Il punto sul mercato di Integrae SIM

“In mercati divisi tra paura e avidità, il vero vincitore è chi non prende posizione.” (Warren Buffett)
Tanto tuonò che bombardarono, ma le Borse non si scompongono. La settimana in Borsa inizia ancora una volta all’insegna dei crescenti rischi geopolitici, con il presidente Trump che ha attuato un massiccio attacco con bombe anti-bunker dei siti nucleari dell’Iran, entrando nel conflitto a fianco di Israele. Una mossa a sorpresa che però non ha turbato, per ora, gli investitori che si aspettano a questo punto una rapida conclusione del conflitto: la piazza finanziaria di Tel Aviv ha chiuso il salita dell’1,5%, quella dell’Arabia Saudita in flessione dello 0,4%, il Bitcoin è sceso sotto la soglia di $100mila in rosso del 4%. La tensione geopolitica si sovrappone anche a preoccupanti segnali economici: vendite al dettaglio, produzione industriale e avvio di nuovi cantieri immobiliari in calo a maggio, con l’indice Citi US Economic Surprise scivolato ai minimi degli ultimi nove mesi. Il quadro è ulteriormente complicato da un report secondo cui le maggiori aziende americane stanno tagliando il personale, temendo che organici troppo numerosi possano frenare la crescita. Sulla politica monetaria, il nuovo SEP della Fed mostra una posizione più restrittiva per il 2026-2027, con previsioni di crescita più basse e inflazione più alta a causa delle tariffe. Il presidente Trump intanto rinnova gli attacchi a Powell, chiedendo tagli immediati ai tassi di 250 punti base e riaccendendo la discussione sulla sua possibile sostituzione con l’ex presidente della Banca Mondiale, David Malpass.
Diversificazione, la vera vincitrice del 2025
In un anno segnato da conflitti geopolitici, guerra commerciale e crisi domestiche negli Stati Uniti, la vera sorpresa è stata la forte performance delle strategie diversificate. Secondo Société Générale, un portafoglio multi-asset composto da azioni, obbligazioni sovrane, credito corporate, materie prime e cash è sulla strada per registrare il miglior primo semestre dal 2008. Anche il classico portafoglio bilanciato 60/40 (azioni-obbligazioni), considerato superato durante la pandemia, ha dimostrato una notevole resilienza. L’estrema volatilità dei mercati ha premiato quindi gli investitori che hanno preferito un approccio neutrale e prudente, penalizzando invece le posizioni troppo concentrate sui grandi titoli tecnologici. «Per ogni indicatore che segnala un’economia forte, ce n’è uno che suggerisce un rallentamento», ha sintetizzato John Davi, CEO di Astoria Portfolio Advisors, sottolineando che la scelta più ragionevole sembra proprio quella di una neutralità disciplinata e un approccio «all-weather».
UBS indica i temi vincenti per il futuro: AI, energia e longevità
Nel mezzo di incertezze geopolitiche ed economiche, UBS individua tre fattori chiave destinati a sostenere i mercati azionari nel prossimo decennio: intelligenza artificiale, innovazione energetica e longevità. Secondo gli analisti della banca svizzera, queste rappresentano opportunità strutturali di lungo termine e tattiche di breve periodo. Tra le aziende individuate come particolarmente interessanti, UBS segnala ASML, leader mondiale nella produzione di apparecchiature per semiconduttori. Nel settore energetico spicca Shell, colosso petrolifero con un ampio portafoglio nel gas naturale liquefatto (GNL) e una rete globale di oltre 45.000 stazioni di servizio. Shell appare ben posizionata per affrontare la transizione energetica, grazie a una strategia mirata alla semplificazione del business e all’aumento dei rendimenti per gli azionisti, pur considerando i persistenti rischi geopolitici e fiscali. Nel comparto del lusso, Hermès si conferma una scelta difensiva grazie agli elevati margini di profitto e alla resilienza dimostrata nei periodi di rallentamento economico, soprattutto grazie alla forza dei suoi iconici prodotti come le borse Birkin e Kelly. Rimangono tuttavia potenziali rischi legati a un eventuale rallentamento globale della spesa discrezionale e alla volatilità nei costi delle materie prime. Infine, nel settore bancario, Banco Santander offre un’interessante diversificazione geografica, con attività rilevanti sia in Europa che in America Latina, dove la sua controllata brasiliana rappresenta oltre il 25% degli utili del gruppo. Anche per Santander, però, gli analisti avvertono che rimangono significativi i rischi legati all’incertezza economica generale e alle condizioni più volatili dei mercati emergenti.