Il punto sul mercato di Integrae SIM
“La vera saggezza sta nel saper cambiare con i cambiamenti.” (Eraclito)
I mercati azionari europei hanno chiuso in rialzo la seduta pre-elettorale, rimbalzando dalla chiusura debole di lunedì. Anche negli Stati Uniti le borse hanno registrato una giornata positiva, con tutti i settori in crescita e le Big Tech, in particolare Tesla e Nvidia, tra i principali protagonisti. La seduta è stata relativamente tranquilla, con bassi volumi, poiché gli investitori attendono i risultati delle elezioni statunitensi. Il rialzo è stato sostenuto da dati che rafforzano la narrativa del soft/no-landing: l’ISM servizi ha mostrato miglioramenti nell’occupazione e un calo dell’inflazione. Sebbene i risultati recenti del settore semiconduttori abbiano offerto segnali contrastanti, il tema della crescita secolare legata all’AI rimane forte. Tra gli elementi di ottimismo vi sono la rimozione dell’incertezza elettorale, il potenziale di stimolo dalla Cina e la stagionalità favorevole di fine anno. Inoltre, la riapertura delle finestre di buyback e la ridotta pressione sul mercato dei Treasury, grazie alle aste recenti, hanno contribuito al sentiment positivo. Jefferies ha stimato un potenziale aumento azionario di circa 500 punti base nei prossimi sei mesi, in seguito al recente selloff obbligazionario, che ha generato movimenti significativi sui rendimenti decennali. Tuttavia, alcuni analisti segnalano rischi a breve termine, tra cui posizionamenti nelle opzioni che suggeriscono movimenti ampi per l’S&P 500 entro la fine della settimana, volatilità elevata sui bond e la possibilità di incertezze elettorali prolungate.
La settimana più calda dell’anno
La settimana del 4 novembre presenta eventi macroeconomici significativi, con le elezioni statunitensi in primo piano. La corsa è ancora incerta, con potenziali ripercussioni su tasse, deregulation, deficit e tariffe. La fine dell’incertezza elettorale potrebbe innescare il disfacimento delle coperture downside e un possibile effetto stagionale positivo, solitamente accentuato negli anni elettorali, più semplicemente rally di fine anno Inoltre, è previsto un nuovo taglio dei tassi da parte del FOMC, anche se probabilmente limitato a 25 punti base. L’attenzione sarà rivolta ai commenti del presidente Powell in merito a una crescita più robusta e a segnali di disinflazione meno pronunciati, considerando che il mercato ha ormai escluso circa 75 punti base di allentamenti previsti nelle ultime sei settimane. In Cina, il Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo dovrebbe rivelare nuovi dettagli sulle misure di sostegno politico, con un pacchetto di stimoli che potrebbe arrivare a circa $1,4 trillioni di dollari. Il focus principale sarà probabilmente sugli scambi di debito locale, mentre si dibatte su possibili dettagli relativi alla ricapitalizzazione delle banche. Sebbene Pechino mostri un forte impegno per la stabilizzazione economica, la mancanza di stimoli fiscali diretti continua a frenare le aspettative.
Strategie europee
L’approccio degli investitori europei alle elezioni USA si fa prudente: Bloomberg riporta che molti trader stanno coprendo i rischi shortando l’euro, investendo nel franco svizzero e nei bond tedeschi. Le proposte tariffarie di Trump, se rieletto, potrebbero influenzare negativamente le aziende europee con esposizione agli Stati Uniti, indebolendo l’euro. Entrambi i candidati hanno programmi di spesa che complicano le previsioni sui tassi di interesse, con costi elevati per le coperture in euro e un posizionamento record short di €4,6 miliardi, puntando a un possibile pareggio del cambio se Trump vincesse. Barclays ha raccomandato di proteggere i portafogli con opzioni put sugli indici europei, evidenziando che le politiche commerciali di Trump potrebbero ridurre il PIL europeo dello 0,7%, penalizzando le economie aperte del continente. Tuttavia, il suo potenziale impegno per la pace in Ucraina potrebbe ridurre il rischio sugli asset europei, favorendo le valute scandinave. In caso di vittoria di Harris o di un Congresso diviso, si prospetterebbe un rafforzamento delle valute nordiche, mentre una vittoria di Trump favorirebbe probabilmente il dollaro. Le attese rimangono elevate per un periodo di volatilità post-elettorale, con molti investitori pronti a riequilibrare i portafogli in base alle direzioni politiche che emergeranno dal voto USA.