Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Investire nel sapere rende sempre i migliori interessi” (Benjamin Franklin)
La calma è sempre più piatta. I mercati europei hanno chiuso la giornata di ieri in calo, con l’attenzione rivolta alle decisioni delle banche centrali sui tassi di interesse. Milano ha chiuso con un -0,4% a 33.692 punti, simile a Londra. Francoforte e Parigi hanno registrato cali rispettivamente dello 0,99% e dello 0,7%. L’euro si è mantenuto debole rispetto al dollaro, scambiando a 1,07. Nel settore obbligazionario, lo spread tra Btp e Bund è rimasto intorno ai 152 punti. Petrolio in calo dell’1% ma sempre sopra la soglia di $80. Negli Stati Uniti, l’indice di fiducia dei consumatori è sceso a 100,4 punti a giugno, rispetto ai 101,3 punti di maggio, in linea con le previsioni degli economisti. L’indice delle aspettative si è attestato a 73 punti, mentre quello della situazione attuale è stato di 141,5 punti. L’indice Case-Shiller, che misura i prezzi delle case nelle principali venti aree metropolitane degli Stati Uniti, ha mostrato un invece incremento annuale del 7,2%, leggermente inferiore al mese precedente ma superiore al consenso del 6,9%. Su base mensile, la crescita è rallentata all’1,4% dall’1,6%. Nonostante la fiducia dei consumatori e il mercato immobiliare in crescita, gli indici di Wall Street hanno chiuso in positivo, con il Nasdaq in rialzo dell’1%, trainato da Nvidia, che ha guadagnato il 7% dopo la perdita significativa dell’ultima settimana ($400 miliardi di capitalizzazione). Oggi non sono previsti dati macroeconomici rilevanti. Attenzione a venerdì quando verrà diffuso l’indice dei prezzi delle spese personali principali negli Stati Uniti, fondamentale per le decisioni della Fed sulla politica monetaria.
Presentazione Report Euronext Growth Milan
Oggi alle 15:00 presso la sala stampa della Camera dei Deputati, Integrae SIM presenterà i risultati del Report “Euronext Growth Milan: Companies and Investors Analysis 2024“. Il documento offre un’analisi dettagliata dei dati finanziari storici e prospettici delle società quotate su Euronext Growth Milan, aiutando a comprendere le dinamiche di mercato. Le PMI italiane, dopo aver superato le sfide della pandemia e le crisi del 2022, si trovano ancora in un contesto economico complesso ma in miglioramento. Il 2023 ha visto sfide legate a inflazione e tassi di interesse, che hanno impattato i costi operativi e il potere d’acquisto. Tuttavia, le aziende dell’EGM hanno risposto con strategie di diversificazione, innovazione tecnologica e maggiore attenzione alla sostenibilità, seguendo le tendenze globali verso un’economia più verde e digitale. L’evento sarà trasmesso sulla Webtv della Camera canale Conferenze Stampa, e per ottenere il report completo e le slide di sintesi si può contattare dmm@integraesim.it.
La Francia non se la passa bene
Lo spread tra i titoli francesi e i Bund tedeschi ha raggiunto quota 83, un livello mai visto dall’introduzione dell’euro. Una sorpresa vera per gli investitori che sono stati abituati alla volatilità dei Btp rispetto a quella degli Oat francesi. Ma ora le cose cambiano dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato elezioni anticipate dopo i recenti successi dell’estrema destra nelle elezioni europee. Macron ha messo in guardia: una vittoria delle frange estreme potrebbe portare a una guerra civile. Abbastanza per mettere in crisi gli operatori. Ieri il CAC 40 ha cercato di recuperare dopo le perdite accumulate del mese (pari al 6%) ma il recupero è avvenuto solo in parte. Allianz Global Investors ha avvertito che la Francia deve rassicurare gli investitori stranieri sulla solidità delle sue finanze per evitare un aumento dello spread. Gli investitori esteri detengono una parte significativa del debito pubblico francese, e la turbolenza politica attuale potrebbe innescare una crisi del debito simile a quella italiana di oltre dieci anni fa. Secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2023 gli investitori esteri possedevano circa il 50% del debito francese. Valore che si confronta con una quota di circa il 30% di Italia, Regno Unito e Stati Uniti, esponendo il Paese a una forte volatilità.