Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Ci sono due casi nella vita di un uomo in cui non deve speculare in Borsa: quando non può permetterselo, e quando può” (Mark Twain)
Banche in festa dopo la BCE. Tutti €700 miliardi di depositi presso la sede di Francoforte saranno remunerati. Nello stesso tempo i debitori saranno costretti, probabilmente, a pagare gli interessi passivi. Un mix vantaggi indubbi nel breve periodo per tutto il comparto bancario europeo. L’indice di Piazza Affari, dove il peso dei titoli finanziari è notevole, ha festeggiato con un rialzo superiore al 2% recuperando quota 22mila punti. Balzo in avanti anche per il DAX, +2,4%, che sale nonostante i timori di recessione che potrebbe impattare negativamente per €150 miliardi sulle imprese tedesche. E all’orizzonte ci sono ulteriori rialzi dei tassi. Per i falchi l’inflazione potrebbe aumentare ancora nel breve termine, con la componente energia che pesa per il 40% sul valore finale. Per questo atteso un aumento di ulteriori 150 punti entro fine anno, dopo i +125 di inizio 2022, ovvero sino al livelli che assicurino il target di inflazione del 2% nel medio termine. Idealmente ci vorranno 18-24 mesi per aggiustare la rotta. Attenzione quindi alla rilevazione dell’indice ZEW del sentimento sull’economica tedesca a settembre in uscita alle 11 di oggi: atteso un calo di 60 punti.
Mercati in pressing
In USA lo scenario sta invece prendendo una strada diversa. I mercati sono in pressing sulla FED e anche la politica. Il Segretario del Tesoro Usa ed ex Governatore Janet Yellen ha dichiarato pubblicamente di aspettarsi un atterraggio morbido dell’economia. La stabilità dei prezzi non può essere un freno per la crescita statunitense. Ne capiremo di più oggi con i dati USA sull’inflazione ad agosto: atteso -0,1% mese su mese e +8,1% anno su anno. Si tratterebbe del secondo rallentamento consecutivo su base mensile, e il primo calo dal maggio del 2020. Abbastanza per fare cambiare la rotta della FED? Forse no, ma sono sicuramente in aumento le probabilità che alla prossima riunione di fine settembre Jerome Powell annunci un aumento inferiore ai 75 punti. Calano anche le aspettative di inflazione attesa dagli americani: +5% a 12 mesi, le più basse dal 2021. Nel frattempo si indebolisce il dollaro mentre il rendimento dei titoli di stato a dieci anni si stabilizza sotto la soglia di allarme del +3,5%. In 7 giorni l’euro ha guadagnato oltre l’1% rispetto al dollaro, una variazione elevata nel mondo delle valute.
Giacimenti all’Italiana
Il price cap sul gas sembra essere stato eliminato dalle proposte dell’Unione Europea. Il punto è che i Paesi più dipendenti dalla Russia temono un azzeramento delle forniture e un inverno gelido. L’eterogeneità dell’Europa, anche sul piano politico, non aiuta. L’Olanda difende i privilegi del TTF, grazie al quale sta traendo grandi profitti, stesso discorso per la Norvegia che ha aumentato i ricavi da export del 300% a €60 miliardi dallo scoppio della guerra, diventando il primo fornitore di gas dell’Unione. L’alternativa al price cap è un piano di risparmi ambizioso. E in questo contesto l’Italia è avvantaggiata grazie agli interventi realizzati attraverso l’ecobonus. Nel nostro Paese i prezzi dell’elettricità sono addirittura inferiori alla Francia (che ha il nucleare) e alla Germania (che sta utilizzando il carbone). Stiamo parlando di una differenza di quasi 400 euro a megawattora. Anche i costi delle emissioni di carbonio stanno crollando: da €100 euro a €60 in poche sedute. Infine il petrolio WTI stabilmente sotto i $90 dollari al barile. La politica zero covid in Cina e il rischio recessione in Usa ed Europa aiutano a tenere basse le quotazioni nonostante il recente taglio della produzione dell’Opec.