitore di un immediato taglio dei tassi, gode di un crescente favore, anche se la sua scarsa familiarità personale con Trump lo rende una scelta meno probabile. Malpass è apprezzato per il sostegno a una politica monetaria accomodante, ma Trump avrebbe dubbi sulla sua capacità comunicativa. Hassett ha indicato informalmente di non essere interessato, mentre Bessent non avrebbe ancora escluso del tutto l’ipotesi. Indipendentemente da chi verrà scelto, la decisione avrà un peso rilevante sulle future politiche monetarie USA, e il mercato resta in attesa con una certa apprensione.