Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Il segreto del successo è la costanza nel perseguire uno scopo.” (Benjamin Disraeli)
Le Borse, con l’eccezione di Piazza Affari “travolta” dal profit worning di Stellantis, è stata relativamente tranquilla, con i mercati in modalità di attesa, anticipando alcuni importanti eventi previsti per questa settimana. I dati sul mercato del lavoro statunitense saranno centrali, in particolare il report sulle JOLTS job openings di agosto, che dovrebbero registrare un lieve calo rispetto a luglio, il quale aveva segnato il dato più lento da gennaio 2021. Per venerdì, le attese sui payrolls di settembre puntano a 140mila, un miglioramento rispetto ai soli 89mila di luglio, ma con un tasso di disoccupazione che potrebbe aumentare dello 0,1% al 4,3%, a causa di una maggiore partecipazione e una creazione di posti di lavoro inferiore alla crescita della popolazione. A complicare la situazione, persiste la minaccia di sciopero nei porti della costa orientale degli Stati Uniti, senza colloqui programmati per risolvere la crisi. Sul fronte politico, si guarda con interesse al dibattito dei vicepresidenti statunitensi previsto per martedì. Un nuovo sondaggio YouGov mostra che Donald Trump è percepito come il candidato più adatto a gestire l’economia e l’immigrazione. Il 45% degli elettori intervistati ritiene che Trump potrebbe affrontare meglio la questione dell’immigrazione, contro il 30% che si schiera con Kamala Harris. Anche sulla gestione dell’inflazione, Trump guida con un margine del 43% rispetto al 29% di Harris.
Lagarde rafforza la fiducia nella stabilizzazione dell’inflazione, ma l’automotive europeo vacilla
Sul fronte europeo, Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha espresso ottimismo sul ritorno dell’inflazione al target del 2%, con implicazioni importanti per la decisione di politica monetaria in programma per ottobre. “Gli ultimi sviluppi rafforzano la nostra fiducia nel fatto che l’inflazione tornerà al target in modo tempestivo”, ha dichiarato Lagarde durante un’audizione parlamentare a Bruxelles. Tuttavia, nel settore automobilistico si stanno registrando segnali di allarme: Stellantis ha rivisto al ribasso le proprie stime annuali, citando una dinamica globale del settore più debole del previsto e la crescente concorrenza dei veicoli elettrici cinesi. L’azienda ora si aspetta un margine di profitto operativo rettificato tra il 5,5% e il 7%, in calo rispetto alla precedente previsione “a doppia cifra”. Il rallentamento delle vendite, in particolare nella seconda metà dell’anno, ha colpito tutti i principali mercati, aggravato dall’incertezza economica e dalle difficoltà logistiche. In Europa, l’industria automobilistica soffre una combinazione di fattori ciclici e strutturali che rendono le prospettive sempre più preoccupanti. Il caso Stellantis si inserisce in un contesto più ampio, che vede anche altre case automobilistiche, come BMW e Volkswagen, lanciare segnali di allarme..
Rischi di hard landing in aumento: preoccupazioni per manifattura e occupazione
Gli analisti di Schroders hanno lanciato un avvertimento circa i crescenti rischi di un hard landing, dovuti al deterioramento del ciclo manifatturiero globale e ai segnali di fragilità nel mercato del lavoro statunitense. Julien Houdain, head of global unconstrained fixed income di Schroders, ha evidenziato come gli indicatori anticipatori, come le componenti dei nuovi ordini dell’indagine ISM sul settore manifatturiero, il PMI dell’Eurozona e il PMI Caixin della Cina, abbiano subito ulteriori cali da livelli già bassi. Il settore automobilistico europeo, colpito da una combinazione di fattori ciclici e strutturali, continua a destare preoccupazioni. Nonostante la solidità apparente del mercato del lavoro negli Stati Uniti, la crescita dell’occupazione è diventata più disomogenea, con un marcato calo delle offerte di lavoro nel settore privato e un indebolimento della fiducia dei consumatori. In Europa, anche la Spagna, che aveva rappresentato un punto di forza per l’economia dell’Eurozona nell’ultimo anno, sta iniziando a mostrare segni di rallentamento, con i primi segnali di indebolimento nel mercato del lavoro. Per il momento i mercati non sembrano scontare questo scenario mantenendosi in prossimità dei massimo storici ma se i dati macro dovessero confermare lo scenario peggiore prendendo in contropiede le banche centrali allora l’ipotesi di una brusca correzione non sarebbe più da scartare.