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Insights 13 Nov 2024

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Ogni crisi porta con sé i semi di un’opportunità.” (Napoleon Hill)

I mercati azionari europei hanno chiuso in netto ribasso martedì, invertendo la forza generalizzata di lunedì. La stampa tedesca ha riportato che il Parlamento ha concordato di tenere le elezioni anticipate il 23 febbraio, con un voto di fiducia previsto per il 16 dicembre, dopo che il Cancelliere Scholz ha ceduto alle pressioni politiche. Sul fronte macroeconomico europeo, il mercato del lavoro del Regno Unito ha registrato un aumento della disoccupazione, mentre la crescita salariale è rimasta solida. Il dato finale dell’inflazione tedesca è rimasto invariato rispetto alla stima preliminare, mentre l’indice ZEW ha mostrato un peggioramento del sentiment economico. Negli Stati Uniti, le azioni hanno chiuso in ribasso nella seduta di martedì, anche se al di sopra dei minimi intraday, dopo una chiusura positiva nella giornata precedente. Le Big Tech hanno registrato per lo più rialzi, con l’eccezione di Tesla, che ha segnato il passo dopo il rally post elettorale. La sessione è stata caratterizzata da movimenti altalenanti, con l’impulso post-elettorale che ha iniziato a perdere slancio e alcune delle strategie legate alle politiche di Trump (protezionismo, small cap) che hanno sottoperformato. Nonostante non ci sia stato un fattore unico a muovere il mercato, il nuovo aumento dei rendimenti obbligazionari ha attirato l’attenzione, con il rendimento del decennale ai livelli più alti da inizio luglio, scatenando le vendite. I timori per le dinamiche fiscali e del deficit sono probabilmente il tema d’investimento post-elettorale, mentre l’attenzione è anche rivolta ai al dato sull’inflazione statunitense di oggi, con aspettative di un risultato superiore al previsto, cosa che frenerebbe la Fed. La forza del dollaro continua a riflettere un’attea favorevole alle politiche commerciali di Trump, ma è anche vista come un ostacolo per l’economia statunitense.

Sondaggio BofA: scommessa sulla resilienza economica USA

Il sondaggio di novembre sui fondi europei di BofA ha evidenziato un cambio di sentiment verso una maggiore fiducia nella resilienza economica degli Stati Uniti, nonostante le preoccupazioni persistenti per l’inflazione e i tassi d’interesse elevati. La fiducia nell’economia USA è salita al 63%, rispetto al 18% di settembre, riducendo i timori di un rallentamento globale, con solo il 4% degli investitori che prevede una crescita globale più debole nel prossimo anno, il livello più basso da aprile. Tuttavia, il sentiment verso la Cina rimane cauto, con il 59% degli investitori che si aspetta una crescita stagnante. Le preoccupazioni per l’inflazione continuano, e il 31% degli investitori ora anticipa un periodo prolungato di tassi elevati, in aumento rispetto alla preferenza del mese scorso per uno scenario più moderato. Il sondaggio ha mostrato un crescente ottimismo verso le azioni europee, con il 72% degli investitori che prevede guadagni nel prossimo anno, con una particolare preferenza per i settori sanitario, assicurativo e tecnologico, mentre auto e componentistica e chimica restano i meno favoriti.

Ottimismo per le Small Cap

L’indice di ottimismo statunitense delle piccole imprese NFIB è aumentato di 2,2 punti a 93,7 in ottobre, segnando il 34° mese consecutivo sotto la media di lungo periodo di 98. Nonostante l’ottimismo sia in crescita, le piccole imprese continuano ad affrontare sfide economiche senza precedenti, con vendite deboli, carenza di personale e persistenti pressioni inflazionistiche. L’indice di incertezza è salito di 7 punti a 110, il livello più alto mai registrato, ma si prevede che l’incertezza possa diminuire con la conclusione delle elezioni. Il sentiment delle piccole imprese è spesso considerato un indicatore del dinamismo economico più ampio, un tema che ha caratterizzato anche la prima amministrazione Trump e che si prevede possa ripetersi nel prossimo mandato. Il Russell 2000 (R2K) ha registrato un rally di oltre 8,5% la scorsa settimana. Jefferies ha indicato che l’ampia sovraperformance del R2K rispetto all’S&P 500 segnala ulteriori potenziali guadagni nei prossimi sei e dodici mesi, sostenuti dal tema della deregolamentazione e dall’entusiasmo degli investitori.