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Insights 16 Apr 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Nelle relazioni internazionali, ogni dazio è una scommessa. Ma spesso il banco vince.” (Pascal Lamy)

Europa in rialzo, ma sui dazi resta la distanza con Washington. Le Borse europee hanno chiuso la seduta di ieri in territorio positivo, vicine ai massimi di giornata: STOXX 600 +1,6%, FTSE 100 +1,4%, DAX +1,4%, CAC +0,9%. Il sentiment è rimasto cauto dopo che il nuovo round di negoziati UE-USA non ha portato a svolte significative. Il capo del commercio europeo Šefčovič ha lasciato Washington senza indicazioni chiare dagli USA, sottolineando la mancanza di coerenza nelle priorità americane e la netta opposizione a un’intesa “zero-for-zero” sui beni industriali. L’amministrazione Trump intende mantenere i dazi settoriali e chiede nuove concessioni su standard alimentari, regolazione digitale e farmaci. Intanto, l’UE ha rinviato contromisure da € 21 miliardi, ma ha avvertito che l’escalation è possibile. La presidente von der Leyen ha ipotizzato una tassa europea sui big tech statunitensi, mentre si intensificano i segnali di un riavvicinamento strategico dell’Europa alla Cina. Un quadro che non favorisce il ritorno del risk-on.

Wall Street chiude mista: si sgonfia il mini-rimbalzo

Seduta interlocutoria per gli indici americani, con il Dow in calo dello 0,38%, lo S&P 500 a -0,17%, Nasdaq -0,05% e il Russell 2000 leggermente positivo a +0,11%. Dopo un avvio al rialzo alimentato da buone trimestrali bancarie e da segnali di stabilizzazione dei tassi, i mercati hanno perso slancio. La volatilità continua a calare (con VIX e MOVE in ritirata vicini a soglie di supporto rilevanti), ma il tema dei dazi resta centrale. La Casa Bianca ha avviato indagini di sicurezza nazionale su farmaceutica e semiconduttori, anticamera di nuove tariffe potenziali, mentre è stato confermato il mancato avanzamento nei colloqui con l’Europa. Le tensioni con Pechino si sono riaccese dopo che la Cina ha ordinato di fermare le consegne Boeing e gli acquisti di componenti americani per le compagnie aeree. Il consigliere Leavitt ha dichiarato che annunci di accordi potrebbero arrivare a breve, ma la palla sarebbe ora nel campo cinese che non sembra propendere per la linea morbida.

Trump apre (forse) alle esenzioni, ma i mercati restano disorientati

Nel fine settimana e lunedì, l’amministrazione americana ha mostrato segnali di ripensamento su alcuni fronti tariffari, pressata dal crollo dei mercati, dai moniti di Wall Street e dai sondaggi in discesa. La Cina, intanto, ha rilanciato con nuove restrizioni su terre rare, mettendo a rischio interi comparti industriali globali. Trump ha confermato di voler valutare esenzioni temporanee su auto e componenti, per dare tempo all’industria di rilocalizzare la produzione negli USA. Ma le minacce di nuovi dazi su semiconduttori e farmaceutica rendono il messaggio confuso e instabile. Le imprese e i partner commerciali non riescono a trovare un punto fermo. E se i mercati sembrano per ora tollerare il caos, il nervosismo resta altissimo.