Il punto sul mercato di Integrae SIM
«Coltiva il tuo campo ogni anno: darà frutti tutti gli anni» (Jules Renard)
Torna il sereno sui mercati. Gli indici hanno chiuso in territorio positivo la prima seduta della settimana, lasciandosi alle spalle parte delle preoccupazioni che hanno condizionato le performance nel corso del mese di aprile. A rasserenare gli animi, in particolare in Europa dove l’Eurostoxx 50 ha chiuso in rialzo di quasi mezzo punto percentuale, è il consolidamento dell’aspettativa che la Banca centrale europea (Bce) effettuerà un primo taglio dei tassi nel mese di giugno, tre mesi prima di una ipotetica mossa della Federal Reserve, e poi altre due volte quest’anno, anche se meno di quanto stimato in precedenza. È il risultato di un sondaggio Reuters tra gli economisti. La larga maggioranza, ovvero 91 su 97 intervistati tra il 15 e il 22 aprile, ritiene che la Bce ridurrà il tasso di deposito, attualmente al 4,00%, al 3,75% a giugno, in linea con le previsioni del mercato. Sempre secondo il sondaggio, l’inflazione non rallenterà fino a raggiungere l’obiettivo del 2% di Francoforte, prima del terzo trimestre del 2025. Si ridimensionano anche le tensioni a livello geopolitico, almeno in Medio Oriente, favorendo un raffreddamento dei prezzi del gas, -5% il future sulla Borsa di Amsterdam, del petrolio, contratto WTI vicino agli $80 (Brent sotto i $90) e dell’oro, che è arrivato a perdere quasi il 3%, pur restando sopra la soglia di $2.300. Bene anche Piazza Affari, in rosso dello 0,7% circa, su cui pesa però uno stacco cedola di oltre l’1,5%, per cui la chiusura è stata positiva, in linea con le altre Borse europee. La settimana è comunque appena iniziata e dovremo aspettare almeno sino al dato sul Pil di giovedì per vedere i mercati prendere una chiara direzione.
La sfida cinese
La cinese BYD ha scelto il salone del mobile, che si è chiuso nel week-end con numeri in forte crescita sull’edizione precedente, per lanciare la propria sfida a Tesla. Con due batterie, rispettivamente da 71,8 o 87 kWh e una potenza fino a 217 kW, il suv elettrico della casa automobilistica cinese promette una durata adatta anche ai viaggi più lunghi, con un’autonomia che può arrivare sino a 700 km con una sola carica. I prezzi partono da poco più di 40mila euro, a cui vanno aggiunti eventuali incentivi o sconti. Per BYD l’obiettivo è contendere la leadership della Tesla Y, dominatrice di questa fascia di mercato. L’annuncio è arrivato nel giorno in cui la casa automobilistica fondata da Elon Musk ha messo in pratica una nuova serie di riduzioni di prezzo che hanno interessato quasi tutti i suoi modelli di veicoli in tutto il mondo. Secondo gli operatori la scelta è un’indicazione del fatto che le capacità produttive del colosso mondiale di auto elettriche hanno superato la domanda attuale. In particolare, i tagli di prezzo si estendono anche al software Full Self-Driving (FSD) di Tesla, che è stato ridotto da 12.000 a 8.000 dollari. Nella giornata di domani il gruppo comunicherà i risultati trimestrali e fornirà indicazioni sul futuro. Un flusso di notizie che potrebbe alimentare la speculazione sul titolo, che da inizio anno perde oltre il 40% e nella seduta di ieri ha sfiorato un ribasso del 5%. Tesla è a un passo dal perdere il posto nel club dei Magnifici 7, ovvero i titoli tech che hanno trascinato al rialzo il Nasdaq nel corso degli ultimi 18 mesi. A mettere pressione sui prezzi anche prese di beneficio: Nvidia è in rosso di quasi il 20% nell’ultimo mese dopo avere guadagnato il 58% da inizio anno.
The big club
La società di consulenza PricewaterhouseCoopers (PwC) ha da poco messo a disposizione il rapporto annuale sulle prime 100 imprese globali, delineando le entità più significative quotate in borsa sulla base del loro valore di mercato a fine marzo 2024. Il valore aggregato delle prime 100 società ha raggiunto la somma di quasi $10mila miliardi, oltre 4 volte il PIL dell’Italia, in crescita del 27% su base annua, fenomeno attribuibile in gran parte all’interesse da parte degli investitori, nei confronti dell’intelligenza artificiale. In aggiunta, il livello minimo di capitalizzazione di mercato per garantire l’inclusione nell’elenco delle prime 100 imprese globali è aumentato a $141 miliardi, +16% rispetto all’anno precedente. Secondo gli esperti di PwC il driver di crescita è sempre l’intelligenza artificiale e al suo potenziale di trasformare radicalmente le dinamiche operative nel contesto aziendale. Estendendo l’orizzonte temporale emerge come il valore complessivo di mercato delle prime 100 aziende è cresciuto dell’86% rispetto al marzo 2020. Cinque imprese, ovvero Microsoft, Nvidia, Alphabet, Amazon e Meta hanno contribuito al 54% dell’incremento complessivo della capitalizzazione di mercato, con Nvidia che ha contribuito in misura predominante, rappresentando il 20% dell’aumento totale. Dopo un’attesa di 5 anni, Microsoft ha invece riconquistato la vetta della classifica, mentre Nvidia ha debuttato nella top five. Al contempo, Apple è scivolata al secondo posto, evidenziando una crescita moderata per effetto di pressioni competitive e la percezione di scarsa presenza nel business dell’intelligenza artificiale. La lista delle prime 100 include altresì 13 nuove imprese, tra cui spicca Uber, la quale ha registrato un notevole avanzamento di 150 posizioni, conseguente alla sua prima chiusura annuale positiva dalla quotazione.