Il punto sul mercato di Integrae SIM
“C’è una misura in ogni cosa, tutto sta nel capirlo” (Pindaro)
Trimestre record. Da inizio anno il mercato azionario a livello mondiale è salito senza strappi ma inesorabilmente. Le condizioni migliori per una prosecuzione del trend rialzista: bassa volatilità e direzionalità. L’unica minaccia all’orizzonte resta il clima geopolitico, che continua a posizionarsi sul livello arancione tendente al rosso, dopo il drammatico attentato terroristico in Russia. I venti di guerra soffiano forti, corsa al riarmo su scala mondiale, e fibrillazioni nella campagna elettorale statunitense dove tra i due sfidanti, si sono messi di mezzo i giudici che mettono Trump alle corde con richieste di risarcimento milionarie. Piazza Affari resta sul podio per performance a livello mondiale, portando il guadagno in un anno a +33%. Tra i titoli che si sono messi in luce nell’ultimo trimestre: Iveco, Leonardo e Unipol, che rappresentano i 2 grandi trend rialzisti dei listini ovvero spese militari e tassi più alti più a lungo. Questa settimana si prospetta breve sui mercati, con la pausa pasquale che vede tutte le principali borse chiuse per il Venerdì Santo e il lunedì di Pasqua. Negli Stati Uniti, l’attenzione sarà rivolta agli aggiornamenti forniti dai membri della Federal Reserve per ottenere maggior chiarezza sui futuri movimenti di politica monetaria della banca centrale, con particolare attesa per i commenti del presidente Jerome Powell previsti per venerdì. Difficile però che tali eventi possano cambiare significativamente la rotta, in attesa di ulteriori informazioni, con i mercati che scommettono sul prossimo taglio a giugno. I principali dati da monitorare includono gli indici dei prezzi PCE, il reddito personale e le spese, e gli ordini di beni durevoli In Usa. In Europa, gli investitori si concentreranno sulle cifre preliminari sull’inflazione di marzo per Spagna, Francia e Italia.
È tempo di correzione?
Non cercare di anticipare la correzione. È il risultato di un sondaggio condotto da CNBC tra un panel di esperti sul prossimo futuro delle Borse che sconsigliano di anticipare un’inversione del trend rialzista dei listini. Ma Bill Gross, considerato a Wall Street il re dei bond, mette in guardia di fronte a quella che viene considerata un’esuberanza irrazionale del mercato azionario sulla spinta dell’intelligenza artificiale. Secondo l’ultimo sondaggio di Bank of America la preoccupazione principale per gli operatori di mercato è l’inflazione ovvero il rischio di una recrudescenza del surriscaldamento dei prezzi, poi la geopolitica, non solo le guerre ma anche i rapporti tra Usa e Cina ed infine il rischio che sfumi l’atterraggio morbido dell’economia su scala globale. In questo contesto si inserisce il China Development Forum appuntamento annuale del Governo cinese per favorire l’incontro tra i leader di impresa globali e la politica nazionale. L’obiettivo è frenare la fuga di capitali dal Paese: nei primi 2 mesi del 2024 c’è stato un calo di circa il 20% degli investimenti esteri. Tra i protagonisti dell’evento Tim Cook, CEO di Apple, che ha incontrato il primo ministro. Per Cupertino la Cina è il tallone d’achille: nel 2023 crollo delle vendite e blocco dell’utilizzo degli iphone da parte dei dipendenti della pubblica amministrazione. Abbastanza per rischiare di estromettere il titolo Apple dal club dei Magnifici 7.
Trump in Borsa
Oggi è il giorno della quotazione di Truth, ovvero il social network di Donal Trump che si pone l’obiettivo di essere il rifugio della libertà di parola contrastando le pratiche restrittive delle Big Tech. L’operazione è avviene attraverso la fusione tra Digital World Acquisition, SPAC dedicata ad accompagnare in Borsa progetti nel campo dei media e dell’intrattenimento e la Trump Media & Technology Group Corp. Il titolo, assumerà la denominazione: DJT, ovvero le iniziali del tycoon. Nella seduta pre fusione il titolo della SPAC un fatto segnare rialzo superiore al 20%. L’operazione vale $5 miliardi, di cui $3,5 finirebbero direttamente nelle mani di Donald Trump. L’operazione coincide con l’annuncio che la corte d’appello di New York ha accettato di tagliare l’importo della multa che Donald Trump dovrà pagare per la truffa degli asset gonfiati. Il pagamento della multa pari a $454 milioni più gli interessi, un totale di circa $545 milioni, è stato ridotto a $175 milioni. Al tycoon sono stati concessi 10 giorni per pagarla. I legali di Trump hanno assicurato che sarà rispettata la decisione dei giudici. L’alternativa è un pignoramento dei beni del candidato presidente, che avrebbe una ricaduta molto negativa sulla sua immagine durante la campagna elettorale.