Il punto sul mercato di Integrae SIM

“I mercati sono spietati con chi non sa gestire l’incertezza.” (Warren Buffett)
Le Borse europee hanno “festeggiato” il taglio dei tassi da parte della Bce per lo più in rialzo, recuperando le perdite intraday e avvicinandosi ai massimi di seduta. Il DAX ha registrato un +1,7%, seguito dal CAC 40 (+0,6%), dallo STOXX 600 (+0,2%) e dal FTSE MIB (+0,68%), ormai prossimo alla soglia dei 39.000 punti. Il FTSE 100 ha invece chiuso in calo dello 0,7%, penalizzato dalla debolezza del comparto minerario. Sul fronte statunitense, la giornata si è chiusa con un segno negativo per i principali indici: l’S&P 500 (-1,4%) ha esteso la sua sequenza di movimenti giornalieri superiori all’1%, la più lunga dal novembre 2020, avviandosi verso la peggior settimana da settembre. La volatilità ha trovato terreno fertile nella persistente incertezza sulle politiche commerciali di Trump: dopo le indiscrezioni di mercoledì, il presidente ha firmato un ordine esecutivo per posticipare di un mese le tariffe su Messico e Canada, mentre il Segretario al Commercio Lutnick ha confermato che i dazi reciproci con altri Pesi, Europa compresa, entreranno in vigore dal 2 aprile. Sul fronte macro, l’occupazione negli Stati Uniti ha registrato il ritmo di crescita più lento da luglio, con il settore dei servizi e le regioni colpite da condizioni meteorologiche avverse a guidare il rallentamento.
L’anno dei dazi
Le dinamiche tariffarie restano il principale catalizzatore dei mercati, con Trump che insiste su una politica commerciale aggressiva nonostante la crescente pressione delle aziende statunitensi. La decisione della Casa Bianca di mantenere invariati i dazi su acciaio e alluminio e di proseguire con l’imposizione di barriere commerciali per il settore agricolo e automobilistico evidenzia un’escalation che rischia di impattare le catene di approvvigionamento globali come ai tempi del Covid. Contestualmente, la crescente volatilità sui rendimenti obbligazionari globali ha spinto gli investitori a riposizionarsi, con un deflusso dai titoli USA verso le borse internazionali. Anche il comparto AI continua a essere sotto pressione, come dimostrato dal sell-off su Marvel Techonologies, penalizzato da una guidance in linea con le aspettative ma incapace di soddisfare l’elevata asticella imposta dal mercato. La prova che il mercato è molto nervoso. Sul piano macro, l’incremento delle richieste di sussidi di disoccupazione e l’aumento dei licenziamenti nel settore pubblico, in parte attribuibili al piano di Trump di ridurre l’apparato federale, hanno acceso il dibattito sul rischio recessione, con diversi analisti che iniziano a valutare scenari di soft landing sempre meno probabili.
Torna l’appetito per la Russia?
Sul fronte geopolitico, il dibattito sulle sanzioni alla Russia e il loro potenziale allentamento stanno alimentando speculazioni sul mercato finanziario. Goldman Sachs e JPMorgan hanno iniziato a proporre contratti derivati legati al rublo, un’operazione consentita dalle attuali restrizioni occidentali in quanto non prevede il possesso diretto di asset russi. Questo aumento dell’interesse per strumenti legati alla valuta di Mosca arriva dopo le indiscrezioni di un possibile accordo di pace mediato dagli Stati Uniti, che potrebbe includere la riduzione delle sanzioni come leva negoziale. Nel frattempo, Trump ha intensificato la pressione su Kiev, limitando l’accesso dell’Ucraina alle informazioni di intelligence statunitensi, una mossa che potrebbe avere implicazioni strategiche sulla guerra. L’offensiva russa su Odessa nelle ultime ore, che ha lasciato migliaia di cittadini senza elettricità e causato ulteriori vittime civili, conferma che il conflitto resta una variabile chiave per il sentiment di mercato, con un impatto diretto sulle materie prime e sulla stabilità della regione euroasiatica.