Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Amo l’Italia, servirebbero tre vite per conoscerla a fondo” (Angela Merkel)
Siamo al picco della politica di restrizione monetaria della FED? E’ presto per dirlo ma dopo il rialzo oggi è probabile che il ritmo di crescita inizi a rallentare, per arrestarsi entro fine anno, ma dopo avere raggiunto il 4% o poco meno. Questo nell’attuale scenario di aspettative inflazione ovvero che non sia persistente. Ipotesi che porterebbe addirittura a un taglio del costo del denaro nel primo trimestre del 2023. Il mercato inizia a crederci, anche alla luce del recente dato sulle vendite di case nuove in Usa che è stato, nel mese di giugno, ben sotto le attese, e facendo anche segnare un calo dell’8,1%. In Europa le cose potrebbero andare diversamente con un ritmo di rialzo dei tassi più lento per evitare di portare in recessione l’economia. Altro tema rilevante è quello del dollaro forte: così facendo gli USA esportano inflazione, aggravando la posizione competitiva dei Paesi concorrenti in gran parte esposti ai prezzi delle materie prime il cui listino si basa esclusivamente sul biglietto verde. Una situazione anomala: in passato la competitività commerciale di un Paese passava dalla svalutazione della sua moneta non dall rafforzamento. Altro segno dei tempi anomali che stiamo vivendo.
L’eredità di Mario Draghi
Ieri abbiamo festeggiato i 10 anni dall’avvio della politica monetaria espansiva di Mario Draghi. Oggi lo scenario è completamente cambiato ma un punto fermo è rimasto: le politiche fiscali nazionali si devono inserire in un contesto di maggiore rigore. Il nuovo strumento di politica monetaria, il TIP, è molto simile al Whatever it Takes, con la differenza che non interviene per sanare ma per prevenire. Rispetto al passato esiste però una grande differenza: non c’è Angela Merkel che dava sostanza politica all’azione della banca centrale. Oggi la situazione è più frammentata, con l’aggravante che in Italia il 25 settembre si vota e la componente propagandistica di partito sarà, temporaneamente, preponderante sul bene comune. I gestori, interpellati da CNBC, non stanno per il momento rivedendo il portafoglio in ottica recessiva ma stanno comunque allungando la duration. L’attesa infatti è una riduzione dei tassi, soprattutto in USA: L’obbligazionario dovrebbe quindi recuperare a danno dell’azionario che viene visto ancora molto esposto alla volatilità, con l’eccezione dei settori anticiclici (tecnologia) e difensivi (salute). Il BTP ha raggiunto rendimenti molto interessanti, con buone probabilità di confermarli per effetto dell’introduzione dello scudo antispread.
L’FMI promuove l’Italia
Nel 2023 l’Italia crescerà sopra la media europea. Lo sostiene l’FMI che vede il PIL in aumento del 3% nell’anno in corso. Il risultato dei numerosi interventi a sostegno dell’economia promossi dal Governo Draghi, non ultimo il decreto aiuti bis che vale oltre €14 miliardi. Allo studio ulteriori misure tra le quali una revisione, in senso migliorativo, della cessione del credito per gli interventi di ristrutturazione edilizia ed efficientamento energetico degli edifici. Tutti provvedimenti finanziati da avanzi di bilancio, rispetto alle previsioni, e non da scostamenti ovvero maggiore deficit. In Piazza Affari a trarre i maggiori benefici dovrebbe essere la categoria delle small cap e tra queste i titoli esposti agli interventi legati al cosiddetto ecobonus. Segnaliamo il gruppo Nusco e Finanza.tech esposte, in forme diverse, allo strumento della cessione del credito.