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Insights 25 Feb 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“La volatilità è il prezzo che paghiamo per opportunità che il mercato offre.” (Warren Buffett)

La Germania non fa paura ma il soft landing statunitense si. La settimana in Borsa è iniziata in modo contrastato per borse europee, con lo STOXX 600 in calo dello 0,1%, il FTSE 100 invariato e il DAX in calo dello 0,6%. Il CAC 40 ha perso lo 0,8%, mentre il FTSE MIB ha guadagnato lo 0,13%, mantenendosi sopra i 38mila punti. La notizia più rilevante della giornata in Piazza Affari è stata la fusione tra Saipem e la norvegese Subsea 7, per un valore di $4,63 miliardi, che creerà un leader globale nei servizi di ingegneria per l’industria energetica. I mercati hanno mostrato un moderato supporto al rischio in seguito all’esito delle elezioni tedesche, che ha confermato risultati in linea con le aspettative ovvero una larga coalizione di centro-sinistra che esclude la ultra destra. Tuttavia, persistono le preoccupazioni sulla crescita negli Usa, alimentate da segnali di debolezza negli indicatori anticipatori e dall’aumento delle aspettative di inflazione, attribuiti in parte alla volatilità dei titoli legati ai dazi. Nonostante la mancanza di novità rilevanti sui dazi, si è discusso molto delle sfide relative a un accordo di finanziamento del debito federale e della mancanza di consenso tra i repubblicani su un disegno di legge di riconciliazione per le priorità legislative di Trump, tra cui l’estensione del Tax Cut and Jobs Act. Infine le ultime dichiarazioni di funzionari della Federal Reserve hanno rafforzato la posizione di una pausa nei tagli dei tassi, tra cui l’avvertimento del membro del Consiglio Direttivo BCE, Wunsch, sull’importanza di non ridurre i tassi in modo troppo aggressivo data l’incertezza sul livello appropriato del costo del denaro in funzione dell’inflazione non ancora domata.

Continua la frenata

Negli Stati Uniti, i mercati hanno chiuso prevalentemente in ribasso: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,04%, mentre l’S&P 500 ha perso lo 0,50% e il Nasdaq è sceso dell’1,22%. La seduta ha visto una moderata resistenza alle pressioni ribassiste grazie a una settimana particolarmente volatile, condizionata dall’andamento debole delle vendite al dettaglio e da segnali di debolezza nei dati di crescita, mentre le aspettative di inflazione sono salite a causa delle incertezze legate ai dazi imposti da Trump. Le preoccupazioni per uno shutdown del governo e per il mancato accordo sul finanziamento del debito pubblico continuano a pesare sul sentiment del mercato. Ulteriori fattori di pressione includono le tendenze più morbide nelle guidance aziendali e una maggiore attenzione ai rischi geopolitici legati alla situazione in Ucraina. Sul fronte aziendale, continuano le discussioni sui piani infrastrutturali per l’IA, nonostante le recenti critiche nei confronti dei progetti di Microsoft, in seguito a indiscrezioni su presunti ritardi nei data center.

Il futuro dell’Europa, passa da Berlino

Le elezioni tedesche hanno riattivato solo una parziale incertezza sui mercati finanziari con la volatilità salita di oltre il 10% ma sempre sotto la soglia si sicurezza dei 20 punti, dopo l’annuncio che il blocco di centrodestra CDU/CSU ha ottenuto il 28,5% dei voti, seguito dall’estrema destra AfD con il 20,8%. Il partito di Scholz, SPD, si è classificato terzo con il 16,4% (peggiore risultato da 20 anni), seguito dai Verdi con l’11,6% e dalla Sinistra con l’8,8%. Il leader conservatore Merz ha dichiarato di voler formare una coalizione entro due mesi ovvero entro pasqua, escludendo qualsiasi partecipazione dell’AfD al governo. Sulla carta il cancelliere in pectore potrebbe riuscire a ottenere abbastanza seggi per una coalizione con l’SPD, ma potrebbe anche richiedere il coinvolgimento dei Verdi per formare una maggioranza solida. Tanto più velocemente il governo sarà formato, tanto prima l’Europa sarà nelle condizioni di prendere decisioni strategiche per il proprio futuro.