Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Il successo è il risultato di piccoli sforzi ripetuti giorno dopo giorno.” (Robert Collier)
Il 2025 sarà un anno divergente? Le borse europee hanno chiuso in calo lunedì, zavorrate da dati economici deboli che sottolineano le difficoltà dell’industria manifatturiera nella zona euro. L’indice PMI manifatturiero di dicembre, pubblicato da S&P Global/HCOB, ha registrato un valore di 45,2, segnalando la trentesima contrazione mensile consecutiva. Sebbene il settore dei servizi sia tornato a crescere, con un PMI di 51,4, il composito PMI rimane in territorio di contrazione a 49,5, delineando un quadro complesso per la Banca Centrale Europea. L’ECB si trova ad affrontare un contesto in cui la debolezza manifatturiera persiste, mentre i servizi mostrano segni di resilienza. In parallelo, le borse statunitensi hanno chiuso per lo più in rialzo grazie al sostegno del settore tecnologico, con Alphabet (GOOGL) e Tesla (TSLA) tra i maggiori guadagni, mentre Nvidia (NVDA) potrebbe essere entrata in un territorio di correzione. Il mercato rimane comunque in attesa della riunione della Federal Reserve di mercoledì, che dovrebbe annunciare un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base, pur segnalando un rallentamento nel ritmo di ulteriori riduzioni.
Tempi di divergenza
Il 2024 ha visto una significativa divergenza tra i mercati azionari europei e statunitensi. Le azioni europee hanno registrato un modesto guadagno del 4,6% quest’anno, secondo i dati MSCI, mentre il mercato statunitense, trainato dalla tecnologia, ha segnato un impressionante +29%. Questo divario è stato amplificato dalla debolezza dell’euro, che ha perso oltre il 5% rispetto al dollaro. Nonostante ciò, alcuni analisti individuano opportunità nel mercato europeo, grazie a valutazioni più basse rispetto agli Stati Uniti. Settori come i beni di lusso, l’industria manifatturiera e l’automotive potrebbero beneficiare di un allentamento delle tensioni geopolitiche e di un miglioramento delle condizioni economiche globali. Tuttavia, persistono sfide significative: la debole produttività, la cautela dei consumatori e dati economici deludenti continuano a frenare l’ottimismo. Inoltre, l’instabilità politica in Francia e Germania e le preoccupazioni per i nuovi dazi statunitensi aumentano l’incertezza, rendendo complessa la prospettiva di una ripresa robusta nel breve termine.
Il tech non molla
Negli Stati Uniti, il settore tecnologico continua a essere il fulcro del mercato, con il Nasdaq 100 che ha registrato un rialzo settimanale dello 0,8%, raggiungendo un nuovo massimo storico per la seconda volta in tre giorni. Broadcom ha guidato il rally con un impressionante +24%, grazie alla crescente domanda di chip per l’intelligenza artificiale, spingendo la capitalizzazione della società oltre i $1.000 miliardi. Anche altri titoli tecnologici come Marvell Technology, Micron Technology e Nvidia hanno contribuito ai guadagni. Tuttavia, gli altri principali indici statunitensi hanno faticato: l’S&P 500 ha chiuso la settimana in calo dello 0,7%, mentre il Dow Jones ha perso l’1,8%. Sul fronte macroeconomico, l’attenzione degli investitori si concentra sulla strategia della Fed per garantire un “atterraggio morbido” in un contesto di incertezze legate alle politiche tariffarie di Trump e ai rischi geopolitici. La narrativa del “soft landing” e la resilienza stagionale rimangono punti luminosi, ma crescono le preoccupazioni per l’inflazione e la persistenza di rendimenti elevati.