Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Il rischio deriva dal non sapere cosa si sta facendo.” (Warren Buffett)
La pace si avvicina? Le borse europee hanno chiuso la seduta di martedì in maniera contrastata, con lo STOXX 600 in rialzo dello 0,2%, il FTSE 100 a +0,1%, il DAX in lieve calo dello 0,1% e il CAC 40 in progresso dello 0,4%. Miglior piazza finanziaria è stata Milano, con il FTSE MIB in crescita dello 0,6%, dopo avere fatto segnare il nuovo massimo dell’anno. I mercati hanno registrato una seduta relativamente priva di nuovi catalizzatori, con gli investitori concentrati sulle implicazioni delle tensioni commerciali e dei rischi geopolitici. In particolare, l’incontro tra il presidente Emmanuel Macron e Donald Trump ha catturato l’attenzione dei media, con il leader statunitense che ha confermato l’imposizione dei dazi su Canada e Messico come previsto dal calendario ovvero senza ulteriori ritardi nonostante il tentativo di dialogo da parte dei 2 Paesi. Trump ha anche espresso il proprio sostegno al piano UK-Francia per una forza di mantenimento della pace in Ucraina e ha affermato di aver già discusso la questione con Vladimir Putin che tuttavia non ha espresso il proprio gradimento. In questo contesto il premier britannico Keir Starmer ha annunciato un incremento della spesa per la difesa fino al 2,5% del PIL entro il 2027, in vista del suo incontro con il presidente statunitense. Abbastanza per alimentare il rally dei titoli della difesa sui massimi di tutti i tempi.
L’Europa si prepara alla guerra, commerciale
L’Unione Europea sta ampliando la lista dei prodotti statunitensi che potrebbero essere soggetti a dazi ritorsivi nel caso in cui Trump dovesse effettivamente imporre tariffe del 25% su acciaio e alluminio. Secondo Bloomberg, l’eventuale attuazione di queste misure potrebbe colpire fino a $29,3 miliardi di esportazioni europee, circa quattro volte il valore dell’ultimo pacchetto di dazi imposto dagli Stati Uniti al settore metallurgico europeo. Finora, solo la Cina è stata effettivamente colpita dai dazi di Trump, ma la minaccia di una guerra commerciale con l’Europa rimane concreta. L’UE ha ribadito che risponderà in modo “rapido e proporzionato”, considerando la possibilità di reintrodurre le misure sospese in passato e di colpire settori sensibili per l’economia statunitense. Se Trump dovesse concretizzare la sua politica commerciale aggressiva, l’Europa potrebbe rispondere con tariffe mirate su prodotti americani strategici, mirando a settori chiave e a regioni politicamente rilevanti per la Casa Bianca.
Musk costa caro a Tesla
Tesla continua ad essere sotto pressione in Borsa, con un calo del 25% nell’ultimo mese, sebbene il titolo sia ancora in rialzo del 21% dall’elezione presidenziale statunitense. Secondo Gene Munster di Deepwater Asset Management, il ribasso è legato alla revisione al ribasso delle stime sulle consegne per il 2025, con il mercato che ora prevede 1,7 milioni di unità, rispetto ai 2 milioni stimati ufficialmente. I dati sulle immatricolazioni in Europa evidenziano una contrazione del 45% su base annua a gennaio, con la quota di mercato di Tesla che si riduce dall’1,8% all’1%. Munster ritiene inoltre che l’immagine politica di Elon Musk, sempre più visibile, possa aver allontanato una parte della clientela. Tuttavia, a medio termine, il lancio del nuovo modello a basso costo, previsto per la prima metà del 2025, potrebbe invertire la tendenza e preparare il terreno per una ripresa nel 2026. La stabilizzazione delle aspettative di consegne potrebbe rivelarsi un fattore chiave per il recupero del titolo, con Wall Street in attesa di un adeguamento delle guidance ufficiali ai numeri più prudenti emersi dal mercato.