Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Sono permaloso con i permalosi, arrogante con gli arroganti, presuntuoso con i presuntuosi. Per il resto sono uno normale” (Gianpiero Gasperini)
Mercato in cerca di spunti. L’Indice MSCI World ha chiuso in ribasso dello 0,35%, un movimento frazionale che riflette un andamento in territorio negativo di gran parte dei principali indici mondiali: l’S&P 500 ha lasciato sul terreno lo 0,24%, il Nasdaq ha concluso poco sopra la parità, mentre lo Stoxx 600 ha perso lo 0,34%. Piazza Affari si è allineata con una flessione dello 0,46%. Ma la giornata è stata significativa soprattutto per il calo delle materie prime e degli indici correlati: il petrolio ha perso quasi il 2% chiudendo a $77. Peggio ha fatto l’indice dei noli sceso sotto la soglia di 1.900 punti e in rosso di oltre il 10%. Performance che hanno anche allentato la tensione del mercato monetario: il T-Bond ha perso il 2% mentre lo spread Btp-Bund è sceso nuovamente sotto la soglia di 130 punti. Voce fuori dal coro il prezzo del gas sulla Borsa di Amsterdam, cresciuto del 5%, vicino alla soglia di 35 punti. Il segnale che l’economia europea è tonica ovvero non mostra chiari segnali di recessione. Tendenza suffragata anche dal prezzo future dei diritti di inquinamento, l’EUA, mercato totalmente europeo, e che misura le prospettive future di produzione manifatturiera, vicino alla soglia di €80. Quella di oggi è una giornata ricca di dati macroeconomici: si inizia alle 9:30 con l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero a maggio in Germania, alle 14:30 le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione in Usa, alle 16:00 le vendite di nuove abitazioni ad aprile sempre in Usa.
Il bitcoin pizza day
Era il 22 maggio 2010, quando il programmatore Laszlo Hanyecz, effettuò un acquisto destinato a diventare una pietra miliare nella storia delle criptovalute. Utilizzò 10mila Bitcoin per comprare due pizze, segnando il primo acquisto documentato di beni fisici con la criptovaluta. All’epoca, il valore di Bitcoin era quasi nullo: quei 10.000 BTC valevano circa $40. Oggi avrebbe un equivalente di $700mila. Questa transazione, che a prima vista può sembrare insignificante, ha avuto un impatto enorme nel mondo delle criptovalute. Ha dimostrato che Bitcoin poteva essere utilizzato come mezzo di scambio per beni reali, gettando le basi per la futura crescita e adozione della moneta digitale. In sintesi, la storica transazione di Hanyecz ha segnato l’inizio di una nuova era per Bitcoin e le criptovalute in generale. Ci ha mostrato come una semplice azione, come l’acquisto di due pizze, possa avere implicazioni profonde e durature, evidenziando il potenziale trasformativo della tecnologia emergente anche nell’industria finanziaria che sino a quel momento era stata impermeabile all’innovazione digitale. Oggi, Bitcoin è visto non solo come un mezzo di pagamento, ma anche come una riserva di valore e un’opportunità di investimento, riflettendo una crescita straordinaria da quel primo acquisto documentato. L’anniversario non ha però impattato sul prezzo del Bitcoin che ha chiuso la seduta di ieri in flessione frazionale, -0,4%, appena sotto i $70mila.
L’eccezionalismo americano
La crescita economica degli USA ha recentemente superato quella di altri paesi sviluppati. Nel 2023, il PIL degli Stati Uniti è aumentato del 2,5%, mentre Canada, Regno Unito e Eurozona hanno registrato tassi inferiori. La spesa dei consumatori e quella pubblica sono state fondamentali per questa crescita, grazie a un mercato del lavoro solido e a generose politiche fiscali. Nel 2023, le spese pubbliche hanno rappresentato quasi il 30% della crescita economica degli USA. Le previsioni indicano che gli Stati Uniti continueranno a crescere più rapidamente nel medio termine, sostenuti da una forte domanda privata e pubblica. Tuttavia, il divario con le altre economie potrebbe presto ridursi. L’inflazione negli USA è infatti rimasta alta a causa della forte domanda dei consumatori, che ha permesso alle imprese di trasferire i costi maggiori sui prezzi. La Fed dovrebbe così mantenere elevati tassi d’interesse almeno fino al quarto trimestre del 2024, mentre altre banche centrali come la BCE e la Bank of England potrebbero iniziare ad allentare le loro politiche monetarie già a metà anno. Solo un chiaro rallentamento della crescita economica e dell’occupazione negli USA potrebbe portare a una diminuzione dell’inflazione e a una politica monetaria più accomodante da parte della Fed. In questo contesto secondo Blerina Uruçi, Chief U.S. Economist di T. Rowe Price, sul lungo periodo, l’eccezionalismo degli Stati Uniti potrebbe quindi persistere grazie a un mercato del lavoro dinamico e a politiche fiscali e industriali robuste. L’aumento degli investimenti e i progressi tecnologici, come l’intelligenza artificiale, potrebbero ulteriormente sostenere la crescita economica e la produttività negli USA. Di conseguenza, tassi d’interesse elevati potrebbero essere appropriati e sostenibili nel lungo termine.