Il punto sul mercato di Integrae SIM
“L’oro è un rifugio contro le tempeste economiche, perché brilla anche nei momenti più bui.” (Ray Dalio)
Mercati prudenti ma cresce il Trump Trade. Mancano 5 sedute alle elezioni presidenziali statunitensi. Nel frattempo quella precedente si è chiusa con un andamento prevalentemente piatto per i principali mercati azionari europei, segnando differenze rilevanti tra i settori. I comparti legati a Viaggi e Tempo Libero, Alimenti e Bevande e Beni di Consumo hanno registrato le perdite maggiori, mentre Banche, Oil & Gas e Risorse di Base si sono distinti come i migliori performer, confermando un’inversione di tendenza rispetto all’inizio del mese di ottobre. Negli Stati Uniti, l’S&P 500 ha chiuso la settimana in calo, perdendo oltre l’1%, interrompendo una striscia di sei settimane consecutive di guadagni, mentre il Nasdaq ha guadagnato terreno, registrando la settima settimana consecutiva di crescita grazie soprattutto al supporto di big tech. Tuttavia, il quadro complessivo è risultato misto, con un’indicazione chiara: mentre i titoli ad alta capitalizzazione hanno sostenuto gli indici principali, quelli a media capitalizzazione hanno mostrato segni di rallentamento (la crisi economica viene scontata dagli operatori). Tra i settori in maggiore difficoltà figurano banche, assicurazioni, gestori patrimoniali, utility, mentre semiconduttori ed energia hanno registrato ottime performance. Per questa settimana l’attenzione si concentra su una serie di dati economici di rilievo che potrebbero influenzare i mercati, tra cui le aperture di lavoro JOLTS di martedì, i dati ADP sulle buste paga private e una prima valutazione del PIL del terzo trimestre attesa per mercoledì, e ulteriori dati su spese personali, inflazione PCE e PMI di Chicago in arrivo giovedì, culminando con il rapporto sull’occupazione di ottobre, ISM manifatturiero e spese per costruzioni attese per venerdì.
Trump Trade?
Il sentiment degli investitori sta virando verso un approccio più prudente, specialmente in Europa, dove l’attenzione è rivolta ai risultati delle società europee nel terzo trimestre, con attese contrastanti. Negli Stati Uniti, la pubblicazione di dati economici più solidi del previsto ha in parte ridotto le aspettative di ulteriori allentamenti di politica monetaria da parte della Federal Reserve, mentre l’approssimarsi delle elezioni presidenziali ha alimentato speculazioni su un potenziale ritorno di Donald Trump: +164% nell’ultimo mese le azioni della Trump Media Technology Group. Questo scenario ha stimolato il cosiddetto “Trump trade”, favorendo i settori generalmente più reattivi alle politiche economiche aggressive, come energia e difesa. In Europa, la BCE è ancora divisa sulle prossime mosse in ambito di politica monetaria. Da un lato, il governatore portoghese Centeno e quello italiano Panetta hanno sottolineato la necessità di misure più incisive per stimolare l’economia, proponendo ulteriori tagli dei tassi. Dall’altro, i governatori di Slovenia, Germania e Lettonia raccomandano un approccio più cauto. In particolare, il governatore sloveno Vasle ha proposto di stabilizzare i tassi attorno a un “livello neutrale” stimato tra il 2% e il 2,5%, rispetto all’attuale 3,25%. In generale, l’inflazione europea si è mantenuta sotto il target della BCE del 2%, ma rimangono timori legati a un possibile rallentamento economico. Inoltre, i recenti sviluppi internazionali includono il peggioramento della fiducia dei consumatori nel Regno Unito, influenzata dai possibili aumenti fiscali proposti dal Cancelliere Reeves, e l’accordo tra Unione Europea e Cina per avviare nuovi negoziati nel settore delle auto elettriche.
Easing Graduale
Sui fronti macro e settore manifatturiero, gli indici PMI nell’Eurozona evidenziano un’ulteriore debolezza. Secondo un analisi di Goldman Sachs le PMI sono rimaste deboli, con una contrazione per il terzo mese consecutivo nell’occupazione e un rallentamento nel settore dei servizi. Nonostante ciò, alcuni componenti chiave, come l’occupazione e la produzione, mostrano ancora resilienza. Sul fronte inflazionistico, le previsioni indicano un leggero aumento tra ottobre e novembre, seguito da un calo entro fine anno. L’inflazione core, in particolare, rimane sostenuta da aumenti nei costi dell’energia e da una dinamica di prezzi che non è ancora completamente in fase di decelerazione. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ribadito la necessità di valutare con attenzione l’evoluzione economica, proponendo un approccio pragmatico e basato sui dati. La BCE rimane quindi divisa sul da farsi, mentre osservatori del mercato, come appunto Goldman Sachs, sottolineano che il rafforzamento del dollaro e i bassi livelli di fiducia tra le imprese europee potrebbero richiedere misure di supporto più decise.