Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele.” (Proverbio)
La Fed non teme l’inflazione. Le borse europee hanno chiuso in calo martedì, toccando i minimi intraday, proseguendo la lieve flessione registrata lunedì. Anche i mercati azionari statunitensi hanno terminato la giornata in territorio negativo, con gli indici principali vicini ai peggiori livelli. A Wall Street il settore tecnologico ha fornito un parziale cuscinetto al ribasso, mostrando performance miste ma con guadagni significativi per Alphabet e Tesla. L’attenzione degli investitori si concentra ora sul rapporto CPI di novembre, previsto per oggi pomeriggio (In Italia), che sarà cruciale per le prossime decisioni della Federal Reserve. Dal punto di vista corporate segnaliamo i risultati deludenti e guidance sottotono di Oracle che hanno pesato sul sentiment, anche se le prospettive per l’AI e il cloud sono state giudicate positive dalla società. Contestualmente, sono arrivate notizie su un’importante svolta nel quantum computing di Google che hanno alimentato un certo ottimismo su questa tecnologica come nuovo trend di sostegno alla crescita. Sul fronte bancario infine, sono arrivati aggiornamenti positivi dalla conferenza di Goldman Sachs sui servizi finanziari che hanno evidenziato un quadro robusto, sebbene il settore abbia già beneficiato di un significativo rally post-elettorale.
Europa contrarian
In Europa, i mercati restano sotto pressione a causa dei crescenti rischi politici nazionali, delle preoccupazioni per la Cina e delle minacce di nuovi dazi statunitensi. Tuttavia, una nota di Citi ha offerto una visione contrarian, suggerendo che le posizioni ribassiste siano ormai estese e che il momento degli utili stia migliorando. Citi prevede che lo STOXX 600 possa raggiungere i 570 punti entro la fine del 2025, segnando un rialzo di circa il 10% rispetto ai livelli attuali, superando le previsioni di 536 punti di un recente sondaggio Reuters. Tra le principali scelte di Citi figurano SAP, ArcelorMittal e Diageo, con enfasi su settori ritenuti resilienti nonostante l’incertezza. Sul fronte francese, Goldman Sachs ha evidenziato la sottoperformance del CAC40 rispetto all’anno, con rischi significativi per le previsioni di crescita del PIL 2025, già fissate allo 0,7%, al di sotto del consenso. Il broker ritiene che le azioni domestiche francesi rimangano vulnerabili, soprattutto quelle sensibili agli spread sovrani,, che però offrono potenziali punti d’ingresso interessanti per investitori a lungo termine, secondo JPMorgan.
Vecchio continente a sconto?
Nonostante il divario di valutazione tra Europa e Stati Uniti, gli analisti intravedono opportunità per le azioni europee nel 2025, a patto che emergano dei catalizzatori. Lo STOXX 600, che quest’anno è salito dell’8,8%, resta significativamente indietro rispetto al 27,7% dello S&P 500. Il rapporto P/E per lo STOXX 600 è attualmente di 13,7, ben al di sotto del 25,1 dello S&P 500 (pari a 19 al netto del Mag7), riflettendo un gap storico che potrebbe ridursi se i rischi legati ai dazi e alla Cina si dimostrassero esagerati. Gli analisti di Barclays e Morgan Stanley hanno sottolineato il potenziale di titoli come Shell, AstraZeneca, Ferrari, Schneider Electric Zurich Insurance, mentre il dibattito su una rotazione verso le azioni europee dipende dalla chiarezza sulla politica monetaria della Fed e dalla stabilità geopolitica. Se questi fattori si allineano, il contesto per un rimbalzo delle azioni europee potrebbe maturare, permettendo loro di colmare il divario di performance rispetto ai mercati statunitensi.