Il punto sul mercato di Integrae SIM
«Vivono male quelli che pensano di vivere per sempre» (Publilio Siro)
Sell on news. È questa la reazione dei mercati, con particolare riferimento a quelli europei, dopo le riunioni delle banche centrali nel mese di giugno. A complicare la situazione l‘esito delle elezioni europee che hanno aumentato l’incertezza politica in alcuni Paesi chiave come la Francia e la Germania. Tensioni che si stanno ripercuotendo anche durante l’incontro del G7 in Italia. I listini europei hanno chiuso tutti in profondo rosso, trascinati al ribasso dai titoli del settore automotive: il peggiore Volvo Car -7,5%, a seguire Iveco -4,6% e Stellantis -2,7% (nel giorno dell’investor day). Il riflesso di un possibile nuovo conflitto, ma per fortuna questa volta solo commerciale, tra Europa e Cina, per i dazi sui veicoli elettrici. La reazione di Pechino potrebbe costare caro soprattutto ai marchi tedeschi e francesi. Si sono invece mossi in ordine sparso gli indici a Wall Street dopo che il dato dei prezzi alla produzione (PPI) è sceso inaspettatamente a maggio rispetto al mese precedente e ha segnato un aumento del 2,2% sull’anno, sotto le stime che lo davano al 2,5%. Per il mercato è un segnale di un rallentamento dell’inflazione e fa scommettere in un taglio dei tassi della Federal Reserve alla prossima riunione anche se per ora le aspettative sono per un solo taglio a dicembre. Per questo i rendimenti dei titoli di stato americani sono scesi sotto la soglia del 4,3%. In Italia invece lo spread BTP/Bund è salito oltre 144 punti mentre il rendimento del BTP resta intorno al 4%. Oggi alle 17:00 riflettori puntati sul report Fed sulla politica monetaria mentre alle 19:30 è previsto un discorso della Presidente della BCE Christine Lagarde.
L’Italia va, per Bankitalia
La Banca d’Italia ha mantenuto la previsione di crescita dell’economia italiana per quest’anno al +0,6%, ma ha ridotto di un decimo le aspettative per l’anno prossimo. Rispetto alle stime di aprile, le previsioni di Via Nazionale, corrette per il numero di giorni lavorativi, mostrano una crescita dello 0,9% per il 2025, in calo rispetto all’1%. Per il 2026, si prevede un aumento dell’1,1%. Queste stime sono state elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, come afferma un comunicato della banca centrale. Per quanto riguarda l’inflazione media, la previsione per il 2024 è stata rivista all’1,1% rispetto all’1,3% di aprile, mentre per il 2025 e il 2026 si prevede che sarà poco sopra l’1,5%. Questo scenario è positivo per l’Italia, che, grazie alla stabilità politica e alle riforme apprezzate dalla Commissione Europea, sta ricevendo le tranche di finanziamenti del PNRR. Tuttavia, l’incertezza geopolitica dopo le elezioni europee ha portato a un aumento degli spread e dei rendimenti nel mercato monetario. La scelta del nuovo Presidente della Commissione Europea è incerta, e potrebbero esserci cambiamenti che influenzino il Next Generation EU e il Green Deal.
Euro in vendita
La quota dell’euro nelle riserve valutarie mondiali è diminuita dell’1% nel 2023, scendendo al 20%, un livello visto l’ultima volta nel 2020, come indicato nell’ultimo report della BCE. Nel contempo, altre valute hanno guadagnato terreno: la quota del dollaro USA è aumentata dello 0,3% arrivando al 58,4%, mentre quella dello yen giapponese è salita dello 0,6% raggiungendo il 5,7%. C’è stata anche una diversificazione verso valute non tradizionali, come il renminbi cinese, il dollaro australiano, il dollaro canadese, il won coreano, il dollaro di Singapore, la corona svedese e la corona norvegese, la cui quota è ora superiore al 20%, superando quella dell’euro. A livello globale, le banche centrali detenevano circa 11.200 miliardi di euro alla fine del 2023, un valore leggermente superiore a quello del 2022. Tuttavia, secondo le stime della BCE, gli istituti hanno venduto circa 100 miliardi di euro nel corso dell’anno, tenendo conto della valutazione della moneta. Il segnale che l’asset class Europa sta perdendo attrattività a causa del conflitto geopolitico. Dati che potrebbero ulteriormente peggiorare in attesa delle elezioni politiche in Francia e il ribasso dei tassi di interesse.