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Insights 6 Mar 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“I mercati odiano l’incertezza più di ogni altra cosa. Anche le cattive notizie sono preferibili al non sapere.” (Jamie Dimon)

La luce in fondo al tunnel? Le Borse europee hanno chiuso in positivo, recuperando parte delle perdite registrate nella sessione precedente. Il DAX ha guidato i rialzi con un +3,4%, seguito dal CAC 40 (+1,6%), dal FTSE MIB (+2%), che si è riportato appena sopra i 38.000 punti, e dallo STOXX 600 (+0,9%), mentre il FTSE 100 è rimasto invariato. Oltreoceano, Wall Street ha chiuso in rialzo, con l’S&P 500 (+0,97%) e il Nasdaq (+1,05%), beneficiando di un parziale allentamento delle tensioni commerciali. Il Segretario al Commercio Lutnick ha indicato che le tariffe su Canada e Messico potrebbero essere riviste al ribasso, segnalando una possibile apertura negoziale. Sul fronte macro, la Cina ha ribadito il proprio obiettivo di crescita del PIL intorno al 5%, supportato da nuove misure fiscali, tra cui un incremento delle emissioni obbligazionarie e un’espansione del deficit fiscale al 4% del PIL, segnale di un sostegno più deciso per contrastare le difficoltà interne ed esterne. Intanto, l’Ucraina ha mostrato disponibilità a firmare un accordo con gli Stati Uniti per le forniture minerarie, alimentando speculazioni su un’intensificazione dei legami commerciali tra Washington e Kiev.

Trump che balla

Le tensioni sui dazi restano al centro dell’attenzione. A poche ore dall’entrata in vigore delle tariffe imposte dagli Stati Uniti, Canada e Cina hanno risposto con misure di ritorsione, accelerando il rischio di una guerra commerciale su larga scala. Se il governo messicano ha mantenuto un atteggiamento più prudente, optando per il dialogo con Trump, i mercati hanno reagito negativamente, con un sell-off che martedì ha spinto l’S&P 500 a registrare la peggior seduta dell’anno e cancellato i guadagni accumulati dal mese di gennaio. Tuttavia, nella tarda serata di ieri, un parziale dietrofront dell’amministrazione statunitense ha attenuato le vendite: le pressioni interne ed esterne, unite a un calo nei sondaggi di Trump, hanno alimentato le speculazioni su una possibile revisione della strategia tariffaria. Il quadro resta incerto e la volatilità sui mercati potrebbe rimanere elevata, con gli investitori che monitorano con attenzione l’evoluzione delle trattative tra Washington e i suoi principali partner commerciali.

E la Cina intanto…

In Cina, il governo ha confermato un target di crescita del PIL al 5%, segnalando un approccio più interventista in risposta alle difficoltà economiche interne ed esterne. Il premier Li Qiang ha sottolineato la necessità di un sostegno fiscale più incisivo, portando l’emissione di obbligazioni speciali del governo locale a 4.400 miliardi di yuan ($610 miliardi) e aumentando del 30% l’emissione di bond a lunghissimo termine, mentre il deficit fiscale è stato ampliato al 4% del PIL. Il passaggio della politica monetaria da “prudente” a “moderatamente allentata” segna un cambio di passo per la prima volta dal 2011, indicando la volontà di fornire ulteriore liquidità al sistema finanziario. Secondo gli analisti di ING, queste misure rappresentano una chiara spinta alla crescita ma pongono anche interrogativi sulla sostenibilità del debito nel lungo termine. Pechino punta a stabilizzare il mercato immobiliare e rafforzare la domanda interna, con il supporto di stimoli mirati nei settori strategici. Il mercato azionario cinese ha reagito positivamente, con un recupero delle principali piazze finanziarie, mentre gli investitori restano in attesa di ulteriori dettagli sulle misure di politica economica nei prossimi mesi.