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Insights 22 Apr 2024

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«Gli elementi basilari del tennis sono quelli dell’esistenza quotidiana, perché ogni match è una vita in miniatura» (Andrea Agassi)

Il Nasdaq 100 ha chiuso la peggiore settimana ribasso in 17 mesi, -5,5%, trascinata al ribasso da Nvidia, Meta, Amazon ed altri pezzi grossi del tech. Non è andata meglio all’S&P 500 che ha lasciato sul terreno oltre il 3%. Settimana difficile anche a livello mondale con l’MSCI World in ribasso del 2,9% e lo Stoxx 600 dell’1,2%. Si è invece salvata Piazza Affari, in rialzo dello 0,47%, grazie alla performance dei titoli bancari: Popolare di Sondrio +6,4%, Popolare di Milano +5%, MPS +4,5%, Unicredit +3,6%. Il ribasso è stato innescato dalle parole di Jerome Powell a inizio settimana ovvero “tassi più alti, più a lungo”, e ribadite da almeno un altro paio di componenti del board della Fed. La narrazione, dopo la diffusione dei dati sull’inflazione a marzo, che resta sopra il 3% e leggermente oltre le attese, è completamente cambiata. Resta valida l’indicazione del dot plot per 3 tagli nel 2024, ma probabilmente verso fine anno, ovvero da settembre. Ma se i dati dei prossimi mesi dovessero confermare la tonicità dell’economia statunitense e il perdurare del caro vita su livelli elevati, allora la prospettiva è che nell’anno in corso non ci sarà nessuna manovra monetaria. E questo evento il mercato sta iniziando a scontarlo soprattutto nei prezzi dei titoli più sensibili all’andamento dei tassi di interesse come il tech. Molta attenzione quindi al calendario macro di questa settimana e quello relativo alle trimestrali statunitensi con i big del tech: questa settimana i game changer sono il dato sul Pil statunitense nel primo trimestre 2024, in uscita giovedì, e l’indice Usa dei principali prezzi di spesa per consumi a marzo, atteso venerdì. Martedì riporta i conti Tesla, mercoledì Meta e IBM, giovedì Microsoft e Alphabet, venerdì Exxon Mobil.

È arrivato l’halving!

Come le Olimpiadi ogni 4 anni, attirano l’attenzione di milioni di persone, altrettanto avviene per l’halving nel mondo cripto. La fiaccola si è accesa nel week-end, ma non parliamo dell’avvio di una grande manifestazione sportiva digitale, quanto più semplicemente di una riduzione del premio in bitcoin assegnato ai minatori per convalidare transazioni sulla blockchain. Da sabato si è passati da 6,25 bitcoin e 3,124, ai livelli attuali circa $200mila. Questo evento, intrinseco al codice di Bitcoin, avviene automaticamente e stabilmente, creando un asset digitale raro e prezioso. Con solo 21 milioni di bitcoin in totale (una quantità non modificabile), l’halving garantisce un’offerta controllata nel tempo. Si stima che l‘ultimo bitcoin sarà estratto nel 2140. Bitcoin è progettato per resistere all’inflazione, al di là delle volontà umane o dei poteri politici, garantendo un meccanismo indipendente dalla politica. Questo può essere visto come una caratteristica rassicurante o preoccupante, poiché non ci sono margini per modifiche arbitrarie delle regole da parte di un’autorità centrale, come il presunto creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, il cui vero nome e stato attuale rimangono sconosciuti. La rarità del bitcoin unita alla sua crescente diffusione, grazie anche alle recente decisione della Security Exchange Commission statunitense (SEC) sugli ETF, (i primi 11 prodotti sul prezzo spot del bitcoin quotati solo in Usa hanno accumulato $59,2 miliardi di asset in gestione), hanno spinto questo strumento, a metà tra una moneta e uno strumento finanziario, su nuovi massimi storici.

Italia sotto la lente

S&P Global Ratings ha confermato il rating BBB per il debito italiano, mantenendo anche un outlook stabile, come da attese. Questo annuncio dà il via a una nuova serie di revisioni del rating sul debito nazionale nelle prossime settimane e potrebbero creare volatilità sia sul mercato azionario che obbligazionario. Il primo ostacolo è comunque stato superato. Nella sua comunicazione, S&P evidenzia un aumento prospettico del debito rispetto a ottobre: previsto ora crescere del 2,5% rispetto al PIL nei prossimi due anni, mentre negli ultimi tre anni è diminuito del 17,6% rispetto ai livelli massimi registrati nel 2020, grazie principalmente all’impatto positivo della crescita economica. L’agenzia ha sottolineato che €40 miliardi derivanti dai bonus edilizi hanno avuto un impatto significativo sulle finanze pubbliche italiane. Si prevede che la crescita per i prossimi anni rimanga intorno all’1%, anche se l’Italia potrebbe trarre vantaggio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ora in fase di implementazione e che da solo vale circa un +3% di crescita aggiuntiva di PIL nell’arco del Piano. La notizia è stata accolta con moderazione dal mercato: il rendimento del BTP a 10 anni è leggermente salito, 3,9%, mentre lo spread è calato a 137 punti. Valori nel range del 2024 che per ora non destano preoccupazioni. Tutto questo a pochi giorni dall’avvio della seconda tranche del BPT Valore, l’emissione di titoli di Stato a media scadenza riservata agli investitori retail.