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Insights 11 Gen 2024

Il punto sul mercato di Integrae SIM

La vita è teatro ma non sono ammesse le prove” (Antov Pavlovic Cechov)

Borse senza slancio. Alla vigilia dell’importante dato sull’inflazione Usa nel mese di dicembre, diffusa per oggi alle 14:30, gli operatori sono alla finestra in attesa di notizie in grado di riaccendere il rally vissuto nelle ultime settimane del 2023. Unica eccezione il Nikkei sui massimi dal marzo ’90 grazie alla debolezza dello yen. L’indice MSCI World ha chiuso al rialzo dello 0,2%, poco meglio hanno fatto il Nasdaq e l’S&P 500. Anche Piazza Affari è mossa intorno alla parità nonostante la ripresa, dopo alcune sedute difficili, dei titoli finanziari che hanno chiuso in rialzo dello 0,55%. Buone notizie arrivano dal fronte geopolitico, con USA e UK che sono intervenuti colpendo gli Houthi, ovvero i pirati del Golfo che stanno mettendo in difficoltà il trasporto delle merci nel Mar Rosso, da cui transita il 30% delle navi cargo mondiali. Un termometro delle tensione è l’indice Baltic Dry Index, ieri in calo di oltre il 7%, sotto della soglia dei 1.900 punti, sui livelli di novembre 2023 e lontano dagli eccessi di dicembre quando ha toccato i 3mila punti. In attesa dei primi dati della reporting season che saranno diffusi venerdì a Wall Street non manca il newsflow: Amazon ha annunciato centinaia di esuberi nella divisione Prime e negli studi di MGM, lo stesso giorno in cui Nvidia ha fatto segnare l’ennesimo record storico in Borsa. Boing invece ha iniziato a recuperare terreno, dopo che il top management ha fatto il mea culpa per la mancanza della sicurezza del 737 max 9, infine HP ha annunciato l’acquisto di Juniper Network per $14 miliardi.

Brutte figure

Sul profilo “X” della SEC è stato pubblicato ieri un messaggio che annunciava l’OK all’ETF Spot sul Bitcoin. Dichiarazione smentita a stretto gira dall’autorità di vigilanza che ha denunziato un attacco hacker tenendo quindi con il fiato sospeso ancora per alcune ore l’industria finanziaria. Dopo l’attacco hacker il bitcoin è sceso da $47mila a circa $45mila, ma sempre sui massimi dal marzo 2022. Il via libera al primo EFT sul Bitcoin sembra scontato, ma questa non sarebbe una buona notizia per Ark Invest, la società di Cathie Wood. In lista per l’approvazione ci sono ben 12 delle maggiori società di gestione al mondo, tra cui Blackrock, Fidelity, Invesco. L’ETF Spot sul bitcoin spot infatti consentirà agli investitori un’esposizione ai movimenti della criptovaluta senza doverla detenere direttamente. Al momento sono infatti solo disponibili degli ETF che hanno come sottostante il future, mentre con un prodotto spot, i bitcoin sarebbero posseduti dal fondo stesso. Uno strumento quindi più accessibile, liquido, e sicuro essendo sotto la supervisione di una autorità di vigilanza con conseguente minore volatilità dei prezzi. In questa prospettiva il target della criptovaluta potrebbe raggiungere i $100mila, ma più in generale si tratterebbe di un game changer che farebbe nascere una nuova asset class, aperta alla grande maggioranza dei portafoglio di risparmio mondiali che ammontano a $200 trillioni. Oggi tutte le cripto messe insieme capitalizzano $1,5 trillioni. Superato l’ostacolo della SEC, il prossimo traguardo per il bitcoin è l’halving: il cambiamento delle regole di remunerazione dei miner di blocchi che avrà come conseguenza di rendere la cripto molto più scarsa e quindi rara.

Tornano i corporate bond

Nel corso delle ultime settimane sono stai annunciati diversi collocamenti di corporate bond dopo mesi di stagnazione del mercato. Le imprese tornano a indebitarsi approfittando del miglioramento del clima sul fronte dei rendimenti e di conseguenza la disponibilità degli investitori a sottoscrivere le relative emissioni. Nella giornata di ieri sono stati emessi 2 green bond: da parte del Banco Bpm, per un importo di €750milioni chiuso con rendimento di +235 punti base sul becnhmark, e da Credit Agricole per un controvalore di €500 milioni con una raccolta ordini di €5 miliardi. Infine Campari ha emesso un bond convertibile per un importo di €550 milioni con rendimento di poco superiore al 2% e un premio di conversione del 30%. Collocati anche €8 miliardi di BOT con un rendimento del 3,4%, in lieve calo sull’emissione precedente. Un trend che dovrebbe accelerare con l’avvio del cambio della politica monetaria. Secondo l’ultima ricerca di S&P Global Rating nel 2024 la Bce effettuerà 3 tagli a partire dal secondo semestre, mentre il target del 2% di inflazione sarà raggiunto nel 2025. Per questo si aspetta un futuro cautamente positivo per gli emittenti corporate.