Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Sanremo o ti apre le porte del mondo, o ti chiude anche quella di casa” (Gigi D’Alessio)
Le borse mondiali si prendono una pausa dopo i record. L’S&P 500 si mantiene sopra la soglia di 5mila punti, me cede nel finale insieme a Wall Street in attesa del dato sull’inflazione Usa a gennaio in uscita oggi. Il market mover della settimana sarà diffuso alle 14:30. Gli economisti si aspettano un incremento dello 0,2% mensile e del 3,8% su base annua. Siamo ancora a metà strada rispetto al target della Fed del 2%, e per questo, a meno di sorprese, aumentano le probabilità che a marzo i tassi di interesse resteranno invariati per la quarta riunione consecutiva del FOMC. Le probabilità sono superiori all’80%, l’opposto rispetto allo stesso dato di inizio gennaio. L’orizzonte è ora improntato alla riunione di maggio, ma le probabilità di una riduzione del costo del denaro sono ancora inferiori al 50%. Difficile pensare che in Europa le cose possano andare diversamente anche se ci sono diversi segnali che inducono a considerare una mossa anticipata da parte di Francoforte: l’inflazione è molto vicina al target della banca centrale, i salari non salgono, i consumi non crescono e ci sono forti segnali di una recessione in arrivo. Ad esempio il prezzo dei diritti di inquinamento alla Borsa di Amstredam, l’EUA, è sceso ai minimi da ottobre 2021. Su tratta di un segnale anticipatore rispetto all’andamento della produzione futura delle grandi aziende energivore e manifatturiere.
OPA è smepre bello?
La settimana è iniziata con la notizia di due operazioni straordinarie ovvero le offerte di acquisto (Opa) amichevoli di L Catterton, partecipato da Lvmh, sul 36% del capitale di Tod’s con l’obiettivo di ottenere il delisting del gruppo del lusso, e del trader di materie prime olandese Vitol per la quota di controllo di Saras, società della famiglia Moratti. Ma se nel primo caso l’offerta ha spinto i titoli al rialzo del 20%, allineandoli al prezzo d’Opa di €43, nel secondo le quotazioni sono scese sotto il livello d’Offerta. Per gli analisti di Equita, “il prezzo di cessione della quota della famiglia Moratti è inferiore alle attese”. Tuttavia, gli esperti ritengono che “l’adesione all’Opa possa essere abbastanza elevata, data la condizione di controllo della società e la volontà fonderla per il delisting“. Come dire: pochi maledetti e subito. Non dimentichiamo infatti che dal prezzo di quotazione di €6, le azioni di Saras sono scese sino a un minimo di €0,40 alla fine del 2020 per gli effetti del crollo dei consumi a causa della Pandemia, per riprendersi solo in parte, grazie al collo di bottiglia creatosi con la ripresa dei consumi legato alla fine del Covid. Al prezzo d’Opa il titolo tratta lo stesso prezzo di cca 5 anni fa. Poche soddisfazioni per i soci, in un orizzonte da cassettista. Ma al netto di queste valutazioni resta il fatto che altre 2 società si apprestano a lasciare il listino principale. Unico mercato azionario italiano che mostra segni di vitalità è quindi l’Euronext Growth Milan che continua a ospitare nuove matricole, in molti casi accompagnate in Borsa da Integrae SIM.
Non è sempre cripto quello che luccica
Il Bitcoin è tornato sopra la soglia di $50mila. Dopo il rally del 2023, che ha portato ad un aumento del valore del 160%, il 2024 era iniziato sotto il segno della stabilità. E invece in poche sedute, il Bitcoin ha raggiunto nuovamente i top già visti nel 2017 e nel 2021. Ma il meglio potrebbe non essere ancora arrivato. Secondo un report di Bernstein la cripto numero uno al mondo, è nelle condizioni di raggiungere valori senza precedenti. Una spinta arriverà dal nascente mercato dei fondi negoziati in borsa (ETF) che genererà una corsa degli investimenti su questa asset class, che con l’imminenza dell’halving, ovvero il dimezzamento del ritmo di emissione di nuovi Bitcoin, diventerà ancora più raro. Secondo Bernstein, gli ETF appena lanciati hanno attirato quasi $1 miliardo nelle ultime sessioni di trading. Gli scettici si riducono, e gli entusiasti aumentano. Ma un aumento degli investitori in cripto non significa necessariamente più trade. JPMorgan ha emesso ieri un giudizio negativo su Coinbase, la principale piataforma di trading di cripto al mondi, citando i volumi di negoziazione deludenti dopo il lancio degli ETF sul Bitcoin.