Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Come raggiungere un traguardo? Senza fretta, ma senza sosta” (Goethe)
Le Borse danno retta ai banchieri centrali. È stato questo il messaggio più forte arrivato nel corso della scorsa settimana dai mercati finanziari. Se nell’ultima parte del 2023 erano stati i mercati a influenzare le posizioni della politica monetaria di Fed e Bce, nel mese di gennaio le cose sono tornate in equilibrio. Lo dimostra l’aumento dei tassi di interesse con il T-Bond e il BTP tornati sui massimi dello scorso mese di dicembre. Di riflesso sono scese le Borse: lo Stoxx 600 ha perso l’1,6%, l’FTSE Mib 40 -0,6%, mentre l’S&P 500 è salito di oltre l’1% ma solo per il forte recupero dell’ultima seduta della settimana quando si è portato nuovamente sui massimi storici. Eppure i segnali sull’andamento dell’economia sono contrastanti. Il 2023 è stato l’anno peggiore per la vendita di case nuove dal 1995. Il riflesso del forte aumento dei tassi di interesse e un segnale forte del rischio di una recessione economica negli Stati Uniti, nei primi 6 mesi dell’anno. Continua invece ad essere solido il mercato del lavoro e i consumi privati. In questo contesto la Fed ha quindi il problema di tenere a bada le aspettative di un mercato finanziario molto ottimista. Per cui se l’inflazione non raggiungerà il target del 2% più velocemente delle attese Jerome Powel sarà costretta ad essere sempre più duro nelle sue dichiarazioni da “falco” per arrivare alla riunione del FOMC del 20 marzo con gli investitori consapevoli che non ci sarà alcun taglio dei tassi. Oggi la probabilità è invece ancora vicina al 50%.
La settimana della Bce
Market mover della settimana è la riunione della Bce in calendario giovedì. L’aspettativa degli operatori è per la conferma del tasso di riferimento al 4,5%. Tutta l’attenzione sarà quindi concentrata sulle dichiarazioni di Christine Largarde ovvero la narrazione sulle aspettative di inflazione e di conseguenza della politica monetaria da marzo in poi. La presidente interverrà anche oggi alle 15:00 in un evento istituzionale e potrebbe fornire qualche indicazioni sulla posizione di giovedì ma i giochi sembrano fatti. Ricordiamo infatti che in occasione del suo intervento a Davos per l’incontro annuale del World Economic Forum, Christine Lagarde è stata molto chiara sulle intenzioni della Bce: “senza un altro shock economico abbiamo raggiunto il picco dei tassi, ma dobbiamo rimanere restrittivi finché non raggiungiamo la certezza”, ha precisato. Lagarde vede tra i banchieri centrali “un consensus per un taglio dei tassi di interesse entro l’estate”. Uno scenario che raffredda le aspettative del mercato circa la prosecuzione del rally e in particolare i settori più esposti al ribasso dei tassi come le mid-small cap. La scorsa settimana per gli indici di questa asset class è stata caratterizzata dal segno “meno”: Russel 2000 -0,4%, FTSE Small Cap -3%. Ma tutto può cambiare velocemente: attenzione al dato macro di venerdì alle 14:30 ovvero l’indice dei prezzi per le spese personali a dicembre in Usa, indicatore tenuto in grande considerazione dalla Fed per assumere delle decisioni.
Taiwan al centro, a lungo
Un isola di 23 milioni di abitanti gioca un ruolo fuori misura nello scacchiere geopolitico mondiale sia per il peso dell’industria nazionale dei semiconduttori che del traffico di merci globale. Si tratta di Taiwan, la nazione che secondo il Governo cinese punta a riunificare “inevitabilmente” entro il 2047. Una data lontana per noi occidentali, ma in linea con le strategie di lunghissimo periodo del gigante asiatico. Nel frattempo Lai Ching-te, per tutti “Lai”, ha vinto le ultime elezioni Presidenziali ma ha perso la maggioranza assoluta del Parlamento. Un equilibrio che non fa cantare vittoria a nessuno ovvero gli Usa che sostengono l’indipendenza e ovviamente la Cina. E probabilmente questa è una fortuna. Il nuovo presidente è un forte sostenitore della democrazia quindi ostile all’ipotesi di riunificazione. Dal World Economic Forum di Davos, sono arrivare forti dichiarazioni di sostegno da parte dell’amministrazione statunitense alla vittoria di Lai, ma con le elezioni di novembre le cose potrebbero anche cambiare. Infine la Cina non se la passa troppo bene. L’anno del Drago non è infatti iniziato sotto i migliori auspici: mercato immobiliare in crisi, reshoring di Usa, Europa e della stessa Taiwan che sta spostando parte della produzione di semilavorati per l’industria dei semiconduttori dal continente all’estero. A tutti conviene aspettare, in attesa di tempi migliori.