Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Se vuoi qualcosa, perdi tutto. Se non vuoi niente, hai già tutto” (Seungsahn)
Il rally ha il fiato corto. Se nei primi 2 mesi dell’anno le Borse sono salite a ritmo sostenuto toccando nuovi massimi storici, a marzo il trend sembra frenare bruscamente. L’indice MSCI World da inizio mese è salito meno dell’1%, poco sopra la parità l’S&P 500. Unica eccezione Piazza Affari, salita di oltre il 2% grazie al settore bancario che continua a beneficiare del perdurare di una politica monetaria restrittiva ovvero tassi di interessi elevati che spingono in alto i profitti degli istituti di credito. Se l’azionario frena, continuano a correre invece i beni rifugio, ed in particolare l’oro, salito del 6% nelle ultime 5 sedute, facendo segnare il nuovo massimo storico sopra la soglia di $2.150. In assenza di una maggiore visibilità sulla politica monetaria gli operatori rallentano gli acquisti in Borsa e si spostano verso i porti sicuri. Oggi pomeriggio conosceremo le decisioni della Bce ma soprattutto le parole con cui Christine Lagarde giustificherà la scelta di non toccare i tassi, nonostante l’economia europea sia in stagnazione da almeno 1 anno, e l’inflazione molto vicina al target del 2%. Il mercato monetario non sta comunque a guardare e spinge per una decisione in tempi rapidi: il rendimento del BTP è sceso sino al 3,6% e lo spread a 140 punti, sui minimi da 1 anno.
Jerome non molla
Nel giorno dell’audizione al Congresso degli Stati Uniti il presidente della Fed ha fatto capire di non ha alcuna fretta di tagliare i tassi di interesse e non prevede che sia appropriato intervenire finché non si avrà la certezza che l’inflazione si stia muovendo verso il 2%. Oltre a frenare sulla tempistica del taglio dei tassi, Powell ha sostenuto che se l’economia evolverà come previsto, sarà “probabilmente appropriato” iniziare a rivedere la politica monetaria nel corso dell’anno, senza però fornire maggiori dettagli sui tempi. Il Presidente della Fed ha infine ribadito che “l’economia ha fatto progressi considerevoli verso i nostri obiettivi” e che “l’inflazione ha rallentato in modo notevole”, ma che “l’outlook resta incerto“. A questo punto il primo intervento di politica monetaria del tasso di interesse, attualmente al 5-5,25%, è atteso nel terzo trimestre del 2024, seguito poi da una pausa. Gli operatori escludono quindi una prima riduzione del costo del denaro sia nella riunione di marzo che in quella di maggio e attribuiscono al 58,9% le possibilità di un primo taglio a giugno.
La super campagna elettorale
Il Supertursday miete la prima vittima. Nikki Haley la sfidante di Trump ha annunciato di ritirarsi dalla corsa per la candidatura alla Casa Bianca ma senza dichiarare il proprio appoggio all’ex Presidente. Quest’ultimo si è rivolto direttamente agli elettori-delegati della ex ambasciatrice alle Nazioni Unite chiedendo apertamente di sostenerlo. Nessun endorsement anche da parte di Elon Musk il quale ha dichiarato: “non sto dando soldi a nessuno”. Secondo indiscrezioni Trump avrebbe incontrato il vulcanico imprenditore per chiedere il suo appoggio alle elezioni ed in particolare le sue ingenti risorse finanziarie che potrebbero dare la svolta alla campagna elettorale. Che si annuncia tra le più costose della storia. Pensiamo infatti che per vincere le primarie democratiche nelle Samoa Americane Jason Palmer ha investito 500mila dollari, ovvero circa 10mila dollari per ciascuno dei 51 elettori che lo ha sostenuto, gli altri 49 votanti hanno invece scelto Joe Biden. In una località di 50mila abitanti, hanno quindi votato 100 persone, lo 0,2% della popolazione. E sulla notizia del mancato accordo con Trump e Musk le azioni della Digital World Acquisition, la SPAC che porterà in Borsa la società media che cura i diritti di immagine di Trump, ha lasciato perso oltre il 12%.