Il punto sul mercato di Integrae SIM
“La stabilità non è l’assenza di cambiamenti, ma la capacità di adattarsi ad essi.” (John C. Maxwell)
La paura viene da oriente. Le borse europee hanno chiuso prevalentemente in rialzo, mentre negli Stati Uniti i principali indici azionari hanno raggiunto nuovi record. L’S&P 500, il Dow Jones e il Nasdaq hanno chiuso ai massimi storici, con l’S&P 500 che ha registrato l’undicesimo guadagno nelle ultime dodici sessioni. I mercati hanno trovato supporto nei titoli tecnologici di grande capitalizzazione, anche se l’indice S&P ponderato per settori ha mostrato performance più contenute. Nel frattempo, l’attenzione in Europa si è concentrata sul voto di sfiducia al Primo Ministro francese Barnier, con il Rassemblement National (RN) che potrebbe essere decisivo per il destino della coalizione di governo. Il presidente Macron ha esortato i legislatori a respingere la mozione, pur valutando alternative per la guida dell’amministrazione in caso di sfiducia, dato che nuove elezioni non sono consentite fino a luglio. Sul fronte politico internazionale, la Corea del Sud rimane al centro dell’attenzione dopo l’annullamento della legge marziale dichiarata martedì dal presidente Yoon Suk Yeol, una decisione che ha provocato reazioni negative a livello globale e un calo temporaneo dei rendimenti dei Treasury USA. Il parlamento sudcoreano, dominato dal Partito Democratico, ha rapidamente respinto la misura, rafforzando la mozione di impeachment contro il presidente.
Fed cauta a sorpresa
Negli Stati Uniti, i commenti della Fed riflettono un approccio cauto ma flessibile. Il presidente Jerome Powell ha ribadito che l’economia americana si trova in una posizione favorevole, con l’inflazione significativamente ridotta e un mercato del lavoro ancora forte. Tuttavia, ha sottolineato che non è il momento di abbassare la guardia sull’inflazione, lasciando spazio a politiche monetarie più accomodanti nel lungo termine. Anche altri membri della Fed, come Mary Daly e Thomas Barkin, hanno segnalato che un ulteriore taglio dei tassi rimane sul tavolo, ma dipenderà dai dati economici in arrivo, in particolare il rapporto sull’occupazione (NFP) di venerdì. Il consenso generale indica che i tassi potrebbero continuare a scendere nel 2024, ma con un ritmo più moderato. Le incertezze legate alle politiche economiche di Donald Trump, in particolare i dazi su larga scala, aggiungono complessità al quadro macroeconomico, creando potenziali ostacoli per il “atterraggio morbido” previsto dalla Fed. Il Governatore della BoE, Andrew Bailey, ha inoltre previsto quattro tagli ai tassi il prossimo anno, mentre il capo della Bundesbank, Joachim Nagel, ha chiesto un allentamento delle regole sul freno al debito per sostenere gli investimenti.
Mercati nella morsa della geopolitica
La situazione geopolitica e le crisi politiche continuano a influenzare i mercati. In Corea del Sud, la dichiarazione e il successivo annullamento della legge marziale da parte del presidente Yoon hanno scosso il paese, con il Partito Democratico che cerca di spingere per l’impeachment. Gli analisti, tuttavia, interpretano questa mossa come un tentativo di gestire le tensioni interne piuttosto che un’effettiva risposta a minacce esterne, come indicato dal Defense Priorities Fellow Daniel DePetris. Sul fronte europeo, il voto di sfiducia in Francia rappresenta una minaccia per la stabilità politica del continente, mentre l’attenzione degli investitori resta anche sulle dichiarazioni di funzionari della BCE come Holzmann, che ha avvertito dei rischi inflazionistici derivanti dalle politiche tariffarie di Trump, e Rehn, che sostiene ulteriori misure di allentamento monetario. Sul piano globale, le incertezze politiche e tariffarie rimangono al centro del dibattito, ma gli investitori sembrano concentrati su dati economici positivi e sulle aspettative di crescita, con il PIL statunitense del quarto trimestre stimato in crescita oltre il 3%.