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Insights 26 Ott 2023

Il punto sul mercato di Integrae SIM

L’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità” (Pablo Picasso)

Alla vigilia della riunione della Bce i rendimenti sono tornati a scendere. In particolare il Btp a 10 anni si è allontanato dalla soglia del 5% e lo spread dai 200 punti. A conferma del raffreddamento delle tensioni, il fatto che ieri siano stati collocati €4 miliardi di euro di Btp, con rendimenti sostanzialmente in linea con l’asta precedente, che risale a 1 mese fa. Le aspettativa degli operatori è quindi che la banca centrale lasci i tassi invariati manifestando, attraverso la governatrice Christine Lagarde, segnali di prudenza verso il futuro in considerazione del peggioramento del clima economico in Europa. In Francia e Germania il sentiment di fiducia da parte delle imprese è stabilmente sotto la soglia dei 50 punti, soglia che delinea l’espansione dalla recessione. L’attenzione degli investitori è a questo punto rivolta tutta al quarto trimestre dell’anno. Se la recessione si concretizzerà e l’inflazione resterà sotto controllo, aumentano le probabilità che nel 2024 la politica monetaria torni ad essere espansiva anche se a ritmo molto moderato. Discorso di diverso per gli Usa dove la recessione non è alle porte e restano alti i timori inflattivi per effetto della forza del mercato del lavoro e immobiliare. Ma tra un anno in Usa si vota per le presidenziali e difficilmente Joe Biden riuscirà ad essere rieletto se il livello dei tassi di interesse continuerà a rimanere più alto più a lungo.

Fintech warning?

Worldline, il gruppo attivo nei servizi pagamenti digitali, tra i leader nel fintech europeo, ha perso ieri oltre il 60% alla Borsa di Parigi, dopo avere mancato le stime degli analisti sulla crescita e annullato i target per il 2024. L’ultima e più importante cattive notizia diffusa dalle società dell’industria del fintech nell’anno in corso. Dai €47 del novembre del 2022 è titolo è sceso a €10, perdendo €3 miliardi di capitalizzazione solo nella giornata di ieri. La notizia ha trascinato al ribasso l’italiana Nexi tornata sui minimi storici con una capitalizzazione di poco superiore ai 6 miliardi, dopo il rally della scorsa settimana seguito alla notizia di una possibile corporate action da parte di un fondo. Secondo gli analisti i consumatori spendono poco per fare acquisti digitali di beni non essenziali, preferendo quelli in contanti e per beni di prima necessità, un segnale concreto del rallentamento dell’economia dell’eurozona. C’è poi una sfiducia sull’equity story di questa categoria di azioni che non sono riuscite a fare emergere le sinergie di costi e ricavi dopo anni di investimenti e acquisizioni. Questo potrebbe quindi giustificare l’interesse dei fondi di private equity, pieni di liquidità, che in questa situazione sono pronti a raccogliere i cocci, facendo buoni affari.

Google con il fiato corto

Alphabet ha chiuso ieri la peggiore seduta da 1 anno dopo la diffusione dei conti: -10%. La società ha chiuso il trimestre con la crescita più lenta da 11 trimestri. All’opposto Microsoft ha battuto le attese, grazie a cloud e AI, senza però riuscire impedire il crollo dell’indice tech. L’impressione è che gli investitori temano che Google, sia in ritardo rispetto alla società fondata da Bill Gates, nella corsa alla conquista della leadership nel mercato dell’industria dell’intelligenza artificiale. Questo nonostante i ricavi pubblicitari del motore di ricerca vadano a gonfie vele e abbiano battuto le attese. Il settore tech soffre anche per i conti deludenti di Texas Instrument che non ha centrato le previsioni di ricavi ed utili. Infine Meta che ha riportato bene ma a mercati chiusi e quindi non ha potuto dare il proprio contributo all’andamento dell’indice. Nel frattempo il bitcoin continua la sua corsa, salendo sopra la soglia dei $34mila sull’attesa del via libera al primo Etf sul prezzo spot della criptovaluta per eccellenza. Evento che muoverebbe masse di denaro “tradizionale”, al momento difficilmente stimabili, verso questa asset class.