Il punto sul mercato di Integrae SIM

«Se alzi muri di tariffe, prima o poi qualcuno li dovrà pagare» (Paul Krugman)
Mercati europei cauti, la UE pronta a reagire sui dazi. Le Borse europee hanno chiuso prevalentemente in negativo la seduta di martedì caratterizzata dalla cautela degli investitori in attesa delle riunioni delle banche centrali e degli sviluppi politici e commerciali. Lo STOXX 600 ha perso lo 0,2%, il DAX tedesco lo 0,5% e il CAC 40 francese lo 0,4%, mentre ha fatto eccezione il FTSE Mib, in rialzo dello 0,22%. Sul piano politico, in Germania, Friedrich Merz è stato eletto Cancelliere dopo un imprevisto secondo turno di votazioni al Bundestag. Nel frattempo, si intensifica la tensione sul fronte commerciale: fonti Bloomberg segnalano che la Commissione Europea è pronta a introdurre tariffe su circa €100 miliardi di beni statunitensi se i negoziati commerciali con gli USA non dovessero produrre risultati soddisfacenti. La lista delle potenziali misure di ritorsione sarà discussa con gli stati membri già il 7 maggio, con un mese di consultazione prima della decisione finale. Parallelamente, Bruxelles presenterà a Washington proposte concrete per rilanciare il dialogo, abbattendo barriere tariffarie e non tariffarie e aumentando gli investimenti transatlantici.
Wall Street in calo alla vigilia della Fed, Ford vittima dei dazi
A Wall Street i principali indici hanno chiuso in ribasso per il secondo giorno consecutivo, pur recuperando parte delle perdite dai minimi di giornata. Il Dow Jones ha ceduto lo 0,95%, lo S&P 500 ha perso lo 0,77%, mentre il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,87%. Il mercato resta focalizzato sul meeting della Federal Reserve di oggi, da cui non si attendono variazioni immediate sui tassi, attualmente al range 4,25%-4,50%, ma saranno decisive le parole di Jerome Powell nella conferenza stampa. Secondo gli economisti, il presidente della Fed ribadirà l’importanza della pazienza e non escluderà un possibile taglio dei tassi già da giugno, anche se le previsioni degli analisti restano molto contrastanti: se Deutsche Bank e Bank of America non vedono tagli imminenti a causa della solidità del mercato del lavoro, Citigroup prevede invece un drastico taglio di 125 punti base entro fine anno. Nel frattempo, Ford Motor Co. ha sospeso le sue previsioni finanziarie per il 2025, stimando che le tariffe volute dall’amministrazione Trump potrebbero ridurre l’EBIT adjusted annuale di circa $1,5 miliardi. L’annuncio ha causato una discesa delle azioni Ford del 2,8% nell’after-hours, rafforzando le preoccupazioni generali sull’impatto negativo della guerra tariffaria sull’industria automobilistica americana, che rischia aumento dei prezzi, riduzione dei posti di lavoro e minori margini di profitto.
Banche centrali, fari puntati sulla BCE e la BoE
Sul fronte macro, gli occhi restano puntati anche sulle banche centrali europee, con la Bank of England che secondo le attese potrebbe tagliare i tassi e adottare toni più accomodanti per fronteggiare i rischi di rallentamento. Nessun movimento, invece, è previsto da parte di Norges Bank e Riksbank. Intanto, l’inflazione nell’Eurozona si consolida sopra il target della BCE, con il dato di aprile confermato al 2,2% e l’inflazione core che ha sorpreso in rialzo al 2,7%. Questo scenario complica ulteriormente il quadro delle decisioni della BCE, chiamata a bilanciare i rischi di rallentamento economico legati ai dazi con le persistenti pressioni inflazionistiche. La prudenza sarà quindi ancora protagonista nelle prossime settimane consolidando l’attesa per un posizionamento del mercato in modalità sell in may.