Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Un cielo così cupo non può schiarire senza una tempesta” (Frase su un muro)
Rimbalzo o tendenza? È presto per giudicare il robusto movimento al rialzo dei listini nella giornata di ieri che ha visto tra i protagonisti Piazza Affari con un rialzo superiore al 2%, recuperando la soglia di 28mila punti. Nota positiva la correlazione da parte dell’indice FTSE Star, più rappresentativo dell’economia reale del Paese che ha guadagnato il 2,44%. Il mercato ha probabilmente apprezzato il dato sulla produzione industriale italiana ad agosto cresciuta dello 0,2% su base mensile, rispetto al -0,9% della rilevazione precedente. Infine il forte calo della volatilità: -4% il Vix sull’S&P 500, sui minimi da fine settembre. Gli operatori sembrano quindi avere già assorbito lo shock dello scoppio del nuovo conflitto in Medio Oriente che minacciava di riaccendere la spirale inflazionistica e di conseguenza l’inasprimento della politica monetaria. Il petrolio greggio, dopo la fiammata di ieri, ha leggermente ritracciato, a $85 al barile, lontanissimo dalla soglia di allarme dei $100. Preoccupa invece l’esplosione del prezzo del gas, salito del 13%, a un passo dalla soglia di 50 punti, su cui ha impattato la notizia de sabotaggio del Baltic Connector, il gasdotto sottomarino che la collega la Finlandia con l’Estonia, e che riaccende i timori sulla sicurezza delle infrastrutture energetiche in Europa, a poco più di un anno di distanza dall’esplosione che ha danneggiato il Nord Stream.
Arrivano le minute
L’attenzione degli operatori torna sui dati macro che nella giornata di oggi assumono una certa rilevanza. Si inizia alle 20:00 con l’indice dei prezzi al consumo in Germania a settembre: atteso un aumento del 4,5% su base annua e dello 0,3% su base mensile. Alle 14:30 l’indice dei prezzi alla produzione in Usa a settembre, visti un aumento dello 0,3% su base mensile dal +0,7% precedente. In serata infine il dato più importante ovvero i verbali della riunione del FOMC che aiuteranno a fare luce sulle intenzioni dei banchieri della Fed in vista della prossima riunione dello 01 novembre. Al momento le probabilità che i tassi restino invariati sfiora il 90%, valore che scende al 73% per l’ultima riunione del 2024 ovvero il 13 dicembre. Se questo dovesse essere l’esito per l’anno in corso sarebbero perfettamente confermate le attese del mercato. Il primo taglio del costo del denaro continua infine ad essere previsto nel maggio del prossimo anno. Oggi è anche la vigilia dell’inizio della reporting season statunitense. Nell’attesa ha comunicato i risultati LVMH che, nel terzo trimestre del 2023, ha registrato un aumento del 9% dei ricavi, segnando una crescita più lenta a causa dell’inflazione e delle turbolenze economiche che hanno intaccato l’appetito degli acquirenti per la moda di alta gamma. Lvmh è la prima grande azienda del lusso globale a comunicare i conti fornendo agli investitori una bussola su cosa aspettarsi dai rivali, Hermes e Kering, che annunceranno i risultati il 24 ottobre.
L’ESG fa rima con azionario
In una fase in cui gli investitori guardano ai beni rifugio si torna a parlare di EGS. Secondo quanto riportato nella terza edizione dello studio globale ESG di Capital Group, società di investimento con un patrimonio in gestione di oltre $2.300 miliardi. La percentuale di investitori globali che implementano i criteri Esg attraverso le azioni è pari all’81%, tre quarti dei quali (74%) preferiscono che i fondi attivi integrino l’ESG. Il 40% degli intervistati ritiene inoltre che le strategie azionarie ESG abbiano una inclinazione verso i titoli growth. Sempre secondo lo studio globale ESG di Capital Group, quasi sei investitori globali su 10 (59%) ritengono che le strategie che si concentrano sulle società leader, a scapito di quelle in transizione, perderanno opportunità di investimento. Il 46% dichiara di preferire la combinazione di leader e di società in transizione e potrebbe salire fino al 54% nei prossimi due o tre anni. Quasi la metà (44%) degli investitori ritiene che le aziende in transizione siano sottovalutate dal mercato. Considerazioni che trovano conferma anche nei comportamenti degli investitori attivi sul mercato italiano, ed in particolare l’Euronext Growth Milan, dove le best performer, scremate per una capitalizzazione, superiore ai 30 milioni di euro, siano tutte esposte ai temi ESG.