Il punto sul mercato di Integrae SIM
““Accada quel che accada, i giorni cattivi passano come tutti gli altri” (William Shakespeare)
Allacciate le cinture di sicurezza. La settimana sui mercati si è chiusa all’insegna della volatilità e quella che inizia non sarà da meno dopo l’annuncio del ritiro di Joe Biden dalla corsa per la Casa Bianca e l’endorsement per Kamala Harris. Un colpo, quasi, a sorpresa, destinato a mettere in stand-by i portafogli. In 5 sedute il VIX sull’S&P 500 è salito di oltre il 30%, sopra la soglia dei 15 punti, e non lontano dalla soglia psicologica di 20 punti, che dopo ieri sera è il prossimo obiettivo. Di pari passo si è mosso il Bitcoin, che è stato “riscoperto” come bene rifugio dopo l’attentato a Donald Trump (ma poco mosso post decisione di Biden) e la prospettiva che a gennaio la Fed tagli finalmente il costo del denaro. Fa eccezione l’oro, che nel corso dell’ultima settimana è rimasto piatto, ma sempre in prossimità dei massimi storici. Sul fronte opposto si sono mosse in territorio negativo tutte le principali Borse mondiali: MSCI World Equity –2,1%, Stoxx 600 –2,7%, Nasdaq –4%. Sul listino tech statunitense ha influito la debolezza di Nvidia –8,9% in 5 sedute. Tra le buone notizie il calo del prezzo del petrolio: -3%, nuovamente sotto $80, così come il gas naturale (benchmark USA) in flessione del 9%. Stabile, ma a un passo dalla soglia psicologica di 30 euro, il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam. Il calendario macro di questa settimana prevede alcuni indicatori di rilievo: giovedì alle 10 l’indice IFO, sulla fiducia delle aziende in Germania a luglio, alle 14:30 il PIL statunitense nel secondo trimestre, atteso in rialzo dell’1,9%, rispetto al +1,4% del trimestre precedente; venerdì alle 14:30 l’indice dei prezzi delle spese personali principali in USA a giugno. Questa settimana iniziano a riportare i risultati del secondo trimestre 2024 anche le società di Piazza Affari. Oggi è il turno di Unicredit, Moncler, Saipem e Iveco. Nel corso della settimana riporteranno: Stellantis, Eni, Enel e Terna.
Trump farà male al dollaro?
Prima della notizia del passo indietro di Joe Biden dalle elezioni presidenziali gli analisti di Citi si erano sbilanciati sul fatto che una presidenza di Donald Trump non avrebbe causato una riduzione del valore del dollaro. Citi stima che le elezioni americane rafforzeranno il dollaro, con effetti visibili entro il 5 novembre. Anche se Trump sembra preferire un dollaro debole, gli analisti della banca d’affari attribuiscono il recente calo del biglietto verde alla fine del rialzo post-elezioni francesi e alle politiche meno aggressive della Federal Reserve. Dopo il dibattito del 27 giugno, i sondaggi hanno mostrato un aumento del sostegno per Trump, ma Citi avverte che queste tendenze possono cambiare rapidamente. Il momento giusto per considerare un aumento dell’esposizione verso il dollaro potrebbe essere tra agosto e settembre, quando i mercati si concentreranno maggiormente sulle elezioni. Anche l’attenzione di Trump sul commercio con l’Unione Europea potrebbe limitare la rivalutazione dell’euro rispetto al dollaro. Rispondendo alle recenti dichiarazioni del candidato repubblicano sulle valute, Citi nota che il presidente ha riconosciuto un “significativo problema valutario” causato dall’alto valore del dollaro e dai bassi valori di yen e yuan. Sebbene alcuni consiglieri di Trump siano favorevoli a un dollaro più debole, Citi ricorda che durante il suo precedente mandato, le dinamiche commerciali hanno portato a un aumento del valore del biglietto verde. Durante il 2018-2019, quando Trump si è concentrato sulle questioni commerciali, le sue dichiarazioni hanno portato a un aumento del tasso di cambio tra il dollaro USA e il renminbi cinese. Gli analisti concludono quindi che, a meno di un’azione concertata globale, al momento poco prevedibile, è difficile che le politiche di Trump portino a una svalutazione del biglietto verde.
JP Morgan vede nero per il Bitcoin
Dopo l’attentato a Donald Trump della scorsa settimana, il prezzo di Bitcoin è salito di oltre il 10%, arrivando a sfiorare i $70.000. Dopo l’annuncio del passo indietro di Biden, si è mosso in maniera frazionale. Tuttavia, questa crescita ha suscitato dibattiti, con alcuni scettici che ritengono il prezzo sopravvalutato. Prima dell’incidente, il prezzo di Bitcoin era sceso a causa delle vendite massicce da parte dei creditori di Gemini, Mt. Gox e del governo tedesco, che ha liquidato i bitcoin sequestrati in attività criminali. Secondo J.P. Morgan, queste liquidazioni dovrebbero diminuire dopo luglio, portando a un rimbalzo delle posizioni sui futures del CME in agosto, simile a quanto visto con i gold futures. Gli analisti di J.P. Morgan avvertono che una ripresa del mercato delle criptovalute sarà probabilmente temporanea, poiché il prezzo attuale di Bitcoin è troppo alto rispetto al suo costo di produzione di 43.000 dollari e al valore dell’oro di 53.000 dollari. Inoltre, la probabilità di una vittoria di Trump è aumentata ulteriormente dopo gli eventi dello scorso fine settimana, con le quote di scommesse salite a circa il 70%, rispetto al 60% prima dell’attentato e al 50% prima del dibattito elettorale presidenziale del 27 giugno. Il prezzo del Bitcoin sta beneficiando delle maggiori probabilità di vittoria di Trump, poiché la sua seconda presidenza è vista da alcuni investitori come più favorevole dal punto di vista normativo.