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Insights 5 Mar 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“L’uomo è un dio quando sogna e un pezzente quando riflette” (Friedrich Hölderlin)

Le Borse europee hanno chiuso in netto calo, con lo STOXX 600 in ribasso del 2,1%, il FTSE 100 a -1,3%, il DAX in forte flessione (-3,5%) e il CAC 40 in calo dell’1,9%. Il FTSE MIB ha registrato la seconda peggiore performance tra i principali listini europei, con una flessione del 3,4%, scendendo sotto la soglia dei 38.000 punti. Un movimento in linea con il DAX che però ha fatto sgenare ieri il massimo storico. Anche negli Stati Uniti, la sessione è stata negativa, con il Dow Jones in calo dell’1,55%, l’S&P 500 a -1,22% e il Nasdaq in ribasso dello 0,35%. La volatilità ha dominato la seduta, con gli investitori che hanno monitorato attentamente le dinamiche sui dazi imposti dagli Stati Uniti, entrati in vigore oggi, e le misure di ritorsione da parte di Canada e Cina. La preoccupazione per una guerra commerciale globale rimane il principale fattore di incertezza, pesando soprattutto sui settori più esposti, mentre la retorica protezionistica di Trump 2.0 continua ad alimentare il rischio geopolitico. In questo contesto, il mercato ha visto qualche timido segnale di acquisti sui ribassi, in particolare sui titoli legati all’intelligenza artificiale, nonostante l’assenza di aggiornamenti significativi sulla crescita strutturale del settore.

La BCE al centro

Questa settimana, i riflettori sono puntati sulla riunione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, in programma per giovedì, la seconda del 2025. Il mercato si aspetta un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base, che porterebbe il tasso sui depositi al 2,5%, ancora all’interno di una fascia considerata tecnicamente restrittiva rispetto all’intervallo neutrale della BCE, stimato tra l’1,75% e il 2,25%. Il meeting si svolge in un contesto in cui l’inflazione nell’Eurozona ha continuato a rallentare, scendendo al 2,4% dal 2,5% di gennaio, mentre l’inflazione core ha registrato un calo al 2,6% dal 2,7%. Anche l’inflazione dei servizi, fattore di preoccupazione per gran parte del 2024, ha iniziato a scendere, passando al 3,7% dal 3,9%. Tuttavia, il vero nodo resta la debolezza dell’economia europea, rimasta stagnante per due anni e senza segnali concreti di ripresa. Il mercato si aspetta in sintesi che la BCE possa tagliare per il quarto trimestre consecutivo le previsioni di crescita per il 2025, considerando che i rischi di recessione si stanno concretizzando e la ripresa dei consumi si è rivelata più volte un’illusione.

Crypto implosione?

L’attenzione degli investitori si è concentrata sulla forte correzione dei titoli growth e tecnologici, con il Nasdaq che ha registrato la peggior settimana da settembre 2024. Il sell-off delle big tech ha visto Tesla perdere il 43% dal massimo a 52 settimane, mentre Nvidia ha ceduto il 22% e Bitcoin il 24%. Anche i titoli legati al settore crypto hanno subito pesanti ribassi, con Coinbase in calo del 41%, Ethereum a -46% e MicroStrategy a -56%. In particolare, la bolla speculativa sulle meme coin & affini, ha mostrato i suoi limiti, con Trump Media (società cui fa capo il social Truth) in calo del 70%, Trump Coin a -83% e i progetti più speculativi come Fartcoin (-89%) e Melanie Coin (-94%) completamente implosi. La fase di riduzione dell’esposizione sugli asset più rischiosi riflette il deterioramento della fiducia degli investitori, con un progressivo spostamento della liquidità verso asset difensivi o quelli esposti al fronte bellico. La volatilità resta elevata, con il VIX che continua a salire (+50% dai minimi del 2024), segnalando un mercato ancora fragile di fronte alle incognite politiche e macroeconomiche.