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Insights 7 Apr 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Il denaro non si crea né si distrugge, si sposta semplicemente da un’intuizione all’altra” (Gordon Gekko, Wall Street (1987))

La settimana si apre dopo esserci lasciati alle spalle un bilancio disastroso sui mercati: le vendite hanno colpito in modo trasversale asset azionari, criptovalute ed energia, con picchi ribassisti nel comparto tecnologico e nelle small cap. Spiccano i tonfi del Nasdaq 100 e dell’indice europeo delle small cap, che hanno guidato il derisking globale. Anche il FTSE Mib ha chiuso in forte calo (-6,5% nella sola seduta di venerdì), scivolando sotto i 37.000 punti, penalizzato dalle vendite generalizzate sul comparto industriale. A reggere in parte il colpo è stato solo l’oro, che si è confermato bene rifugio per eccellenza, segnando un nuovo massimo storico nel corso della settimana. Male invece Bitcoin e il gas naturale europeo, affossati dalla fuga dal rischio. In questo contesto, la tempesta sui mercati è stata alimentata dalla crescente tensione commerciale tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, che ha annullato qualsiasi tentativo di rimbalzo tecnico.

Torna lo spettro della stagflazione: dazi Usa, ritorsioni e rischi sistemici

Il nuovo piano tariffario annunciato dal presidente Donald Trump ha avuto un impatto deflagrante sui mercati. La misura prevede un dazio minimo del 10% su tutte le importazioni e tariffe superiori per i Paesi che impongono barriere più alte sui beni statunitensi. La Cina è la più colpita, con una tariffa del 34%, mentre Regno Unito e Brasile si fermano al 10%. L’intento dichiarato è riequilibrare il commercio globale, ma le reazioni non si sono fatte attendere: Pechino ha risposto con misure speculari, annunciando dazi del 34% su tutte le importazioni dagli Usa e restrizioni sull’export di terre rare. Il clima è da piena guerra commerciale. Economisti e strategist mettono in guardia: lo scenario che si sta profilando potrebbe compromettere le prospettive di crescita globale. Il timore è che i nuovi dazi alimentino l’inflazione e paralizzino la domanda. La Federal Reserve ha segnalato che le tariffe potrebbero avere un impatto persistente sull’inflazione e rallentare l’economia. I mercati ora prezzano quattro tagli dei tassi nel 2025, con un rischio stagflazione che prende corpo. Intanto, l’Europa guarda con ansia all’evoluzione dello scontro, già costata cara alle aziende esportatrici.

Wall Street in caduta libera: $ 5 trilioni persi in due giorni

La doppia seduta nera di giovedì e venerdì ha cancellato oltre $ 5.000 miliardi di capitalizzazione dalle Borse americane. L’indice S&P 500 ha registrato un crollo del 6% solo nella giornata di venerdì, dopo un -4,8% giovedì, firmando la peggior due-giorni dal 2020. Il Nasdaq è entrato ufficialmente in bear market. A guidare il tracollo sono stati ancora una volta i colossi della tecnologia, in particolare Nvidia (-30% da inizio anno) e Tesla, travolti dai timori legati ai dazi su semiconduttori e farmaceutica, annunciati come “imminenti” dallo stesso Trump. Il messaggio della Casa Bianca, però, è rimasto granitico: “Non indietreggeremo”, ha dichiarato il Segretario al Commercio Lutnick. Ma il rischio sistemico si avverte. La Cina ha risposto con precisione chirurgica, mentre alcuni Paesi cercano una via diplomatica per evitare lo scontro frontale. Il nervosismo resta elevato: per molti analisti, lo shock tariffario potrebbe essere solo l’inizio. La settimana si apre all’insegna dell’incertezza più assoluta.