Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Puoi essere ingannato, se ti fidi troppo, ma vivrai nel tormento se non ti fidi abbastanza” (Frank Hall Crane)
I mercati guardano ai tassi e snobbano le trimestrali. Questo sinora il bilancio della reporting season statunitense ed europea, inclusa quindi Piazza Affari. Il mercato continua ad essere concentrato prevalentemente su “se e quando” i tassi di interesse inizieranno a scendere, anche poco. E questo caso dipende se ci sarà o meno la recessione, senza dimenticare che le banche centrali non molleranno la presa contro l’inflazione. Nonostante infatti i risultati di bilancio abbiano largamente battuto le attese, la risposta degli operatori è stata principalmente fredda in mancanza di guidance e outlook chiari sull’andamento del business il prossimo anno. Nella giornata di ieri Jerome Powell è intervenuto ad un convegno senza però rilasciare commenti sulla politica monetaria tranne l’invito rivolto agli economisti presenti chiedendo ad essere particolarmente flessibili nel loro lavoro. Altre dichiarazioni di Governatori del Fomc, non hanno escluso ulteriori aumenti dei tassi a causa delle tensioni geopolitiche in corso. Le massime cariche di Fed e Bce interverranno anche questa sera in due diversi incontri istituzionali. Alle 14:30 il dato sui sussidi settimanali di disoccupazione in Usa, che rappresenta la notizia più rilevante in uscita oggi.
La recessione alle porte
I dati statistici diffusi nella giornata di ieri mostrano un’economia europea in affanno. L’FMI stima nel 2023 una crescita dello 0,7% per l’economia italiana, e consiglia al Governo di essere più ambizioso nelle riforme, indispensabili per favorire la crescita. Stima che confermerebbe il dato già acquisito per l’anno in corso ovvero crescita zero, anche nell’ultimo trimestre dell’anno. L’aspettativa di una recessione in corso o quanto meno alle porte lo dimostra anche l’andamento di due importanti indicatori: il contratto future sul petrolio WTI sceso sui minimi da 3 mesi sotto i $77. Un calo del 20% dai massimi dell’anno; e l’EUA ovvero il contratto future sulle emissioni di carbonio, che misurano le prospettive di livelli di inquinamento “futuro” ovvero un indicatore sul futuro della produzione industriale. I prezzi hanno toccato ieri il minimo da 12 mesi. E come se non bastasse in questi giorni, l’Ecofin, ovvero l’assemblea dei ministri delle finanze europee, sta discutendo della riforma del patto di stabilità con l’obiettivo di una decisione condivisa sulla sua riforma entro fine anno come consigliato anche dalla Bce. Riforma che comporterebbe però meno flessibilità ai livelli di spesa pubblica ovvero rigore di bilancio che non aiuta di certo a difendersi dalla recessione.
L’età dei magneti
General Motors e Stellantis hanno comunicato la decisione di investire nella startup Niron Magnetics, all’interno di un programma di sviluppo di magneti per veicoli elettrici senza materiali contenuti in terre rare. L’obiettivo è quello di ridurre la propria dipendenza dalla Cina, così come sta facendo tutta l’industria automobilistica. Le due case automobilistiche hanno partecipato all’ultimo round di finanziamento di Niron per un ammontare di $33 milioni e intendono collaborare per contribuire allo sviluppo di magneti permanenti costruiti senza terre rare, un passo che, se dovesse avere successo, cambierebbe profondamente le modalità di utilizzo dei materiali per il passaggio ai veicoli elettrici. Secondo Jonathan Rowntree, Ceo di Niron: “i magneti permanenti sono eroi non celebrati e componenti essenziali di innumerevoli parti del veicolo. L’ambito in cui hanno il maggiore impatto per Gm è la trazione dei futuri veicoli elettrici. Oggi, circa il 90% della fornitura di magneti di terre rare dipende dalla Cina“. Notizia apprezzata dal mercato che ha spinto i prezzi del titolo vicino ai massimi storici a dimostrazione che l’uso della tecnologia, è fondamentale per catalizzare l’interesse degli investitori. Se ne parlerà in occasione del Financial Galà edizione Deep Tech che si svolgerà a Milano il prossimo 17 novembre. Per saperne di più: www.financialgala.it.