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Insights 17 Giu 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Nei mercati, la chiarezza spesso è una percezione, non un fatto.” (Howard Marks)

Europa resiliente nonostante tutto. Inizia positivamente la settimana per le borse europee: STOXX 600 +0,4%, FTSE 100 +0,4%, DAX +0,8%, CAC 40 +0,7%, e ottima performance del FTSE Mib, in rialzo di +1,24%. I mercati europei mostrano forza nonostante le tensioni geopolitiche, con una chiara divergenza tra società orientate al mercato interno e quelle esposte all’export, con le prime nettamente più forti dal mese di marzo. Secondo Goldman Sachs, nonostante la spesa aziendale complessiva rimanga piatta, le società europee offrono rendimenti attraenti agli azionisti: lo STOXX 600 mostra uno yield totale (dividendi e buyback) del 5%, ben superiore al 4% degli Stati Uniti, con il comparto bancario che guida la classifica (circa 10% di yield totale). Tuttavia, JPMorgan avverte che il fattore decisivo per questa sovraperformance interna potrebbe essere la proposta di legge fiscale statunitense, in particolare la Sezione 899, una tassa progressiva che potrebbe imporre fino al 20% di tassazione sui redditi USA degli investitori esteri, penalizzando fortemente le società europee con importanti operazioni negli Stati Uniti. L’incertezza normativa rende meno attraenti i flussi di capitale verso gli USA, con probabile indebolimento del dollaro nella seconda metà dell’anno. JPMorgan ha identificato 83 società europee particolarmente esposte a questo rischio. La preferenza degli investitori, quindi, continua a spostarsi verso società meno dipendenti dal mercato americano.

Wall Street recupera terreno, tensioni geopolitiche sotto osservazione

Seduta in rialzo anche per Wall Street, con gli indici che hanno recuperato parzialmente le perdite di venerdì: Dow Jones +0,74%, S&P 500 +0,89%, Nasdaq +1,43% e Russell 2000 +1,05%. Dopo i ribassi di oltre l’1% di venerdì, il recupero di lunedì riflette la parziale attenuazione delle tensioni geopolitiche tra Iran e Israele. Il presidente Trump ha dichiarato che l’Iran intende discutere una possibile de-escalation, mentre fonti israeliane hanno ribadito che le operazioni militari continueranno indipendentemente dai colloqui USA-Iran. Positivo anche il calo del prezzo del petrolio, dopo il rialzo del 13% della scorsa settimana, favorito dalla conferma che non ci sono state interruzioni produttive né blocchi nello Stretto di Hormuz. Gli investitori restano comunque prudenti, in attesa di aggiornamenti sulla riunione della Fed (FOMC) di mercoledì, sulla manovra di riconciliazione fiscale, e sulle trattative tariffarie USA-UE in vista della scadenza del 9 luglio. Tra gli elementi a favore del mercato restano l’ottimismo sulle prospettive degli utili, le condizioni finanziarie più favorevoli, il posizionamento ancora leggero degli investitori istituzionali e la svolta accomodante nella politica migratoria di Trump. Rimangono tuttavia presenti rischi legati all’inflazione, al deficit pubblico, alla debole domanda di Treasury a lungo termine e al cambio di atteggiamento degli investitori retail.

Fed verso pausa, ma il mercato attende la conferma di Powell

L’evento chiave della settimana sarà il meeting della Fed (FOMC) di giugno, in programma mercoledì, con pubblicazione del comunicato e delle proiezioni economiche aggiornate (SEP) alle 14:00 locali (le 21 in Italia), seguite dalla conferenza stampa di Powell alle 14:30. Non è previsto alcun cambiamento immediato sui tassi di interesse, ma gli analisti prevedono alcune modifiche nel linguaggio del comunicato, con riferimenti più espliciti all’incertezza e ai rischi persistenti su crescita e inflazione. La maggiore attenzione sarà dedicata alle nuove proiezioni economiche (dot plot), con diversi analisti che anticipano una revisione verso un singolo taglio dei tassi di 25 punti base nel 2025, spostando i restanti due tagli previsti al 2026. Le previsioni sulla crescita economica potrebbero essere riviste al ribasso a causa degli effetti negativi delle politiche tariffarie e delle tensioni geopolitiche, mentre le stime sulla disoccupazione potrebbero salire leggermente. Powell dovrebbe ribadire la posizione attendista della banca centrale, sottolineando che l’incertezza sulle politiche commerciali impedisce decisioni più aggressive sui tassi. La Fed, dunque, sembra intenzionata a procedere con prudenza, in attesa che i contorni di politica commerciale e fiscale siano più chiari. Per i mercati sarà decisivo capire se questa pausa possa effettivamente essere sostenuta nel medio periodo o se nuove tensioni, geopolitiche o economiche, spingeranno la Fed verso ulteriori interventi già nel breve termine.