Il punto sul mercato di Integrae SIM

“I mercati odiano l’incertezza, ma ancor di più odiano le sorprese.” (Ray Dalio)
Le Borse europee hanno chiuso la scorsa settimana per lo più in calo, con gli investitori in modalità risk-off e un sentiment appesantito dalla crescente incertezza sulle politiche economiche e commerciali di Trump. Il DAX (-1,8%) è stato il peggiore tra i principali indici, seguito dal CAC 40 (-0,9%) e dallo STOXX 600 (-0,5%), mentre il FTSE 100 è rimasto invariato. Il FTSE MIB ha ceduto lo 0,48%, mantenendosi sotto i 38.000 punti. Il taglio dei tassi da 25 puntidella BCE non è bastato a sostenere i mercati, con la banca centrale che ha segnalato una possibile pausa ad aprile, alimentando speculazioni su divisioni interne al board. Christine Lagarde ha continuato a sostenere che la politica monetaria sarà guidata dai dati, senza forecast, a causa dell’incertezza sulla magnitudo della nuova politica commerciale statunitense. Alcuni membri del Consiglio direttivo vogliono attendere per valutare gli effetti dell’aumento della spesa per la difesa in Europa e il deterioramento del quadro geopolitico. Il mercato, al momento, prezza con certezza solo un ulteriore taglio entro la fine dell’anno. Sul fronte internazionale, Bloomberg ha riportato che la Russia sarebbe disposta a negoziare una tregua temporanea con l’Ucraina, a patto che ci siano progressi concreti su un accordo di pace definitivo. Attesa quindi per la reazione dei prezzi delle materie prime che venerdì hanno mostrato rialzi significativi.
La serie negativa si allunga
Negli Stati Uniti, gli indici azionari hanno chiuso in rialzo una settimana volatile: l’S&P 500 (+1,58%) recuperare parte delle perdite di giovedì, anche se l’indice e il Nasdaq hanno chiuso la terza settimana consecutiva in calo, segnando la peggiore serie negativa da settembre. I mercati sono rimasti incerti sulle prospettive di crescita, mentre il VIX ha registrato il livello di chiusura più alto dell’anno per poi ritracciare a fine seduita. Il report sui salari non agricoli di febbraio è risultato in linea con le attese, ma non ha fornito particolari spunti, mentre le parole del presidente della Fed Jerome Powell hanno contribuito a calmare il mercato, ridimensionando l’importanza dell’aumento delle aspettative di inflazione. In evidenza alcuni risultati aziendali positivi, con Broadcom che ha battuto le attese e fornito una guidance solida, attenuando i timori legati al comparto AI, mentre Costco Wholesale e Gap hanno sorpreso positivamente nel retail. Tuttavia, le incertezze legate alla politica commerciale restano dominanti: Trump ha confermato che i dazi su Canada e Messico entreranno in vigore il 2 aprile, mentre la possibilità di esenzioni per il settore automobilistico e agricolo sembra sempre più remota.
L’America si scopre fragile
I dati macro statunitensi della settimana hanno rafforzato il quadro di una crescente fragilità economica. La crescita dell’occupazione è rallentata, con i nonfarm payrolls in aumento di 151.000 unità, ma il tasso di disoccupazione è salito al 4,1%. Più preoccupante il record di 8,9 milioni di americani con più di un lavoro e l’aumento di chi lavora part-time per necessità economiche. L’effetto delle politiche di riduzione dell’apparato federale da parte di Trump inizia a farsi sentire: i licenziamenti nel settore pubblico sono ai massimi dall’inizio della pandemia e alcuni economisti stimano che gli Stati Uniti potrebbero perdere oltre 500.000 posti di lavoro entro fine anno a causa del ridimensionamento forzato della spesa pubblica e delle ricadute sulle aziende private. Powell ha cercato di rassicurare i mercati, sottolineando che l’economia americana “resta in una posizione solida”, ma il quadro rimane complesso, con stagflazione e rischi recessivi sempre più presenti nelle analisi degli investitori istituzionali.