Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Il potere non sta solo nel fare, ma nel far credere che si possa fare.” (Jean Monnet)
Borse in ripresa, ma la geopolitica resta un freno alla fiducia. Le Borse europee hanno chiuso la seduta di giovedì in territorio positivo, in prossimità dei massimi giornalieri, consolidando i guadagni delle due giornate precedenti. Il FTSE Mib ha guadagnato lo 0,96%, superando i principali listini continentali come lo Stoxx 600 (+0,4%), il DAX (+0,5%) e il CAC (+0,3%). A sostenere il rimbalzo è stato un nuovo segnale di distensione sul fronte dei dazi USA-Cina, con indiscrezioni secondo cui la Casa Bianca starebbe valutando un taglio delle tariffe su Pechino superiore al 50%. Un passo che segue le dichiarazioni di Trump sulla possibilità di una “rilevante riduzione tariffaria”, ma che resta tutto da verificare. Il Segretario al Tesoro Bessent ha infatti chiarito che nessun taglio sarà unilaterale e che un eventuale accordo richiederà almeno 2-3 anni. Da Pechino, nessuna apertura: nessun negoziato in corso, mentre si chiede l’abolizione totale delle tariffe per aprire un dialogo. Intanto, il settore auto rimane sotto pressione, nonostante alcune aperture su pezzi di ricambio, mentre Trump ha rilanciato l’idea di chiamare Powell per chiedere un taglio dei tassi.
La BCE prende tempo, ma il rischio rallentamento cresce
Sul fronte europeo, le dichiarazioni del capo economista della BCE Philip Lane hanno contribuito a mantenere un tono prudente: i dazi di Trump rallenteranno la crescita, ma non porterebbero automaticamente a una recessione. L’Eurotower prevede per ora un PIL in aumento dello 0,9% nel 2025, ma Lagarde ha ammesso che il quadro potrebbe cambiare già a giugno. Le parole arrivano all’indomani della pubblicazione del PMI dell’Eurozona, che ha mostrato un brusco stop della crescita ad aprile, prima ancora che l’impatto dei dazi si manifesti pienamente. Il governatore finlandese Rehn ha sollecitato la BCE a restare agile, senza escludere un taglio più ampio dei tassi. Al momento, il mercato prezza due interventi da 25 punti base, ma l’incertezza sull’inflazione potrebbe spingere verso un approccio più graduale, per non bruciare munizioni se lo scenario dovesse deteriorarsi rapidamente.
Wall Street scommette sulla retromarcia di Trump, ma le cause legali incombono
Anche a Wall Street è proseguito il recupero, con il Nasdaq in rialzo del 2,74%, lo S&P 500 a +2,03% e il Dow Jones a +1,23%. A guidare il rally sono stati i titoli tech e i settori più colpiti dalle vendite recenti. Il mercato sembra scommettere su una parziale marcia indietro di Trump: dopo aver triplicato i dazi verso la Cina, il Presidente ha rilanciato inviti a negoziare, pur mantenendo toni contraddittori. Se da un lato promette che “la Cina starà bene” e nega la volontà di “giocare duro”, dall’altro Bessent ribadisce che non ci sarà alcuna riduzione unilaterale. Intanto, i rendimenti dei Treasury a lunga scadenza sono scesi dopo che Trump ha frenato sull’ipotesi, probabilmente illegale, di licenziare Powell, mentre il Bitcoin ha guadagnato terreno e l’oro ha perso smalto. Ma il contesto resta fragile: dodici Stati USA hanno avviato un’azione legale contro la Casa Bianca, accusando Trump di aver violato i poteri del Congresso con dazi imposti in base a una legge d’emergenza del 1977. “Il Presidente non può aumentare le tasse a suo piacimento”, ha dichiarato la Procuratrice generale di New York Letitia James, “eppure è esattamente ciò che sta facendo”.