Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Il prezzo del petrolio in Borsa è il risultato del software che c’è dietro, altrimenti non varrebbe niente” (Piero Angela)
Poche nuvole all’orizzonte. I listini mondiali continuano a fare segnare nuovi top: l’indice MSCI World ha toccato un nuovo massimo annuale, ad un passo dai top assoluti. Bene anche Wall Street con l’S&P 500 salito dello 0,8% a un passo dalla soglia psicologica di 5.000 punti. Fanalino di coda Piazza Affari: l’indice FTSE Mib ha perso lo 0,45%, peggio hanno fatto lo Star, -0,64% e le Small Cap, -0,74%. L’effetto della debolezza dei titoli bancari, su tutti Intesa Sanpaolo che ha perso oltre il 2%, e nonostante i risultati sorprendentemente positivi del Monte dei Paschi di Siena. La banca senese ha chiuso il 2023 con un utile superiore ai €2 miliardi, annunciando un dividendo per la prima volta dopo 13 anni: 25 centesimi per azione pari a €315 milioni. Negli ultimi 12 mesi il titolo è salito di oltre il 40%. La giornata non era iniziata sotto i migliori auspici con le dichiarazioni rilasciate all’FT da Elisabeth Schnabel, tra i componenti più “falco” della Bce: “la lotta all’inflazione è stata un successo anche se non è ancora stato raggiunto il traguardo”. La banchiera sconsiglia di cambiare “presto” l’orientamento della politica monetaria perché l’inflazione può riaccendersi. Dichiarazioni che hanno impattato negativamente sul mercato dei bond spingendo al rialzo i rendimenti, in particolare il BTP a 10 anni ha riavvicinato la soglia del 4%. Il calendario economico di oggi è abbastanza “scarico”: alle 14:30 il dato settimanale sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, attese a 221mila unità, in leggero calo sulla rilevazione precedente e sempre sui minimi storici.
A volte ritornano
Si risveglia la preoccupazione sulle banche regionali statunitensi. È passato un anno dalla crisi della Silicon Valley Bank ed ecco che scoppia un nuovo caso: Moody’s ha portato a livello “spazzatura” il rating della New York Community Bank, banca specializzata nei finanziamento di operazioni a medio-lungo termine, dopo che la società ha annunciato perdite su crediti per $552 milioni a causa della crisi del settore immobiliare commerciale. Gli uffici negli Stati Uniti restano infatti ancora semivuoti per due motivi: dopo il Covid, il rientro dallo smart working è stato solo parziale, i tassi alti rendono i mutui costosi mettendo in difficoltà chi li ha sottoscritti. La crisi della società di co-working WeWork è uno forse uno degli esempi più famosi. Il titolo di NYCB in poche sedute ha perso oltre il 60% in Borsa, il minimo dal 1997. Sull’istituto il rating di Fitch e DBRS resta invece ad investment grade ma restano forti dubbi sulla sua solvibilità nel breve per la fuga di depositi. Si tratta di un duro colpo per la stabilità delle banche regionali statunitensi il cui indice ha perso oltre il 10% da inizio anno. Anche Yellen ha mostrato qualche preoccupazione. Una turbolenza che potrebbe estendersi anche all’Italia. La Banca Popolare del Frusinate è finita ieri al centro di un’inchiesta della Procura di Frosinone, che contesta, fra gli altri, i reati di truffa, illecita attività finanziaria, associazione per delinquere. Il direttore generale e amministratore delegato della Banca Popolare di Frusinate sono stati destinati a misure cautelari.
2024 anno dell’oro nero?
In un report gli analisti di JPMorgan confermano una visione positiva sui prezzi del petrolio, nonostante la domanda mondiale sia attesa in calo per il soft landing in Usa, Europa, e la crescita sotto le attese della Cina. Gli esperi prevedono che il prezzo del greggio Brent, il contratto più globale e significativo, raggiungerà gli $80 al barile entro maggio, e che i minimi siano alle spalle. Esiste quindi la concreta possibilità che il prezzo dell’oro nero superi le aspettative. Alla base di queste dichiarazioni l’escalation del conflitto in Medio Oriente che rappresenta il rischio più significativo e crescente per i mercati energetici, così come i problemi di navigazione nel Mar Rosso (ieri l’indice baltic dry +6%). Inoltre, gli attacchi dei droni alle raffinerie di petrolio in Russia rappresentano un nuovo rischio, meno riconosciuto, ma potenzialmente più impattante per l’equilibrio dei prodotti petroliferi globali. JPMorgan prevede infine che i mercati dei prodotti petroliferi come diesel, benzina e nafta saranno più colpiti rispetto al mercato del greggio stesso. E questa non è una buona notizia per la lotta all’inflazione e la speranza di un rapido calo dei tassi di interesse.