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Insights 24 Giu 2024

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«E’ sempre meglio far correre la palla. La palla non suda» (Roberto Baggio)

Il rimbalzo non basta. La settimana appena conclusa si è chiusa positivamente per i mercati con un rialzo dell’indice MSCI World Equity dello 0,5%. Ancora meglio ha fatto Piazza Affari in rialzo del 2% poco sopra la soglia dei 33mila punti. Toniche anche le Borse europee salite rispettivamente dell’1% l’Euro Stoxx 50 e dello 0,8% lo Stoxx 600. Wall Street invece ha terminato poco sopra la parità: l’S&P 500 +0,6%, Nasdaq +0,3%, su quest’ultimo ha pesato negativamente la performance di Nvidia, -4%. Da sottolineare però che nel corso della settimana Wall Street ha toccato nuovi massimi storici. Ma il passo avanti delle ultime 5 sedute non è bastato a cambiare la direzione del mese di giugno che si avvia, per le Borse europee, a chiudere in rosso: FTSE tra i peggiori con una perdita del 3,4%, alle sue spalle l’Euro Stoxx -2,8%. Le Borse statunitensi invece viaggiano a gonfie vele, con giugno che potrebbe essere il migliore mese dell’anno per Wall Street. Un gap alimentato dal ritorno dell’instabilità politica in Europa, dopo il risultato delle elezioni europee che hanno messo in crisi il governo francese e tedesco, assi portanti della politica della zona euro. Le conseguenze si sentono anche a livello di governance dell’Unione: l’elezione a presidente della Commissione Europea di Ursula von der Leyen non è più scontata. Un contesto che rende ancora più importante il calendario macro della settimana: giovedì il piatto forte ovvero il PIL USA nel primo trimestre 2023, venerdì invece la disoccupazione in Germania a giugno (alle 9:55), l’inflazione in Italia a giugno (alle 11:00) e l’indice dei prezzi delle spese personali principali a maggio in USA (alle 14:30).

Sete di IA

L’intelligenza artificiale e i sistemi digitali di automatizzazione sono strumenti essenziali per ridurre lo spreco di risorse naturali. Tuttavia, la stessa IA richiede un significativo consumo di acqua potabile per esistere. Questo perché l’acqua è necessaria per raffreddare i potenti server, evitando il surriscaldamento durante il loro funzionamento continuo. Secondo il rapporto Water Intelligence dell’Osservatorio Proger, nel 2022, Google, Microsoft e Meta hanno utilizzato oltre 2 miliardi di metri cubi d’acqua, un aumento del 30% rispetto agli anni precedenti. Le stime indicano che l’espansione dell’IA richiederà una media di 5,5 miliardi di metri cubi d’acqua, un quantitativo solo di poco inferiore a quello del sistema idrico italiano. L’impatto ambientale dell’IA è paragonabile al nostro consumo quotidiano di acqua, ma moltiplicato per trenta. Finora, abbiamo solo accennato ai problemi ambientali dell’IA, ma c’è un altro aspetto da considerare. Nonostante il consumo d’acqua dei server, l’IA può anche contribuire significativamente alla sua conservazione. In Italia, ci sono oltre 150.000 applicazioni digitali per la gestione idrica e 110.000 aziende agricole che utilizzano tecnologie avanzate, risparmiando fino al 70% delle risorse. Quindi, l’intelligenza artificiale è una tecnologia con due facce: aiuta a risparmiare risorse, ma ne consuma una grande quantità per funzionare. Un paradosso che ci fa riflettere sull’uso consapevole della tecnologia e quanto spazio ci sia per le imprese attive in questa industria, anche in Italia.

Le elezioni in portafoglio

Con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali di novembre, gli operatori prevedono una maggiore volatilità del mercato azionario dovuta all’incertezza sulle future politiche. È già possibile individuare due gruppi di titoli che potrebbero performare bene a seconda dei due scenari più probabili: la vittoria del Presidente Trump con un Congresso controllato dai Repubblicani, oppure la vittoria di Joe Biden con un Congresso diviso. Nel caso di un’amministrazione Trump, le priorità riguarderebbero la gestione del commercio internazionale, l’aumento delle tariffe d’importazione e la riduzione delle regolamentazioni governative. L’incremento delle tasse sulle importazioni potrebbe favorire i produttori locali in settori come acciaio, legno, alluminio e pannelli solari. Inoltre, settori come l’energia tradizionale e la finanza potrebbero beneficiare di un quadro normativo meno rigido. Gli analisti osservano che un approccio più permissivo alle leggi sulla concorrenza potrebbe portare a un aumento di fusioni e acquisizioni. Se invece Biden vincesse, ma con un Congresso diviso, le politiche esistenti probabilmente rimarrebbero in vigore, con la possibilità di aumentare le tasse sulle aziende per finanziare la spesa pubblica, nel caso in cui i Democratici ottenessero il controllo di entrambe le camere, anche se questa eventualità è considerata improbabile. In uno scenario in cui Biden vincesse senza un controllo univoco del Congresso, dovrebbe fare affidamento sui poteri presidenziali e sulle misure normative per portare avanti il suo programma sul cambiamento climatico. Attenzione però: le recenti decisioni della Corte Suprema degli Stati Uniti, che limitano il potere delle agenzie federali di emanare regolamenti, potrebbero ridurre la capacità di Biden di implementare le sue politiche senza il supporto del Congresso.