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Insights 10 Feb 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili.” (Lucio Anneo Seneca)

Il rally attende tagli più aggressivi. Le borse europee hanno chiuso in ribasso la seduta di venerdì, con lo STOXX 600 in calo dello 0,4%, il DAX a -0,5% e il CAC 40 a -0,4%, mentre il FTSE MIB ha perso terreno dopo aver toccato nuovi massimi settimanali. Il focus del mercato resta sulla debolezza dell’industria tedesca, con la produzione industriale che ha deluso le attese, e sul commercio europeo, che ha visto un aumento delle esportazioni, probabilmente a causa di un anticipo delle consegne per evitare i dazi USA. Il governatore della BoE, Andrew Bailey, ha cercato di ridimensionare le aspettative di un rapido taglio dei tassi dopo che la banca centrale ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione e abbassato quelle di crescita. Intanto, la Commissione Europea ha annunciato un incontro con le principali aziende del continente per discutere misure a sostegno della competitività industriale, in risposta alle pressioni della transizione ecologica. Sul fronte fiscale, l’Italia appare sempre più fiduciosa in una revisione delle regole di bilancio europee, che potrebbe consentire un maggiore spazio di manovra per gli investimenti in difesa.

Fed più aggressiva?

Negli Stati Uniti, le borse hanno chiuso in netto calo, con il Dow Jones a -0,99%, lo S&P 500 a -0,95% e il Nasdaq a -1,36%, terminando la settimana in negativo. I titoli tech sono stati i principali responsabili del ribasso, con Amazon, Tesla e Google in forte calo, appesantiti da una revisione al ribasso delle previsioni sugli investimenti e dai risultati societari deludenti. Sul fronte macro, l’indice dell’Università del Michigan ha mostrato un’accelerazione delle aspettative d’inflazione, mentre la crescita dei salari orari medi ha alimentato i timori di una Fed più aggressiva. Di conseguenza, le probabilità di un taglio dei tassi a marzo sono scese sotto il 10%. Il tema delle tensioni commerciali è tornato sotto i riflettori dopo che Trump ha dichiarato che gli USA introdurranno dazi reciproci su alcuni settori, anche se l’UE potrebbe rispondere tagliando i dazi sulle auto statunitensi. I repubblicani alla Camera hanno fatto progressi sulla manovra fiscale, ma il tema delle tasse potrebbe essere rinviato a una seconda fase.

Gli Usa crescono, a debito

L’economia americana continua a mostrare segnali di resilienza, ma il crescente peso del debito privato rischia di diventare un problema strutturale. A dicembre, il debito dei consumatori USA è aumentato di $40,8 miliardi, segnando il maggiore incremento mensile mai registrato. Il credito revolving, che include carte di credito e prestiti a breve termine, è salito di $22,9 miliardi, più che compensando il calo del mese precedente. Allo stesso tempo, il credito non revolving, come prestiti per auto e mutui per l’istruzione, ha visto un aumento di $18 miliardi, il più forte degli ultimi due anni. I tassi di insolvenza sono in aumento, con il 3,5% dei saldi delle carte di credito scaduti da oltre 30 giorni e il 1,8% dei conti in stato di morosità, entrambi più che raddoppiati rispetto ai minimi post-pandemia del 2021. Questo scenario evidenzia i rischi legati al rallentamento dei consumi e alla sostenibilità del debito, fattori che potrebbero pesare sulle prospettive di crescita del 2025.