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Insights 13 Feb 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“L’economia è la scienza di soddisfare desideri infiniti con risorse limitate.” (Lionel Robbins)

La Fed tiene sulle spine. Le borse europee hanno chiuso in rialzo con uno slancio finale, con lo STOXX 600 a +0,1%, il DAX in progresso dello 0,5% e il FTSE MIB che si mantiene sopra i 37.000 punti nonostante il segno “meno” in chiusura. Il rimbalzo pomeridiano è avvenuto nonostante i dati CPI statunitensi più caldi del previsto, che hanno aumentato la pressione su un Fed pause prolungato e rafforzato il dollaro, rappresentando un nuovo ostacolo per il mercato. I mercati hanno atteso ulteriori dettagli sui dazi reciproci di Trump, che secondo indiscrezioni potrebbero includere barriere non tariffarie, come le differenze di IVA tra USA ed Europa. Sul fronte della politica monetaria, il governatore della BoE, Greene, ha ribadito la necessità di un approccio prudente ai tagli dei tassi, mentre Mann ha enfatizzato l’importanza di un’azione più aggressiva per stimolare la domanda. Nel frattempo, la Federal Reserve continua a segnalare un atteggiamento attendista, con i mercati che ora prevedono il primo taglio solo nella seconda metà del 2024.

L’inflazione non molla

A Wall Street, gli indici hanno chiuso contrastati, con il Dow Jones in calo dello 0,50%, lo S&P 500 a -0,27%, mentre il Nasdaq ha chiuso leggermente positivo a +0,03%. Il dato sull’inflazione di gennaio, superiore alle attese, ha portato a una revisione delle prospettive sui tagli dei tassi, rafforzando la narrativa di una Fed più hawkish. Permane inoltre l’incertezza sulle tariffe reciproche di Trump, con il Consigliere economico della Casa Bianca, Hassett, che ha dichiarato che sono ancora in fase di definizione. La Camera dei Rappresentanti ha riferito che l’amministrazione sta valutando esenzioni per il settore farmaceutico e automobilistico, mentre il Senato continua a lavorare separatamente sulla riforma fiscale, creando un quadro politico frammentato. Intanto, si amplificano le incertezze geopolitiche, con l’annuncio di un colloquio tra Trump e Putin sulla guerra in Ucraina che non apre chiaramente alla pace. Anche il mercato petrolifero resta in tensione, con il prezzo del greggio in rialzo, mentre le società tecnologiche cinesi continuano a sovraperformare il mercato.

Niente fretta sui tassi

Nel corso della testimonianza davanti al Senato USA, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha ribadito che “non c’è fretta” nel tagliare i tassi, rafforzando la convinzione che la Fed manterrà una politica prudente fino a quando non ci saranno segnali chiari di rallentamento dell’inflazione. Powell ha evitato di esprimersi direttamente sulle politiche commerciali di Trump, ma ha ammesso che i dazi potrebbero generare nuove pressioni inflazionistiche, citando i rischi evidenziati da diversi economisti. Il premio Nobel Lawrence Summers ha avvertito che gli Stati Uniti si trovano nel momento più sensibile per un’escalation dell’inflazione dal 2021, sottolineando il pericolo di errori di politica monetaria e fiscale. I rendimenti obbligazionari hanno registrato un rialzo su tutta la curva, con i mercati che ora prezzano un solo taglio dei tassi nel 2024. La Fed mantiene quindi una posizione di cautela, mentre gli investitori valutano l’impatto combinato delle tensioni commerciali, della politica monetaria restrittiva e delle incognite politiche di Trump 2.0.