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Insights 26 Nov 2024

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Non è il più forte o il più intelligente a sopravvivere, ma chi si adatta meglio al cambiamento.” Charles Darwin

Il risiko bancario anima i listini? Le principali borse europee hanno chiuso la seduta di lunedì in rialzo, avvicinandosi ai massimi giornalieri con l’eccezione di Milano in flessione dello 0,2%. Un buon inizio considerato dopo cinque settimane consecutive di ribassi. I settori Basic Resources e Luxury hanno guidato i guadagni, mentre Real Estate e Retail sono rimasti indietro. Piazza Affari si è distinta in negativo nonostante l’annuncio dell’Ops di Unicredit su Banco Bipiemme. Come sempre accade in questi casi il cacciatore si deprezza, e la preda si apprezza, ma il saldo è stato negativo anche per le dichiarazioni di alcuni componenti del Governo italiano non favorevoli all’iniziativa. Negli Stati Uniti, gli indici azionari hanno terminato in territorio positivo, sebbene lontani dai massimi intraday dopo che la scorsa settimana, i principali indici statunitensi hanno guadagnato oltre l’1,5%, evidenziando un rinnovato ottimismo. Sul fronte macroeconomico, alcuni dati chiave hanno attirato l’attenzione degli operatori: il sondaggio tedesco Ifo sul clima aziendale ha deluso le aspettative, segnalando una persistente debolezza. Nel Regno Unito, l’aumento dei salari al ritmo più rapido degli ultimi tre anni, secondo i dati di Adzuna, e le difficoltà del settore immobiliare, con Knight Frank che ha ridotto le previsioni sui prezzi delle case, riflettono un contesto di crescenti costi ipotecari e sfide occupazionali.

Tesoriere a stelle e strisce

Il presidente eletto Trump ha confermato Scott Bessent come nuovo Segretario al Tesoro, una nomina che ha rassicurato i mercati grazie alla sua esperienza nei fondi hedge e al supporto per la riforma fiscale e la deregolamentazione. Bessent ha già delineato le sue priorità economiche, incentrate su una strategia “3-3-3”: ridurre il deficit di bilancio al 3% del PIL entro il 2028, promuovere una crescita del PIL del 3% tramite la deregolamentazione e incrementare la produzione energetica di 3 milioni di barili al giorno (o equivalenti). Sul fronte commerciale, Bessent ha dichiarato che le tariffe verranno implementate gradualmente, definendo alcune delle minacce tariffarie di Trump come posizioni negoziali estremiste. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di tagli alla spesa pubblica e di politiche per affrontare il debito nazionale, bilanciando queste azioni con l’impegno a ridurre le tasse. La nomina ha anche riacceso l’attenzione sui rischi di inflazione, con potenziali effetti derivanti dall’introduzione di tariffe e modifiche fiscali.

Inizia la lotteria delle previsioni

Con l’annuncio di Bessent, gli analisti hanno iniziato a rivedere le loro previsioni economiche per il 2025. Goldman Sachs segnala che il maggiore rischio inflazionistico deriva dalle politiche tariffarie, con un potenziale aumento dell’inflazione core di 1 punto percentuale in caso di tariffe al 10%. Bank of America prevede un rallentamento della crescita del PIL al 2,3% nel 2025 e al 2,0% nel 2026, indicando che le restrizioni sull’immigrazione e i costi delle tariffe potrebbero compensare i benefici della deregolamentazione. Jefferies, invece, adotta una visione più positiva, prevedendo che gli effetti negativi delle tariffe saranno mitigati dalle recenti ottimizzazioni delle catene di fornitura, da politiche fiscali più favorevoli e dalla crescita del settore energetico. Tuttavia, cresce l’incertezza attorno al piano fiscale del partito Repubblicano, con le scadenze delle agevolazioni fiscali del 2017 e le sfide legate al bilancio federale.